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Diciamo insieme si all'adozione di bagni pubblici comuni tra uomini e donne

Adozione di iniziative indirizzate all'abolizione della separazione di genere nei bagni pubblici

Diciamo insieme sì all'adozione di bagni pubblici comuni tra uomini e donne



Il legislatore, specie se dotato di spirito riformatore, non può e non deve rinchiudersi nella torre d'avorio delle proprie speculazioni teoriche, ma deve aprirsi ai costanti contributi della società civile, prendendo in considerazione quantomeno le proposte più autorevoli, più partecipate e più promettenti, anche se provenienti da paesi lontani.

In un recente articolo apparso sul New Yorker, e ripreso da ilPost.it, Jeannie Suk, docente della Harvard Law School, specializzata anche in diritto familiare, ha portato solide argomentazioni contro la separazione a livello di genere dei bagni pubblici. Al giorno d'oggi uomini e donne, (…) collaborano nei posti di lavoro, cenano a contatto di gomito nei ristoranti, siedono fianco a fianco 
nei bus e sugli aerei, seguono le lezioni, studiano nelle biblioteche e, con con qualche eccezione, pregano assieme. Perché i bagni pubblici devono resistere come ultime vestigia della separazione sociale? e ancora I bagni pubblici sono l'ultima istituzione sociale in cui la separazione per genere è la norma e smantellare questa separazione verrebbe percepito come l'ultimo colpo nella stessa 
“guerra tra i generi”.

La separazione affonda le radici nel paternalismo maschilista e in un malinteso senso di protezione che gli uomini sedicenti “buoni” vogliono continuare a offrire alle donne contro gli uomini supposti “cattivi”. Ma non c'è nessuna evidenza del fatto che bagni pubblici comuni possano costituire un luogo a rischio di particolari molestie, rispetto ad altri luoghi.

Qualsiasi esperto di logistica potrà spiegare che disporre, ad esempio, di un solo bagno con sei wc, permette un più rapido smaltimento della coda rispetto a due bagni con tre wc ciascuno, se ogni utente può accedere a uno solo dei due bagni. Certo, l'esperienza insegna che nei bagni destinati alle donne le code sono frequentemente più lunghe e adottando la tecnica dell'unico bagno comune (non ci piace usare la parola “promiscuo”) probabilmente si aumenterebbe il tempo di attesa per ogni uomo, ma questo svantaggio sarebbe ampiamente compensato dall'abbattimento dei tempi di attesa delle donne, con una complessiva ottimizzazione dei tempi di attesa nell'aggregato, recuperando in efficienza, considerata anche la maggiore produttività delle donne.

Altri non secondari vantaggi derivanti dalla abolizione della separazione per genere sono la chiusura delle polemiche relative alla scelta del bagno più idoneo per i transgender e la progressiva dismissione degli antiestetici orinatoi maschili, vetusti, spesso maleodoranti e assolutamente inadatti a garantire un adeguata privacy ai propri utilizzatori.

Diciamo insieme sì all'adozione di bagni pubblici comuni tra uomini e donne

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