Violetta - Scatti di scena

Seconda puntata

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    Dopo aver letto la sua lettera, Violetta è corsa da Alfredo per fermarlo e convincerlo delle sue buone intenzioni: da quando c’è lui la sua vita da donna “traviata” è radicalmente cambiata, e i soldi che  chiede ai suoi amici serviranno  solo per permettere a entrambi di trasferirsi al mare. Così, Alfredo segue Violetta in Liguria. E qui i due amanti cominciano una vita insieme. Mentre Alfredo, per mantenere l’elevato tenore di vita di Violetta, si trova costretto a far fruttare il suo patrimonio al gioco, il Duca di Sagrado si reca da Violetta provando a convincerla che tornare a Milano è per lei la cosa più saggia.

    Non riuscendo a persuaderla, il Duca incontra il padre di Alfredo. Preoccupato per le sorti del figlio, che sembra aver abbandonato anche  il sogno di liberare l’Italia dal dominio austriaco, il padre di Alfredo convince Violetta ad abbandonare il giovane rinunciando a svelargli il vero  motivo del suo abbandono.

    Violetta lascia una lettera dove rinnega il suo amore e torna improvvisamente a Milano.

    Alfredo, letto il messaggio, parte immediatamente e raggiunge Violetta a una festa, trovandola in compagnia del barone Varzi. Alfredo sfida a carte il suo rivale e poi getta i soldi vinti contro Violetta in segno di disprezzo, urlandole di aver finalmente pareggiato la partita. Mosso dalla rabbia fugge poi dalla città per unirsi ai patrioti accampati al confine con il Piemonte.

    Durante un’offensiva che si risolve a favore delle truppe austriache, Alfredo rimane ferito gravemente. Riprese le forze alla vigilia del ritorno a Milano dell’esercito asburgico, Alfredo cerca rifugio dal padre, dove scopre la verità: Violetta lo ha sempre amato, ma si è sacrificata per lui e per l’onore della sua famiglia. Alfredo riparte per Milano, nonostante il pericolo di essere arrestato, e si ricongiunge finalmente alla donna che ama. Ma Violetta è ormai in fin di vita, consumata dalla tisi, e muore fra le sue braccia. Dopo esserle stato accanto un giorno intero, Alfredo si reca da Lucchi, vecchio amico della Violetta in cerca di conforto, ma viene scoperto e arrestato.

    Ora Caleffi ha tutte le informazioni di cui ha bisogno: Alfredo non è colpevole di nessuna cospirazione, ma Violetta sì. La donna, che per anni aveva frequentato nobili e le più alte cariche politiche e militari di Milano, ha passato per anni informazioni utili al Duca di Sagrado, vero responsabile della cospirazione contro l’impero asburgico. Dopo aver ordinato la fucilazione del Duca, Caleffi libera Alfredo dalla prigionia e gli consegna il corpo di Violetta.

    Prima di separarsi il messo imperiale chiede ad Alfredo un’ultima spiegazione sulla lettera incisa sull’anello tanto caro a Violetta. Alfredo gli spiega che la “P” sta per Pietro, un bambino che Violetta aveva “sposato” per gioco.

    Alfredo, secondo le ultime volontà di Violetta,  lascia cadere la bara della donna amata nel fiume vicino al quale è cresciuta e quando era ancora innocente  aveva giocato e vissuto i suoi sogni di bambina.

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