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Re-cessi

in onda domenica 5 maggio 2013 alle 13.25

L’Orinatoio di Duchamp, una delle opere più controverse e celebrate dell’arte contemporanea, è il nesso simbolico di questa puntata di Passepartout, che ci racconta come oggetti e luoghi d’uso quotidiano apparentemente banali, nascondano in realtà una lunga storia. E la storia che si racconta questa settimana è proprio quella dei bagni, dall’antichità romana al futuro prossimo venturo.

Si parte dal profondo medioevo con due esempi arroccati tra le segrete stanze di castelli e fortezze: il Castello di Haut-Koenigsbourg (Orshwiller, Francia)  con l’antico “recessus” germanico che sporge fin oltre le mura per evacuare sulle rocce sottostanti, e il Castello degli Ospitalieri di San Giovanni d’Acri (Akko, Israele) con le latrine dei Templari molto simili alle “forica” delle terme romane. Tutto questo mondo medievale non prevedeva una grande igiene personale e il ritorno alla tradizione romana era ancora tutto da riscoprire anche se tracce di questi antichi modi e usi erano sparsi un po’ ovunque, come per esempio in Inghilterra nelle Terme Romane di Bath, ancora oggi in attività, dopo 2.000 anni. Durante il Rinascimento, in coincidenza con la riscoperta delle virtù dell’antichità romana, Papa Clemente VII commissionò per Castel Sant’Angelo un bagno decorato con grottesche simili a quelle della Domus Aurea, munito di tutti i confort come acqua calda e riscaldamento, idea che risultò molto sagace in quanto fu costretto a restare a lungo chiuso nel palazzo in coincidenza con l’assalto di Roma dei Lanzichenecchi nel 1527. Questo bagno rappresenta un passo forse decisivo per la nascita di quel miracolo della modernità che è il bagno completo, in cui la funzione evacuatoria e quella sanitaria finalmente tendono a ricongiungersi. Ciò accade nel Settecento, presso la corte borbonica, su impulso della coppia reale formata da Ferdinando IV e da Maria Carolina e si riconferma cento anni dopo anche nelle dimore dei Savoia.  Questi bagni di corte sono ancora stanze segrete e discrete, spesso introdotte da ingressi mistificati. Con il Vittoriale di D’Annunzio, si inizia a stemperare  il concetto del bagno visto come “ritirata”, l’antico “recessus” latino, e si comincia ad intenderlo come una stanza da vivere, dove si può anche leggere e dedicarsi ad altre attività. E come sarà il bagno del terzo millennio? Dal Salone Internazionale del Mobile arrivano nuove indicazioni sui bagni del futuro, che oltre ad essere tecnologicamente avanzatissimi sfiorando quasi l’avveniristico, diventano una sorta di salotto, muniti di divani, poltroncine, persino caminetti, e corredati ovviamente da arredi di gran gusto. Una dimensione contemporanea dove il design e l’industria italiana recitano un ruolo assoluto di protagonisti, a testimonianza di quanto l’antica eredità dalle terme e dalle latrine romane abbia ancora un suo peso.

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