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Parco Nazionale dell’Alta Murgia

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    • Regione: Puglia
    • Provincia: Bari, Barletta, Andria e Trani
    • Comuni: 13
    • Estensione: 68.033 ettari
    • Istituzione: legge 426 del 9 dicembre 1998, D.P.R. 10 marzo 2004
    • Ente gestore: Ente Parco Nazionale dell’Alta Murgia I

    l parco si sviluppa su un territorio steppico che sale dalla costa di Barletta sino all’altopiano calcareo delle Murge che segna il confine con la Basilicata. Sono all’interno dell’area alcune delle cittadine più interessanti della Puglia comeAltamura e il capolavoro architettonico di Castel del Monte, storica riserva di caccia di Federico II.

    L’istituzione del parco è dovuta alle rilevanti valenze naturalistiche del territorio - che costituisce una delle più importanti aree steppiche d’Italia con la presenza di vari endemismi floristici e una delle maggiori popolazioni di avifauna delle steppe. L’area ha anche una forte valenza paesaggistica e culturale, grazie alla presenza di fenomeni carsici che hanno modellato il calcare della zona (e reso possibili originali architetture rurali: “jazzi” o masserie per pecore, casali, neviere, edicole votive, muretti a secco) e di numerose testimonianze preistoriche come i recenti ritrovamenti dell’Uomo di Altamura. L’aspetto prevalente del territorio è caratterizzato da paesaggi quasi “lunari” che sono frutto di un’azione di erosione millenaria da parte di venti e acque piovane che hanno modellato nei secoli le forme dell’altopiano calcareo, creando un eccezionale patrimonio di fenomeni di origine carsica. I fenomeni carsici più diffusi sono i bacini e le doline (cioè depressioni carsiche) come il Pulo di Altamura con i suoi 550 metri di diametro e 92 metri di profondità e il Pulicchio di Gravina. La conseguenza più evidente del carsismo è la scomparsa quasi totale di un’idrografia superficiale, cioè di corsi d’acqua perenni come laghi e torrenti, di cui oggi si conservano solo i numerosi solchi di erosione, le cosiddette “lame”. L’idrografia sotterranea è invece molto sviluppata e può spingersi fino a 400 metri sotto il livello del mare. Le forme sotterranee più diffuse sono pozzi, inghiottitoi, voragini, caverne e grotte, spesso adornate da formazioni di stalattiti e stalagmiti come quelle di Torre di Lesco e Corte Li Rizzi. La maggior parte della superficie delle Murge oggi si presenta coperta da vegetazione substeppica di tipo erbaceo o basso arbustiva. All’origine di questa vegetazione spontanea sono fattori come: il basamento calcareo, la limitata presenza di suolo idoneo all’attecchimento di specie arboree, la forte esposizione ai venti. Non è chiaro invece quale localizzazione ed estensione avessero in passato i boschi. Oggi prevale la presenza di querce lungo il confine settentrionale affacciato verso l’Adriatico. In questo territorio sono state censite circa 1500 specie vegetali, ossia il 25 per cento delle specie presenti su tutto il territorio nazionale. Di particolare rilevanza e varietà sono i micropaesaggi dei licheni, dei muschi, delle steppe a graminacee o lande in cui crescono alcune specie di stipa chiamate comunemente ‘lino delle fate’. Nei pascoli, in cui si sviluppano le specie endemiche più rappresentative, tra cui le orchidee selvatiche, alcune porzioni sono cespugliate, altre arborate. Lo strato erboso è costituito principalmente da graminacee e si caratterizza per la presenza di ferule e asfodeli. Nei boschi le specie prevalenti sono la roverella, il fragno, la quercia spinosa, il leccio, il cerro e il farnetto. Nel sottobosco cespuglioso, tra le piante si annoverano il Gigaro pugliese e la Peonia corallina.

    La fauna che colonizza questi ambienti si è adattata alla vegetazione, anche se la caccia e le modificazioni ambientali hanno portato all’estinzione molte specie presenti sino all’inizio del secolo come il lupo, il capovaccaio, il gatto selvatico, la gallina prataiola. Prevalgono animali di piccola taglia (insetti ed altri invertebrati, uccelli di piccola taglia, micromammiferi). L’avifauna è caratterizzata da circa 75 specie, legate perlopiù ad ambienti aperti, colture cerealicole, pascoli, incolti. Molti uccelli infatti nidificano direttamente al suolo come la calandra, la calandrella, l’allodola, la cappellaccia e la tottavilla. Di particolare interesse anche i rapaci; oltre alla poiana, lo sparviero e il lanario, l’Alta Murgia ospita la popolazione più importante e numerosa d’Europa del Falco naumanni, più noto come grillaio, riconosciuta dall’Unione europea come “specie prioritaria di conservazione”. Gli anfibi per loro natura sono presenti in prossimità di laghetti carsici, cisterne o pozzi. L’ambiente arido e pietroso che caratterizza l’Alta Murgia è habitat ideale anche per molte specie di rettili. Tra queste suscitano interesse, in quanto presenti solo qui, il geco di Kotschy e il colubro leopardino. Di rilievo anche le popolazioni di testuggine comune. Minore presenza registra la classe dei mammiferi, con circa 25 specie, tra cui il mustiolo, l’arvicola di Savi, il topo selvatico. Tra i predatori vanno annoverate la volpe, la donnola, la faina. Nelle poche aree di bosco sono presenti il tasso e l’istrice.

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