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Domenica 2 ottobre 2016 RAI3 dalle 1.05 alle 6.00 (295’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
SPONDE – NEL SICURO SOLE DEL NORD prima visione TV
(Italia/Francia , 2015, col., 60’22”)
Regia: Irene Dionisio
Realizzato dall’autrice prima di Le ultime cose (2016), suo esordio nel lungometraggio di finzione, presentato recentemente a Venezia nell’ambito della Settimana Internazionale della Critica.
Sponde. Tunisina e Lampedusana, porta d'Europa. A separarle 60 miglia di mare, il Mediterraneo, rotta di migrazioni. Un fenomeno che le più recenti scritture della catastrofe raccontano non tanto in termini di spostamento quanto di strage: 35.000 è il numero delle persone morte, fino a oggi, nel tentativo di raggiungere le coste europee. Mohsen Lidhabi, postino di Zarzis, cercando sulla spiaggia materiali per le proprie sculture, scopre un corpo. Senza troppe domande decide di dare allo sconosciuto degna sepoltura. Come Vincenzo, becchino in pensione, che si trova, a Lampedusa, nella stessa situazione. I due, per quanto fatto, diventano motivo di polemica nelle rispettive comunità, entrambe corrotte da un'idea d'identità che si esprime nel rifiuto. Ma di fronte al “secol superbo e sciocco” non resta altro da fare che stringersi in “social catena”: un giorno Vincenzo riceve una lettera scritta in francese da un mittente sconosciuto che, come lui, ha compiuto l'unico gesto di umanità possibile di fronte ai morti senza nome arrivati dal mare. (Dalla scheda del catalogo di Filmmaker Milano, 2015)
HONG KONG CITTA' DI PROFUGHI primo episodio
(Italia, 1980, col., prima puntata: 45’)
Regia: Vittorio De Seta
Documentario in tre puntate prodotto dalla RAI di cui presentiamo la prima, dedicata prevalentemente all’arrivo dei boat people dal Vietnam a Hong Kong
“Ad Hong Kong, oltre a 60mila vietnamiti, ci sono centinaia di migliaia di emigrati cinesi”. (De Seta)
1° episodio. Un aereo in avvicinamento all'aeroporto di Hong Kong; foto fisse di "boat people", i profughi dal Vietnam che arrivati a destinazione dovranno attendere in porto mesi prima di poter sbarcare. L'aereo è atterrato in una città ultramoderna, tutta grattacieli. Nella sua baia ci sono barche sovraffollate di profughi. Uno dei campi di transito è nei capannoni in disuso della Compagnia delle Indie, stracolmi di gente. Riso e verdura sono amministrati a grandi secchi.
Hong Kong in realtà è una città cinese: porto franco, città cerniera tra capitalismo e comunismo, frutto di un compromesso, rappresenta una mediazione tra la Cina e il resto del mondo. Ogni anno duecento-trecentomila persone entrano clandestinamente, soprattutto immigrati illegali dal resto della Cina, molti sono giovani così l'età media della popolazione è di ventiquattro anni. Il lavoro, la vita in comune ha reso indistinguibili cinesi, vietnamiti e locali. .
LOTTANDO LA VITA (EMIGRATI ITALIANI A BERLINO)
(Id., Italia 1975, b/n, 99’15”)
Regia, fotografia, montaggio: Videobase (Anna Lajolo, Guido Lombardi, Alfredo Leonardi)
Storie di emigranti italiani a Berlino negli anni ‘70. Gli autori rifiutano qualsiasi etica del sacrificio e qualsiasi giustificazione consolatoria per una visione critica senza concessione e mettere a nudo il senso della ferocia necessaria per strappare la sopravvivenza alla vita misera cui gli emigrati sono costretti dal sistema economico e sociale.
FRAMMENTI ELETTRICI - N. 7 - GYPSIES TOWARD BAMYAN
(Italia 2012, col., 7' )
Regia: Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi
I Frammenti elettrici (a cui Fuori Orario partecipa produttivamente) partono da ricerche d'archivio e ritrovamenti di materiali e pellicole girate in varie parti del mondo. Qui l’Afganistan prima della guerra, gli zingari Kuchis, una festa, una carovana. Musica composta da Djivan Gasparyan.
BRANI da STORIE DELL’EMIGRAZIONE
(Italia, 1972, b/n, 45’)
Regia. Alessandro Blasetti
Un’inchiesta televisiva dedicata agli emigrati italiani ispirata al racconto Il lungo viaggio di Alessandro Sciascia. Il contadino, l’emigrante in prima persona raccontano se stessi, la loro storia, la storia di un’Italia povera e sottosviluppata. Si parla dunque di storie e non di storia, di storie individuali che vanno però a confluire in una storia collettiva, la storia del miracolo economico.
