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Bella Ciao live a King Kong

Martedì 21 aprile 2015


A pochi giorni dal settantesimo anniversario della Liberazione, King Kong ospita “Bella Ciao”, un omaggio al memorabile spettacolo del Nuovo Canzoniere Italiano che, cinquant’anni fa, ha segnato l’inizio del folk revival italiano. Riascolta la puntata.

L’ensemble diretto e concertato dall’organettista Riccardo Tesi (da un’idea di Franco Fabbri), mette insieme appassionatamente nell’omonimo cd, alcuni degli interpreti più importanti della musica popolare e del canto sociale italiani, come Lucilla Galeazzi, Elena Ledda, Alessio Lega, Ginevra Di Marco

Non più l’accompagnamento della sola chitarra, ma un lavoro di arrangiamento per una sinfonia popolare d’autore, con l’aiuto del chitarrista Andrea Salvadori e del percussionista Gigi Biolcati.
“L’aspetto musicale strumentale dello spettacolo – ha detto Tesi – ha acquisito un peso più importante rispetto all’originale ma l’aspetto centrale era e rimane il canto”.

E’ il 21 giugno 1964 quando al Teatro Caio Melisso di Spoleto per il Festival dei Due Mondi debutta lo spettacolo di canzoni popolari italiane a cura di Roberto Leydi e Filippo Crivelli, “una rappresentazione scarna, disadorna, dove persone vestite con abiti da lavoro, senza trucco, con le facce segnate dalla fatica di tutti i giorni cantavano la storia di un’Italia vera e forse proibita”.

Tra gli interpreti, accanto ai portatori diretti dei modi tradizionali, sono presenti i nuovi cantori che in quegli anni si erano cimentati nella ricerca e nella ricostruzione stilisticamente corretta e consapevole del canto popolare, come Caterina Bueno, Giovanna Daffini, Giovanna Marini, il Gruppo di Piadena, Ivan Della Mea, Michele L. Straniero, Sandra Mantovani.

Giancarlo Menotti, direttore del Festival di Spoleto, accetta a scatola chiusa, ma all’ultimo momento, preoccupato forse per l’impatto che lo spettacolo avrebbe avuto in una platea particolarmente snob come quella del suo Festival, chiede di modificare il copione e di eliminare qualche canzone.
Crivelli si oppone al tentativo di censura, lo spettacolo deve continuare. Il pubblico inizialmente incuriosito dall’ultima trovata di Menotti, forse esotica, forse sperimentale, assiste ammutolito, al massimo tossendo qua e là e dandosi di gomito. Via via che si procede, qualcuno comincia a borbottare, un mormorio di commenti si diffonde in sala, qualcuno addirittura sottolinea ad alta voce qualche frase troppo provocatoria all’interno di una canzone. L’atmosfera è surriscaldata.

Tocca a Michele Straniero. Gianni Bosio prende in mano la situazione e per niente intimorito, approfittando di un abbassamento di voce di Sandra Mantovani,  gli affida l’esecuzione di “O Gorizia tu sei maledetta”. Tutta per intero, compresa la strofa non prevista: «Traditori signori ufficiali / che la guerra l'avete voluta / scannatori di carne venduta / e rovina della gioventù». 
Una voce si leva dalla platea: «evviva gli ufficiali!» (trattasi dell’ufficiale in congedo Francesco Crispoldi di Foligno), seguono i cori di «evviva l’Italia», Bandiera rossa dall’alto e Faccetta nera dal basso, tra sedie che volano, signore impellicciate che svengono e Gianni Bosio che tenta di sedare la rissa, urlando: «signori, questa è storia!». Una contessa esagitata grida «buffoni buffoni», Giorgio Bocca, inviato del Giorno, le grida: «Vai fuori, carampana» e lei «sta’ zitto paesano. Io possiedo trecentotrenta contadini e nessuno dorme nelle stalle».
L'esecuzione suscita grande scandalo, e due giorni dopo costa a Straniero, Bosio, Crivelli e Leydi una denuncia per vilipendio alle forze armate italiane.

«Mi hanno tradito», pare abbia detto Menotti, in preda ad una crisi. Una prima riunione dopo lo spettacolo si fa a casa sua. Menotti se la prende con Nanni Ricordi che ha invitato al Festival lo spettacolo, dicendogli: «Hai approfittato della mia buona fede». Le dimissioni di Ricordi dalla direzione della rassegna sono immediate: «Non metterò mai più piede al Festival. Mi dimetto, non dal Festival, ma contro il Festival».

Sul quotidiano Il Giorno del 23 giugno 1964, Giorgio Bocca: «lo spettacolo sarà replicato fino al 29 giugno con altalenanti e burrascose reazioni, ma l’assetto e le canzoni della serata del debutto non subiranno stravolgimenti… una storia tutta da ridere questa di Spoleto se non fosse, come capita spesso in Italia, anche una storia tutta da piangere…».

Tuttavia, tanto clamore – alimentato peraltro dall’interesse giornalistico per “i fatti di Spoleto” con articoli e titoli scandalistici su tutti i quotidiani – procura molta notorietà al lavoro del Nuovo Canzoniere Italiano e diventa il miglior lancio per I Dischi del Sole, che potenziano così la loro presenza politico-culturale nel Paese, tanto che il 33 giri di Bella Ciao supera negli anni le 100.000 copie. «Lo spettacolo – ha detto Nanni Ricordi – divenne un caso nazionale e suonò come uno spartiacque. Fece vedere e ascoltare un “altro” mondo, un’altra cultura, un’altra Italia



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