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Basilica di Superga

Superga


Sulla collina dove sorge la basilica di Superga, Carlo Pestelli arriva a bordo della storica tranvia a dentiera Sassi-Superga, trenino in uso dal 1884 e recentemente restituito alla città.

All’arrivo, nel piazzale davanti alla Basilica si può ammirare una vista spettacolare su Torino e sull’intero arco alpino, panorama che Jean Jaques Rousseau aveva descritto addirittura come “il meglio che l’occhio umano potesse vedere”.

Con Pestelli visitiamo l’interno della Basilica per toccare con mano la storia del piccolo ducato piemontese che iniziò la sua ascesa con Vittorio Amedeo II, primo Re di Casa Savoia. Fu proprio lui, in seguito a un voto fatto alla Madonna delle Grazie nel 1706, durante l’assedio dei Franco-Spagnoli in Piemonte, che commissionò la Basilica all’architetto messinese Filippo Juvarra, le cui opere nel settecento cambiarono il volto e l’architettura di Torino.

Ma ci sono luoghi in cui l’aria che si respira ha una consistenza diversa, forse perché si percepiscono con più intensità gli eventi che lì sono avvenuti. Questo capita, secondo Carlo Pestelli, anche a Superga, proprio dietro alla Basilica dove, il 4 maggio del 1949, contro il terrapieno della collina andò a schiantarsi l’aereo con a bordo la squadra del Grande Torino; e il famedio con la lapide che ricorda le vittime non ha mai smesso, in quasi settant’anni, di essere meta di un pellegrinaggio laico, diventando un grimaldello della memoria non solo per gli appassionati di calcio e di sport.


Photo credit: Turinboy, modificata da Bruce The Deus, Incola.



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