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Borghesi cosmopoliti

in onda domenica 7 luglio 2013 alle 13:20

Seconda puntata di Passepartout dedicata all’olocausto.

Seguendo il filo tracciato da scritti, documentazioni, opere artistiche Philippe Daverio descrive le vicende della famiglia Camondo, esempio perfetto della mutazione storica dell’ebreo errante che diventa parte e protagonista della borghesia cosmopolita. I Camondo facevano parte di quel mondo ebraico legato alla diaspora meridionale, quella dei sefarditi, cacciati dalla Spagna dei re cattolici nel ‘400, emigrati a Venezia e poi nell’impero ottomano. Dalla Turchia, il loro percorso francese inizia da Abraham Salomon Camondo, morto a novantatre anni. Tra i suoi discendenti due nomi sono importanti: Abraham Behor e Nissim. Con loro inizia la trasformazione in grandi borghesi parigini, periodo che avrà il suo culmine con Isaac e Moise. Isaac era un tipo dotato di un certo fascino e carisma, appassionato di musica, autore con un certo successo di un’opera comica che si chiamava Le Clown. Fu uno dei primi grandi collezionisti della pittura impressionista con un lascito di opere al Louvre che costituisce uno dei nuclei base della modernità: Delacroix, Monet, Degas. Suo cugino Moise è invece quello del Museo Camondo, di cui si è parlato la scorsa settimana.

La figlia di Moise, Beatrice, sposò Léon Rainach, esponente di un’altra famiglia d’origine ebraica. I Reinach rappresentano una storia diversa: la loro origine è askenazita, discendenti delle comunità ebraiche medievali della valle del Reno in Germania. Un ceppo finì a Milano, l’altro andò a Parigi dove trovò una grande fortuna economica, sociale e politica.

Tutta la famiglia di Beatrice Camondo e Léon Rainach morì ad Auschwitz. Il tragico epilogo di queste punte di eccellenza della borghesia cosmopolita ebraica francese ci porta in un luogo quasi dimenticato dalla storia, Drancy, 20 km dal centro di Parigi. Questo luogo nacque da un super progetto urbanistico di Le Corbusier. Una città operaia in periferia, detta quella dei primi grattacieli di Parigi. Il progetto ad opera degli architetti Marcel Lods e Eugène Beaudouin era una sorta di ricalco in versione proletaria delle Unite d’Habitation che Le Corbusier aveva disseminato in lungo e largo per la Francia. Costruito nel 1938 è abitato oggi da una popolazione in maggioranza fatta da immigrazione magrebina, dove quasi nessuno sa dove vive e dove abita. Nessuno, o quasi, sa che questo era il campo di raccolta degli ebrei prima di partire per Auschwitz. I nazisti infatti capirono immediatamente quanto quell’impianto urbanistico ordinato e chiuso potesse essere funzionale per un campo di concentramento. Cominciarono nel giugno del 1940 con i soldati prigionieri dell’inizio della guerra. Poi diventò un campo di concentramento per gli ebrei, gli zingari e altre minoranze in attesa di partire per Auschwitz. Drancy, bella lezione di architettura e urbanistica, tremenda lezione di storia.

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