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La posta del giudice

26 settembre

Gentile Giudice, recentemente mi sono trovato a discutere in pubblico con un amico sul tema dell'aldilà. Io penso che non esista una vita dopo la morte, il mio amico invece sì. Vorrei conoscere anche la sua opinione, ma per favore non menzioni il mio nome, non mi piace fare vedere che chiedo aiuto a Lei, per quanto molto autorevole, su argomenti di questo tipo. Caro direttore Vittorio Feltri, ho seguito la sua polemica con Renato Farina su Libero. Cerchiamo di mettere alcuni punti fermi. Io non la penso affatto come lei. Sicuramente esiste una vita dopo la morte, ma presenta alcune caratteristiche particolari a cui spesso non si pensa. Se si muore troppo giovani, ad esempio, si deve passare tutto un periodo iniziale nell'aldilà con gente che si conosce poco in attesa che arrivino i propri cari e questo può provocare alcune difficoltà, di ambientamento ispecie per chi è timido. Un altro problema si presenta, per chi muore single dopo essersi separato due volte. Cosa succede nell'aldilà? Si vede assegnato un posto vicino alla prima o alla seconda moglie? Oppure, sperabilmente, lontano da entrambe? E sarà possibile trovare una fidanzata terza? E se sì questa sarà gelosa delle storie avute da vivo? Ma soprattutto, dove sarà possibile incontrarla? Ad esempio non certo in una palestra o in una sauna, perché la cura del corpo, nell'aldilà, è molto relativa. E che dire degli extraterrestri? Verranno messi vicino a noi, oppure hanno un aldilà distinto? E se sì, non è discriminatorio? Ho scelto soltanto alcuni aspetti, ma potrei andare avanti. Insomma l'aldilà esiste, ma è così problematico che forse spero che abbia ragione Lei e non esista, per questo auguro a entrambi di farne esperienza il più tardi possibile.
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