[an error occurred while processing this directive]

Note di sceneggiatura

"Dite la verità, "Che Dio ci aiuti" è don Matteo in gonnella..." Quante volte, da quando abbiamo iniziato il lavoro di scrittura della serie, ci è stata posta questa domanda. Da qualcuno con sincera curiosità, da altri con malizia, come a voler sottintendere che scegliere di far indossare ad Elena Sofia Ricci i panni di una suora fosse un modo per sfruttare il grande successo di una serie ormai collaudata, giunta alla sua ottava edizione. Ebbene, la risposta è sì: "Che Dio ci aiuti" è don Matteo in gonnella. Ma è anche molto altro.

"Che Dio ci aiuti" è innanzitutto la storia di una famiglia. Di come una donna, suor Angela si trovi improvvisamente a dover fare i conti con la maternità. Tre ragazze e una bambina entrano infatti nella sua vita e in quella del suo convento, e la sconvolgono. Dai problemi più piccoli, come il permesso di uscire la sera o le liti per chi usa per primo il bagno, a quelli più grandi, che riguardano l’amore, l’affermazione di sé, la scelta del proprio futuro. Il diventare adulti. E se essere una mamma è difficile per tutte, lo è ancora di più per chi, come la nostra suor Angela, si sente completamente impreparata. "Ma non stavamo tanto bene da soli, io e te?!" – dice alzando gli occhi al crocifisso. Poi però sbuffa, si rimbocca le maniche e affronta la sua nuova vita. Nuova vita che riguarda anche quella vecchia perché Marco, il giovane ispettore che si trasferisce nell’appartamento sopra il convento, non è un estraneo per suor Angela. Un segreto li lega. Prendersi cura di lui, accompagnarlo nella sua carriera, far sì che torni ad avere fiducia nelle persone, è il compito più difficile e insieme più emozionante che aspetta la nostra suora.

CONCEPT
Il Convento degli Angeli Custodi, a Modena, è un’isola di pace: chiostro pieno di fiori, piccola cappella, sole sugli archi antichi. Ma la crisi delle vocazioni arriva anche in questo angolo di paradiso. La Curia non può più permettersi di mantenere una struttura così grande con dentro solo cinque suore. Così, di fronte alla prospettiva di chiudere i battenti, la nostra suor Angela ha un’idea: usare le tante stanze vuote per aprire un convitto universitario e trasformare la foresteria in un bar, l’Angolo Divino. "Non ti dovevo dar retta io... la fai sempre facile tu!" – borbotta suor Costanza, la madre superiora. Ed è vero, suor Angela tende ad esagerare, nelle azioni come nei sentimenti. Il piccolo bar diventa centro di aggregazione di tutta Modena, il convitto una seconda famiglia. Perché lei è fatta così, confusionaria, ritardataria, in perenne lotta con l’innata passione per il sonno e la necessità di alzarsi presto per andare alle Lodi, spericolata nella guida come nei sentimenti. Ma anche piena di passione, innamorata della vita, pronta a tutto pur di occuparsi delle “sue ragazze”. E in effetti, le ragazze che vengono a vivere al convitto hanno proprio bisogno di una mano. C’è Margherita, che viene dalla provincia, e non ha mai vissuto da sola. Figlia, nipote e pronipote di pediatri, la nostra Alice nel Paese delle Meraviglie ha però una passione sfegatata per i cadaveri. “Niente è più emozionante di una bella autopsia” – afferma con tono angelico mentre beve la sua tisana della buona notte. E poi c’è Azzurra, che in convitto ci finisce per punizione. Per lei il mondo si divide in sfigati e non. Bella, viziata, la nostra Paris Hilton in convento tratta i suoi innumerevoli pretendenti con la stessa cura che dedica ad un paio di scarpe di Jimmy Choo: ci cammina sopra per un po’ e poi li butta. Ma tra tanti uomini che farebbero qualsiasi cosa per stare con lei, ce ne è uno che invece non la degna di uno sguardo: suo padre. E allora lei scalpita, si mette nei guai, fa casino. E infine Giulia. Bella senza averne l’aria, un talento per l’informatica, Giulia ha una sola preoccupazione: occuparsi di sua figlia. È infatti ragazza madre di Cecilia, nove anni di grazia, gentilezza e straordinaria intelligenza. Per lei ha smesso di studiare, per mantenere lei ora fa l’operaia. Non ha bisogno di nessuno Giulia, tantomeno del padre della bambina, che non sa nemmeno che lei esista. O almeno così vuole fare credere. Ma non è facile far cambiare idea a suor Angela, soprattutto quando ha deciso di aiutarti. E così anche Giulia finisce a vivere in convitto: si occuperà del bar. Margherita/Beth, Giulia/Jo, Azzurra/Amy, Cecilia/Meg, le nostre ‘Quattro Piccole Donne’ non sono sorelle, ma nel corso della storia, sotto la guida attenta e un po’ folle di suor Angela, lo diventeranno. Ma c’è un ma. E si chiama Marco.

Marco Ferrari
è stato un brillante ispettore di polizia. Laurea con il massimo dei voti, maniacale attenzione ai dettagli, cinico sarcasmo, è tanto bravo nelle indagini quando incapace nelle relazioni umane. E forse anche per questo “nerdismo emotivo”, si è messo nei guai. Ha fatto un grave errore in un caso ed ora è in punizione. Niente più indagini per lui. Arriva al Convento degli Angeli Custodi per seguire un caso di omicidio e tra lui e le nostre ragazze è subito scontro. Con suor Angela poi non si può proprio sopportare. Lei gentile, lui scorbutico. Lei confusionaria, lui maniacalmente preciso. Lui ligio alle regole, lei decisamente anarchica. Insomma, sono uno l’opposto dell’altro. E si saluterebbero con grande gioia alla fine del primo caso, se un fantasma non riapparisse dal passato di suor Angela. Un segreto che la lega a doppio filo a Marco. Una verità che glielo fa guardare con occhi improvvisamente diversi: Marco ha bisogno di lei. E il fatto che lui non abbia nessuna intenzione di farsi aiutare, è per suor Angela un dettaglio. “Un uomo in convento! Ma siamo impazziti!?” – si lamenta la superiora quando scopre che suor Angela gli ha aperto le porte dell’appartamentino sopra il bar. E già immagina le catastrofi che possono derivare dal mettere un uomo, e pure affascinante, in mezzo a tre ragazze. Catastrofi che poi si avverano, perché Giulia e Marco hanno un passato insieme (hanno avuto una breve relazione, dieci anni fa... ) e tra loro sono scintille. E anche con Azzurra l’attrazione è innegabile. Insomma, “un pollaio!” – come dice suor Costanza. Ma sa che è inutile lamentarsi, quando Angela ha deciso una cosa, è impossibile farla tornare indietro. Starà vicino a Marco, lo aiuterà ad aprire il suo cuore. E se per farlo sarà costretta ad aiutarlo nelle indagini, che indagini siano! In fondo, da padre Brown a don Matteo, di preti che indagano c’è ormai una tradizione. Vuol dire che stavolta, a far da compagno ad un poliziotto, ci sarà lei, una suora.

Un giallo illuminato di commedia, un family in convento, ma soprattutto la storia di come sia difficile e insieme meraviglioso crescere, questo è "Che Dio ci aiuti". E don Matteo in gonnella, anche.
[an error occurred while processing this directive]