A quasi vent’anni dalla sua scomparsa, Frank Zappa resta uno dei musicisti più geniali e sfuggenti della storia del rock.
Forse sarebbe il primo a non essere d’accordo sull’uso del termine rock per album come Hot Rats, Uncle Meat, Yellow Shark.
In realtà, Zappa ha attraversato quella scena con parecchia ironia e senso di distanza, preferendole i riferimenti alle silly songs (canzoncine sceme) dei Cinquanta e la musica contemporanea di Edgar Varèse e Luigi Nono.
Un compositore, direttore d’orchestra e agitatore totalmente autarchico, di cui ripercorreremo i momenti più bizzarri e divertenti, quelli più intensi e capaci di ribaltare i cliché del pop in voga al momento, spesso scandalizzando gli ascoltatori troppo pigri.