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Johann Kreisler, Eusebio e Florestano: frammenti cameristici da un'amicizia

Le biografie di Robert Schumann e Johannes Brahms si intersecano per alcuni anni, e spesso i due musicisti sono appaiati anche nei programmi da concerto, come avverrà nella trasmissione odierna.

Ideati intorno al 1830 da Schumann, Eusebio e Florestano sono come è noto i due personaggi che impersonano le due opposte visioni della vita che convivevano, niente affatto pacificamente, nella mente dell'artista; il nome di Johann Kreisler invece, mutuato da Hoffmann, fu usato da Schumann per un suo celebre lavoro pianistico ma è anche alle origini della sua famosa amicizia con Brahms.

Nel 1850 un Brahms diciassettenne, firmandosi proprio con lo pseudonimo di Johann Kreisler, lascia alcune sue composizioni nell'albergo di Amburgo dove alloggiano Robert Schumann e Clara Wieck, in tournée nella sua città natale; il 30 settembre 1850 sull'agenda di Robert è annotato l'appuntamento con un certo "Herr Brahms"; alla pagina seguente, il 1 ottobre, si legge: "Visita di Brahms. Un genio!"; da allora il più anziano musicista si adopererà attivamente per promuovere le composizioni di Brahms che, dal canto suo, gli resterà vicino fino alla morte.

I Marchenbilder op.113 sono quattro "Quadri fiabeschi" per viola e pianoforte che ben esprimono le istanze romantiche di Schumann, che alternano repentinamente sentimenti estremi in un ideale clima di fiaba.

Il timbro della viola caldo e profondo, fortemente identificato nella sua connaturata dicotomia tra suoni gravi e acuti, dialoga serratamente col pianoforte e fin dalle prime note cogliamo tutta la maturità compositiva di uno Schumann quarantunenne, non molto lontano dalle estreme evoluzioni della sua tragica biografia; ne sono interpreti i norvegesi Lars Anders Tomter e Leif Ove Andsnes in un'incisione del 1993.

Ascolteremo poi, sempre di Schumann, il Trio per violino violoncello e pianoforte op. 80; la composizione risale al 1847, periodo relativamente sereno che Schumann trascorse presentando le proprie opere insieme alla moglie Clara tra Vienna, Praga, Berino e la nativa Zwickau.

Ne è interprete il Trio Beaux Arts, formazione dalla brillantissima carriera ormai ultra-cinquantenaria che ha inciso integralmente i trii per archi e pianoforte di Schumann nonché praticamente tutta la letteratura dedicata al proprio organico; col pianista e storico fondatore Menahem Pressler sono Isidore Cohen alla viola e Peter Wiley al violoncello.

Alla fine del catalogo delle opere di Johannes Brahms, nel 1894, troviamo le Sonate per viola op. 120 di cui ascolteremo la n. 2; originariamente composte per clarinetto e pianoforte, le sonate furono trascritte per la viola da Brahms stesso, che inserì lievi modifiche sfruttando caratteristiche proprie dello strumento ad arco (come ad esempio la tecnica delle corde doppie); precedenti solo ai quattro canti per basso op. 121 e ai 11 corali per organo op. 122, (entrambi del 1896) queste sonate sono le ultime composizioni cameristiche di Brahms e possono essere considerate quasi un suo testamento spirituale.

Sempre risalente alla piena maturità del compositore tedesco è il Trio per clarinetto violoncello e pianoforte op. 114 dedicato -come le sonate op. 120 e il quintetto op. 115- all'amico clarinettista Richard Mühlfeld, che Brahms definì "il più grande suonatore di strumenti a fiato che io conosca".

Composto a Bad Ischl nel 1891, il Trio fu eseguito nello stesso anno con Brahms al pianoforte, Hausmann al violoncello e Mühlfeld al clarinetto; anche per il nostro ascolto odierno abbiamo eccellenti interpreti: Andras Schiff al pianoforte, Friedrich Dolezal al violoncello e Peter Schmidl a quello che Brahms affettuosamente chiamava "Fräulein Klarinette", la "signorina clarinetto" (il termine tedesco è di genere femminile) cui il compositore di Amburgo affidò il delicato compito di esprimere le sue più ultime intime ispirazioni.
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