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Gli indifferenti

Recensione - I classici di Millepagine

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    Alberto Moravia è scomparso vent’anni fa e l’anniversario della sua morte, avvenuto da poco, è trascorso in silenzio. Resta l’attualità del suo libro d’esordio, “Gli indifferenti”, pubblicato nel luglio del 1929 a spese dello stesso autore, che si fece anticipare 5000 Lire dal padre Carlo.

    Moravia si era dedicato al romanzo per tre anni, dal 1925 al 1928; maturando nel frattempo la decisione, per motivi di salute, di abbandonare gli studi. Un primo editore aveva rifiutato il testo, definendolo una ‘nebbia di parole’. Invece ne fu entusiasta Cesare Giardini, Direttore della casa editrice Alpes, che sollecitò appunto l’intervento finanziario dello stesso Moravia poiché «...non era possibile presentare in consiglio d’amministrazione un autore completamente ignoto». Il successo fu immediato, accompagnato dal consenso della critica che pure avanzò riserve di ordine morale.

    Intanto Mussolini aveva imposto la dittatura e la società italiana mano a mano si dimenticava dell’indignazione suscitata nel 1924 dal delitto Matteotti, cedendo al consenso per il fascismo. Moravia aveva vent’anni e non seguiva la politica. Ma il ritratto che egli fece, attraverso il protagonista della trama, di un giovane di allora coinvolto nel disfacimento della propria famiglia e dell’intero Paese era destinato a restare memorabile. Molti anni dopo, a chi gli chiedeva delle implicazioni sociali contenute nel suo lavoro d’esordio, lo scrittore rispose come per lui la questione importante durante la stesura del testo, fosse quella di fondere la tecnica del romanzo con quella del teatro.

    Alberto Moravia morì il 26 settembre del 1990, nel suo appartamento a Roma, alle nove del mattino.

    A cura di Vittorio Castelnuovo
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