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Paganini, caso 'clinico' di un genio

in onda venerdì 21 novembre alle ore 15,30

Paganini, caso 'clinico' di un genioTra i musicisti di tutto il Romanticismo - italiano e non - il nome di Niccolò Paganini (1782-1840) è certo uno dei più celebri, e tuttora nell'immaginario collettivo forse non esiste figura che più di lui sia un vero emblema del suo strumento, col quale è visto in totale, fisica simbiosi.

Per chi voglia approfondire la conoscenza di Paganini la cosa più interessante sarà leggere il suo ricco epistolario in aggiunta alle numerose biografie, alcune delle quali sono oltremodo fantasiose; certo è che in effetti la vita di Paganini presenta episodi curiosi a cominciare da quando, bambino di 6 anni, fu creduto morto e si salvò in extremis durante la sepoltura grazie ad un piccolissimo movimento del corpo.

Un po' per questo episodio, un po' per la sua anomala fisicità (dovuta secondo alcuni studiosi ad una vera e propria sindrome, una debolezza congenita del tessuto connettivo che porta all'estrema magrezza del corpo e ad una marcata lunghezza di mani e dita, malattia della quale soffrì anche Sergei Rachmaninov), ma soprattutto per il suo virtuosismo prodigioso il nome di Paganini fu spesso legato a quello del diavolo.

Paganini incantava, anzi stregava le platee col suo corpo alto e sottile e con un aspetto spettrale reso ancor più inquietante dall'uso di abiti troppo ampi e dalla necessità di portare una benda intorno al viso per sostenere la mascella (colpita da altre gravi menomazioni); eppure l'incanto vero era l'ascolto delle funamboliche virtù delle sue dita sul violino.

Paganini apprese la musica dal padre, e racconta: " Non si può facilmente immaginare un padre più severo di lui: quando non gli sembravo abbastanza diligente, con la fame mi costringeva a raddoppiare i miei sforzi, così che ebbi molto a patire fisicamente e la mia salute cominciò a risentirne."; non con il violino però si cimentò inizialmente Niccolò, bensì con altri strumenti a corda: la chitarra, che lo accompagnerà per tutta la sua vita artistica e compositiva, wil mandolino - di cui ascolteremo due composizioni.

La celebrità di Paganini, oltre al suo violino, è legata anche al suo carattere spigoloso, che lo rese più volte impopolare, e ad alcune sue sarcastiche uscite divenute proverbiali ("Paganini non ripete", "Se non studio un giorno, me ne accorgo io. Se non studio due giorni, se ne accorge il pubblico"); nel catalogo di Paganini assai celebri sono i suoi Concerti ed i Capricci per violino solo, mentre fu da lui composta anche molta musica cameristica; ne abbiamo un esempio inusuale nei Duetti concertanti per violino e fagotto (di cui ascolteremo il primo), rimasti inediti a lungo e il cui manoscritto autografo è stato ritrovato solo nel 1990.

Pare che Paganini non amasse suonare la chitarra in pubblico perché la considerava più intima rispetto al violino, mentre quest'ultimo rifletteva appieno la sua appassionata vitalità ed il suo amore per le forti emozioni (tanto che il suo Guarnieri del Gesù - leggendario violino che il musicista lascerà in donazione testamentaria a Genova sua città natale - mantiene ancora oggi l'appellativo di "Cannone"); nel nostro ultimo ascolto i due strumenti sono insieme, in uno dei quartetti op. 5, da Paganini dedicati "alle amatrici".

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