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in onda domenica 8 settembre 2013 alle 13:25

Un viaggio dentro il corpo tra arte, scienza e anche un po’ di stregoneria.

Philippe Daverio studia la ricerca anatomica nel corso dei secoli e nelle varie latitudini. Uno sconfinamento solo apparente nell’ambito del mondo scientifico, che non trascura l’aspetto artistico, in quanto documenta gli apporti nel campo medico e anatomico di molti e celebrati artisti. Un’occasione per descrivere anche un aspetto dell’attuale proposta espositiva di musei e istituzioni, che presentano sempre più spesso eventi e mostre di carattere artistico-scientifico.

Il racconto di Daverio si dipana attraverso documentate mostre temporanee dedicate a temi scientifici; luoghi suggestivi come i teatri anatomici, porzioni di patrimonio artistico misteriose come la Cappella Sansevero a Napoli. La mostra I tesori della Statale. Collezioni e identità di un grande Ateneo alla Rotonda della Besana di Milano presenta oggetti utilizzati dalla scienza del passato, che oggi possono essere visti come “mirabilia”. Una straordinaria collezione di libri scientifici, curiosi e istruttivi materiali didattici, riproduzioni di cervelli animali. In questo genere di esposizioni spesso si può sconfinare in territori ai limiti dello splatter e della finzione horror cinematografica, cedendo alla spettacolarizzazione tipica anche di molti eventi artistici contemporanei. È il caso di Körperwelten, dove impressionanti trattamenti in ceroplastica propongono le fattezze organiche dell’interno dei corpi umani e animali passati a miglior vita. Al di là della curiosità scientifica questa mostra itinerante è nata proprio con l’intenzione di stupire il pubblico. Già però qualche secolo prima, a metà del Settecento, un eccentrico sperimentatore, il Principe di Sansevero, fu forse il primo che riuscì nella difficile operazione di rappresentare il sistema venoso. Le tracce inquietanti di questi suoi esperimenti sono ben visibili nella Cappella di Sansevero a Napoli, un mirabile esempio di rimescolamento di istanze scientifiche, magico-iniziatiche, estetico-artistiche. In questo luogo la ricerca scientifica e quella artistica convivono in tale simbiosi al punto che alcune tecniche sviluppate nei dipinti o nelle sculture sono ancora oggi oggetto di mistero e di studio.

C’è in effetti una linea di ricerca anatomica che incrocia costantemente arte e scienza, che scorre in parallelo con le maggiori correnti culturali. Ciò si evidenzia nella mostra Il teatro dei corpi alla Biblioteca Marciana di Venezia. In molti degli oggetti esposti si tende a superare quella sottile linea di confine tra interesse scientifico e artistico, forse in favore di quest’ultimo. La stessa sensazione si evidenzia in un’altra mostra, Rappresentare il corpo, allestita a Bologna, presso il Museo di Palazzo Poggi, che presenta straordinari documenti che dimostrano come lo studio del corpo abbia rappresentato per il mondo scientifico e quello artistico un percorso di ricerca parallelo talvolta incrociato. Dai fogli quattrocenteschi con la “battaglia degli uomini nudi” (dove accanto all’interesse scientifico si esemplifica il ritorno all’idea dell’antico riscoperto che caratterizzava il principale orizzonte di innovazione estetica in quel XV secolo), alle bizzarrie anatomiche esasperatamente manieriste di un Baccio Bandinelli. Proprio a Bologna, sede dell’università più antica del mondo, ma anche a Padova, sede altrettanto prestigiosa, Daverio propone la visita a quegli strani e inquietanti luoghi chiamati teatri anatomici, dalle bizzarre forme ad imbuto, da dove gli studenti, posizionati in alto per ordini successivi, osservavano le lezioni e le operazioni dimostrative guidate dai medici professori.

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