Fuori orario

Dal 15 al 21 luglio 2018

In onda dal 15 al 21 luglio 2018

Domenica  15  luglio    2018                                 RAI3                 dalle  00.30  alle   06.00   (330’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

VOCI DAGLI ALTRI

I DOCUMENTARI DI GIUSEPPE TAFFAREL

 

 

 

 

UN GIORNO ALLA SETTIMANA

(Italia, 1966, col., dur., 16’58”)

Regia: Giuseppe Taffarel

Toni è un anziano che vive in una casa di riposo di Vittorio Veneto (Treviso). Ogni notte ha un incubo: i corvi lo assaltano e gli beccano il viso, lui rimane impietrito. Per lui, la casa di riposo è la sala d’attesa della morte, ma ha ancora voglia di vivere. Attorno, altri anziani a letto e alla mensa. Un giorno alla settimana Toni attraversa il centro di Vittorio Veneto, si inerpica a piedi lungo una stradina bianca e raggiunge il suo piccolo paese: gli piacerebbe morire lì, anche se è un paese di montagna povero, abbandonato dai giovani.

 

 

SOLITUDINE

(Italia, 1966, b/n, dur., 22’39”)

Regia: Giuseppe Taffarel (1966, 23')

Cortometraggio preparatorio a un lungometraggio non realizzato. La vita di un barbone a Roma. L'anziano suona la chitarra per strada tra i passanti. Sotto un ponte del Tevere si fa un letto di cartoni; una vecchia lo raggiunge, lava dei fazzoletti nel fiume e lui le si avvicina.

 

 

LA MONTAGNA DEL SOLE

(Italia, 1966, col., dur., 13’22”)

Regia: Giuseppe Taffarel

Il cortometraggio narra delle difficili condizioni di vita di una comunità di contadini montanari delle Prealpi bellunesi-trevigiane alla metà degli anni Sessanta (quando il progresso industriale del nord-est era ancora un miraggio). Riuniti in un gruppo, che comprende anche dei bambini, sono costretti a risalire la ripida cima della montagna per tagliarne l'erba fino all'ultimo filo sulla roccia. Il fieno serve a nutrire i bovini, unica fonte di sopravvivenza durante il freddo inverno.

 

 

SURF CASTING

(Italia, 1966, col., dur., 16’32”)

Regia: Giuseppe Taffarel

Un excursus tra varie tecniche di pesca sportiva, con un occhio di riguardo al surf-casting o pesca a lancio pesante da riva, di origine inglese, che consente lanci fino a 70 metri, da effettuare con mare mosso (che favorisce l'avvicinamento dei pesci grossi a riva), con cannolicchio fresco come esca.

 

 

 

 

 

IL CONTADINO CHE VIENE DAL MARE

(Italia, 1967, col., dur.12’35”)

Regia: Giuseppe Taffarel,

I vigneti di Bagnara Calabra (in provincia di Reggio Calabria) sorgono sulla viva roccia a strapiombo sul mare. Piccole terrazze costruite dai pescatori del luogo, in secoli di fatiche, durante le giornate in cui non era possibile pescare. Il cortometraggio descrive la vita di una coppia di contadini/pescatori divisi tra la vigna e la pesca in mare.

 

 

UCCELLAGIONE TRADIZIONE ANTICA

(Italia, 1967, col., dur., 12’49”)

Regia: Giuseppe Taffarel 13’ 1967 colore

Vengono illustrate le antiche tecniche per la caccia agli uccelli, praticate ancora in Veneto e Friuli Venezia Giulia. (che oggi sarebbero forse vietate o comunque contestate)

 

 

LAGUNA

(Italia, 1968, b/n, dur., 17’14”)

Regia: Giuseppe Taffarel

Tutti gli isolotti, anche di pochi metri quadrati, che formano la laguna di Grado (provincia di Gorizia), sono abitati da pescatori. Una capanna per ogni isolotto, raramente due capanne. Si pesca col sistema della bassa e alta marea che scopre e allaga vaste zone melmose affioranti.

 

LEGNA DA ARDERE

(Italia, 1969, b/n, dur., 13’12”)

Regia: Giuseppe Taffarel

Enzo ha sette anni. Assieme alla sorellina, che ne ha due, spesso, invece di andare a scuola, passa le giornate alla foce di un fiume, a raccogliere la legna portata dalle mareggiate, per aiutare l’economia famigliare. Talvolta sono tronchi di grandi dimensioni, che il bambino fatica a smuovere. Di tanto in tanto, un pescatore getta le reti. La madre lavora a servizio, il padre fa il muratore: ha costruito la loro casa di notte, da solo, una casa abusiva prima che arrivasse la concessione del demanio.

