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Recensione - Le novità editoriali

Mentre incalzano le novità (il Corriere del 2 dicembre riporta la notizia che Amazon sbarca come editore anche in Italia, offrendo agli scrittori ‘fai da te’ la possibilità di aver diritto al 70% delle royalty) si spengono molti grandi. Ken Russell, visionario regista inglese che portò la libertà sugli schermi degli anni Settanta con film come “Donne in Amore” e “I Diavoli”(qui da noi i rockettari frequentavano negli anni Settanta le sale d’essai vedendo e rivedendo il suo “Tommy”, la pacchiana versione dell’album “Tommy” degli Who); poi Vittorio De Seta, che raccontò invece le sacche di povertà dell’Italia del boom economico, dalla Sardegna di “Banditi a Orgosolo” alla periferia romana di “Diario di un maestro”; infine Saverio Tutino, partigiano e giornalista. Tutino lo abbiamo conosciuto, frequentando insieme una libreria in Trastevere. Mite, nel nostro ricordo, tuttavia tormentato dalla crescente perdita di memoria e in fondo dalla dipendenza dagli altri. Il dramma di ogni vecchio. Amava passeggiare ed ogni volta affacciarsi in libreria; osservare i titoli dei volumi e in quel modo intuire qualcosa del mondo che cambiava, un mondo del tutto distante da quello che lui aveva descritto negli anni della professione. Gentile, lo sguardo fiero. Noi anche in imbarazzo, non conoscendone appieno la parabola professionale, com’è stata documentata dalla stampa nazionale in settimana.

Passato e futuro si incrociano sui giornali. La Stampa del 30 novembre riferisce della nascita di due portali di Rai Educational: uno di Arte e Design (www.arte.rai.it) e un altro di Letteratura (www.letteratura.rai.it). Una buona notizia. Il giorno dopo Il Messaggero ricorda l’anniversario di Luciano Bianciardi; quello de “La vita agra”, il romanzo che traeva spunto dalla vicenda dei 43 morti nell’esplosione di una miniera di Ribolla. Spentosi quarant’anni fa in una stanza del San Carlo di Milano, Bianciardi rifiutò una collaborazione al Corriere propostagli da Montanelli, preferendo firmare per il Guerin Sportivo. Scriveva morire è difficilissimo. Lo ricorda Pino Corrias, di cui Feltrinelli ristampa “Vita agra di un anarchico”; una biografia che racconta la vita ribelle dello scrittore partito da Grosseto, dove da ragazzo si era inventato il bibliobus per portar libri nelle campagne della Maremma, ed approdato al Bar Giamaica di Brera, a Milano, dove sognava un neocristianesimo a sfondo disattivistico e copulatorio.

Altri tempi, altri luoghi. Anche Mick Jagger (in un’intervista del 1978, riproposta nell’ultimo numero di Rolling Stones) dice la sua sull’argomento. Io non suddivido il tempo in decenni – affermava la rockstar – è solo una convenzione giornalistica. Se è roba sua, mica male! Spesso chiamato in soccorso per assegnare un canone intellettuale ad argomenti non intellettuali, Carlo Freccero su L’Unità del 30 novembre battezza il nuovo corso della tv e parla di audience attiva e notiziabilità. Esprime un’osservazione condivisibile quando accenna alla Tv del futuro, quella cioè in grado di raccontare efficacemente la crisi che sta devastando la nostra comunità. Chi ne sarà capace? Lui non lo dice. Le interviste a Freccero, sovente interessanti per via di guizzi del genere, tuttavia come in un varietà vertono sempre sullo stesso schema: far dire qualcosa di stupefacente sulla televisione.

La sintesi migliore resta quella di Angelo Guglielmi, che ripeteva come la Tv fosse un modo di fare cultura contemporanea. Basterebbe riflettere su questo. Ma sul futuro si concentrano anche le domande di McKenzie Wark, guru dei nuovi media, che ne parla (in un brano riportato dal Corriere del 3 dicembre) come di un tempo storico nel quale la sperimentazione aiuterà a prevenire i disastri, l’ambiente sarà a misura d’artista e l’uso tecnologico migliorerà la sostenibilità. Aspettiamo allora.

Bello il pezzo di Ermanno Cavazzoni, apparso domenica 20 novembre sull’inserto culturale de Il Sole 24 Ore. Nell’articolo l’autore prediletto da Fellini ironizza, ma mica tanto, su quanto costavano alla società i grandi scrittori del passato: Nietzsche era sui 5000 al mese, per esempio. Chissà quanto costano oggi Fabio Volo e Giorgio Faletti. Da tenere a mente infine l’articolo di Giuseppe Genna, pubblicato sull’inserto La Lettura del Corriere il 4 dicembre. Raccoglie 20 anni di progetti falliti sulla Rete. Una Spoon River del web. Educativo.


A cura di Vittorio Castelnuovo
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