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Quinton "Rampage" Jackson

Intervista esclusiva al Baracus dell'A-Team

Ispirato all’omonima e celeberrima serie cult trasmessa negli anni ’80 e diretto dal regista Joe Carnahan (Smokin’ Aces), A-TEAM segue le scatenate avventure di un gruppo straordinario di ex soldati delle Forze speciali, che sono stati incastrati per un crimine che non hanno commesso. Dopo essere andati in clandestinità, utilizzano le doti uniche che possiedono per cercare di ristabilire la loro reputazione e trovare il vero colpevole. Ad interpretare sul grande schermo una delle icone dell’A-Team, P. E. Baracus, è Quinton “Rampage” Jackson, un marzialista professionista e un importante peso massimo leggero della UFC.
Lo abbiamo incontrato a Parigi in occasione dell’anteprima europea del film e gli abbiamo fatto qualche domanda su questa nuova avventura e sui progetti legati al mondo delle Arti Marziali Miste, meglio conosciute come “MMA”.

 

Hai mai guardato la serie “A-Team” in TV?
Sì la seguivo, assolutamente.
Qual era il tuo personaggio preferito, lo stesso che interpreti nel film?
Il mio personaggio preferito? Senza dubbio P.E. Baracus.
Quali sono le caratteristiche di P.E. Baracus che ti hanno colpito di più e quali ritrovi in te stesso?
Quello che mi piace di lui è il modo di guidare: nel telefilm guidava benissimo. Inoltre lui sistema le cose, fa sempre tutto nel modo giusto. In questo mi piacerebbe essere come lui. Ci somigliamo perché siamo due duri!
Tu hai ricevuto forse l’eredità più importante di tutte: P.E. e il suo interprete Mr. T sono le icone della serie televisiva. È stato più difficile affrontare questo ruolo o un combattimento sul ring?
Un combattimento sul ring è senza dubbio più difficile da affrontare. Quando reciti, il regista può decidere in qualunque momento di gridare “stop!” e interrompere le riprese di una scena e riprenderle in un secondo momento. Quando invece sei sul ring e fai un errore, devi rimanere lì.
Come tutti sanno, tu provieni dalle MMA. Com’è stato il passaggio da questo mondo a quello del cinema? Hai trovato delle somiglianze tra di loro?
Sono due mondi completamente differenti. Potrei sbagliarmi, ma per il momento non ho visto somiglianze sotto nessun punto di vista.
Lasceresti le MMA per passare definitivamente al cinema?
Sì, anzi ho intenzione di ritirarmi. Ho sempre detto che mi sarei ritirato a 35 anni e così farò. Molti dei miei avversari hanno 25 anni, sono giovani, sono veloci, sono forti. Durante l’ultimo ritiro, per esempio, mi sono allenato duramente per settimane, e mi sono fatto anche male a un ginocchio. Non voglio rischiare di farmi male sul serio. Preferisco ritirarmi a 35, dopo comunque quasi 15 anni di carriera.
Il cinema è meno rischioso da questo punto di vista. Ho lavorato con grandi persone e mi sono divertito. Inoltre ti richiede molti meno sacrifici rispetto alla preparazione per le MMA.
Infine, se esistesse realmente un’A-Team, pensi di essere abbastanza folle da poterne fare parte?
Magari sì, ma dipende dalla missione.
Se fosse una missione di guerra?
No, assolutamente. Io non sono un uomo di guerra.

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