 

 

VOCI

(Italia, 1969, b/n, dur., 15’36”)

Regia: Giuseppe Taffarel

Un altro suo film di denuncia sociale  che racconta la storia di un povero pensionato che cerca di sopravvivere in qualche modo con una pensione di sole 1.000 lire al mese. La moglie, dalla tomba, gli ripete per l’ennesima volta la ricetta dei raviolini con gli spinaci. Al figlio (morto di tubercolosi polmonare a 23 anni) si rivolge chiamandolo coniglietto, lui ribatte di aver fatto il militare. Il cortometraggio termina con l’anziano solo nel suo letto. Spegne la luce sul comodino e pensa alla morte come a una liberazione.

 

LA MARATONA DELLE NEVI

(Italia, 1970, b/n, dur., 13’10”)

Regia: Giuseppe Taffarel

Una gara di fondo sui 30 km. nella zona di Auronzo: l'impegno fisico di uno sport che dimostra la volontà dell'uomo di vincere le difficoltà di un percorso arduo ed estremamente lungo. Ma insieme è il documento di una necessaria preparazione tecnica dei concorrenti.

 

 

 

Venerdì  20   luglio    2018                                 RAI3                 dalle  00.45  alle   06.00   (315’)

Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto

 

presenta

 

 

 

SPECCHI SCURI D’EUROPA

(1)

 

a cura di Roberto Turigliatto

 

 

 

 

UNSERE NAZI / NOTRE NAZI (IL NOSTRO NAZISTA)                          FILM

(Francia-Germania 1984, col., 113’28”, v.o. sottotitoli italiani)

Regia: Robert Kramer

Con: Alfred Filbert (Doktor “S”,), Thomas Harlan (il regista), Hertz Nativ (il truccatore), Ursula Langmann (l’interprete), Henri Alekan (il direttore della fotografia)

Presentato al Festival di Venezia del 1984 il film è stato realizzato (originariamente in video, con Kramer anche operatore) sul set di Wundkanal di Thomas Harlan (figlio di Veit Harlan). Quest’ultimo era un inclassificabile ibrido di finzione e documentario. Un vecchio viene rapito da un gruppo di estremisti e interrogato sulle sue attività di criminale nazista, quando come comandante delle SS si era reso responsabile dello sterminio di centinaia di prigionieri politici attraverso la tecnica della manipolazione al suicidio. Nel film il vecchio Filbert, criminale di guerra in carcere,  interpreta se stesso. Kramer ritiene che il suo film abbia poco a che vedere con l’altro, “è come se il film di Thomas Harlan funzionasse da location per il mio. E’ un tentativo molto vitale di entrare all’interno di un enigma. E’ uno dei film più interessanti sull’abisso che esiste tra il Nuovo Mondo e l’Europa. Credo che il film riguardi tre persone. Me, Filbert e Thomas Harlan e ruota attorno al problema di come giudicare. Chi ha il diritto di giudicare? Quali sono gli strumenti giusti per giudicare? Attorno all’idea stessa del male” (Robert Kramer). Kramer avrebbe continuato la sua riflessione sul “cuore di tenebra europeo” nel successivo Berlin 10/90 del 1991. 

 

FORZE OCCULTE

(Forces occultes, Francia 1943, b/n, dur. 40'47”, v.o. sottotitoli italiani)

Regia: Paul Riche (pseud. di Jean Mamy)

Con: Maurice Remy, Gisele Parry, Marcel Vibert, Auguste Boverio

Raro film di virulenta propaganda filonazista realizzato nella Francia di Vichy. Commissionato dalla Propaganda-Abteilung Frankreich, servizio di propaganda nazista del comando militare tedesco nella Francia occupata, il film presenta un torbido attacco alla massoneria, al parlamentarismo e agli ebrei. I tre autori (lo sceneggiatore Jean-Marquès-Rivière, il produttore Robert Muzard e il regista Jean Mamy) furono tutti condannati dopo la fine della guerra per collaborazionismo e delazione.  Muzard e Mamy furono condannati a morte.

Un giovane deputato idealista  viene convinto ad aderire  alla Massoneria (il Grand Orient de France) ma si rende presto conto della corruzione e degli scandali politici che vi vengono tramati, e soprattutto (e questo è l’intento principale del film) scopre che i massoni si sono alleati con gli ebrei per condurre la Francia alla guerra contro la Germania.

 

 

LA PAURA                                              FILM

(Italia, 1955, b/n, dur., 75’21”)

Regia: Roberto Rossellini

Con: Ingrid Bergman; Mathias Wieman; Renate Mannhardt; Kurt Kreuger.

Ultimo film della coppia Rossellini-Bergman, tratto dalla novella omonima di Stefan Zweig pubblicata nel 1910. La versione con aggiunto il sottotitolo “non credo più all’amore” rappresenta la seconda versione italiana (l’altra si intitola La paura) ed ha il finale diverso con Irene che non perdona il marito, sequenze aggiunte che non compaiono nelle altre versioni, una voce fuori campo che accompagna lo svolgimento della tormentata relazione tra Irene e il marito. Questa edizione, la più breve di tutte, fu fatta uscire nei cinema nel 1958 dopo la notizia della separazione tra Rossellini e la diva svedese, relazione che aveva fin dall’inizio ricevuto le attenzioni di rotocalchi e giornali scandalistici. Le versioni originali del film restano quella inglese (Fear) e tedesca (Angst) girate in parallelo a Monaco di Baviera nel 1954.

 

 

 

Sabato    21      luglio   2018           RAI3                            dalle 02.00  alle 6.00  (240')                       Fuori Orario cose (mai) viste

di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto 

 

presenta 

 

 

SPECCHI SCURI D’EUROPA

(2)

 

a cura di Roberto Turigliatto

 

 

 

IL SALVATORE                                  FILM

(Le Sauveur, Francia, 1971, colore, v. o. sottotitoli in italiano, dur. 89’48’)

Regia: Michel Mardore

Con: Horst Buchholz, Muriel Catala, Hélène Vallier, Roger Lumont, Frédèric Norbert, Henri Vilbert, Danièle Ajoret, Michel Delahaye, Jacques Serres

Siamo nel 1943, durante l'occupazione tedesca. In un piccolo e sperduto paese della campagna francese, Nanette, una ragazza di 14 anni, soccorre un paracadutista ferito che dice di essere un inglese che ha perso i contatti con la resistenza. La ragazza, che subisce il fascino dell'uomo e se ne innamora, lo aiuta a nascondersi e instaura con lui una relazione. L'uomo però è in effetti un infiltrato tedesco che intende scoprire i nomi dei dissidenti e che intende servirsi della ragazza per raggiungere il suo scopo. Riuscirà nell'intento grazie alla ingenua devozione di Nanette. Molti anni dopo, quando l'uomo tornerà nel paese a rivisitare i luoghi della sua sporca azione, Nanette, ormai invecchiata e appesantita nella  figura e col peso di quella lontana colpa sulle spalle, avrà così modo e occasione per portare a termine la sua vendetta. Esordio alla regia dell’importante critico cinematografico Michel Mardore, che si basa sul suo stesso romanzo omonimo. Con un piglio alla Chabrol, il film racconta la perdita dell’innocenza mescolando violenza politica e libertà fantastica.

 

 

COGNOME E NOME: LACOMBE LUCIEN            FILM

(Francia-Italia, 1974, col., 132’09”)

Regia: Louis Malle

Con: Pierre Blaise, Aurore Clément, Holger Löwenadler

Scritto da Malle in collaborazione con lo scrittore Patrick Modiano, premiato nel 2014 col Nobel “per l’arte della memoria, con la quale ha evocato i destini umani più inafferrabili e svelato il mondo dell’Occupazione”.

Nel giugno 1944  il giovane Lacombe Lucien torna presso la sua famiglia. Il padre è prigioniero di guerra in Germani, la madre vive con il sindaco del villaggio. L’adolescente chiede al suo insegnante di farlo entrare nella Resistenza ma quest’ultimo rifiuta a causa dell’età di Lacombe. Arrestato per sbaglio dalla polizia il giovane denuncia l’insegnate e si unisce al corpo ausiliario della Gestapo francese, quando ormai  il periodo del’Occupazione volge al termine.   La sua storia d’amore con una ragazza ebrea lo porterà all’uccisione di un ufficiale tedesco e alla cattura da parte dei partigiani che lo condanneranno a morte.   

 

 

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