VENERDI 7 OTTOBRE 2016 RAI3 dalle 01.55 alle 06.00 (245’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
AMORE, PIOMBO E FURORE: IL CINEMA DI PASQUALE SQUITIERI
Nato a Napoli nel 1938 – siamo ancora negli anni del ferro e del fuoco – Pasquale Squitieri studia per diventare avvocato; ben presto l’interesse per il cinema lo porta a Roma e a mantenersi scrivendo, come vice, recensioni di film per Paese Sera. Del periodo napoletano si porta dietro l’amicizia con Francesco Rosi, con cui collabora (anche come attore) in alcuni allestimenti teatrali. A Roma frequenta l’ambiente artistico e cinematografico off ed indipendente; cinema e politica sono “il mio pane quotidiano, Glauber Rocha il mio maestro...”, Così l’esordio avviene con un film singolarissimo, prodotto da Vittorio De Sica, IO E DIO, in cui teologia della liberazione, spinte sovversive e terzomondiste sono declinate secondo i canoni del melodramma rusticano nostrano. E’ solo l’inizio di quel suo personalissimo corpo a corpo con i generi classici del cinema, che per di più Squitieri affronta calando sempre le sue storie nelle contraddizioni del presente; sia che si parli della camorra come del terrorismo, dell’alienazione del lavoro in fabbrica come della nuova emigrazione straniera, della droga come dei misteri politici che accompagnano momenti cruciali della nostra storia. Squitieri non teme mai di sporcarsi le mani e il suo cinema, che molte volte si presenta come ruvidamente scostante, è sempre personalissimo; sia nelle produzioni più ricche come in quelle dove l’indipendenza produttiva è giocoforza imposta, esibita ed orgogliosamente rivendicata dalla ristrettezza dei mezzi.
Con:
ATTO DI DOLORE (Italia/Francia 1990 COLORE) durata 105’54”
regia Pasquale Squitieri; soggetto e sceneggiatura P. Squitieri, Sergio Bianchi, Nanni Balestrini, Fabio Traversa; fotografia Romano Albani; montaggio Fiorenza Muller, scenografia Massimo Carubelli,; costumi Marina Campanale
con Claudia Cardinale, Bruno Cremer, Karl Zinny, Giulia Boschi, Memè Perlini, Ferruccio De Ceresa, Enrico Lo Verso, Clara Colosimo, Gabriele Muccino
Globo d’Oro 1992 a Claudia Cardinale come migliore attrice
Squitieri prende di petto, da par suo, il dramma sociale della droga...Claudia Cardinale scolpisce il personaggio di una tragica “madre coraggio” contemporanea, offrendo corpo ed anima ad un atto d’accusa che si presenta crudelmente senza scampo.
SABATO 8 OTTOBRE 2016 RAI3 dalle 01.45 alle 06.00 (255’)
Fuori Orario cose (mai) viste
di Ghezzi Baglivi Di Pace Esposito Fina Francia Fumarola Giorgini Luciani Melani Turigliatto
presenta
AMORE, PIOMBO E FURORE: IL CINEMA DI PASQUALE SQUITIERI
a cura di Paolo Luciani
con i film
CAMORRA (Italia 1972 COLORE) durata 108’06”
regia Pasquale Squitieri; soggetto e sceneggiatura P. Squitieri; fotografia Guido Albonico; montaggio Daniele Alabiso; musica Manuel De Sica
con Fabio Testi, Jean Seberg, Raymond Pellegrin, Charles Vanel, Germana Carnacina, Enzo Cannavale, Ugo D’Alessio, Alberto Farnese, Enzo Turco, Nino Vingelli, Paul Muller
Ricognizione, quasi in presa diretta, del fenomeno camorristico, ancora sconosciuto al grande pubblico; lo strumento usato da Squitieri è quello classico del melodramma poliziesco, attraverso l’affresco duro e sanguigno dell’ascesa criminale di un teppista.
L’AMBIZIOSO (Italia 1975 colore) durata 102’10”
regia Pasquale Squitieri; soggetto Carlo Rivolta; sceneggiatura C. Rivolta, P. Squitieri; fotografia Eugenio Bentivoglio; montaggio Mauro Bonanni; musica Franco Campanino; scenografia Franco Calabrese; costumi Robertp Ranucci
con Joe D’Alessandro, Stefania Casini, Raymond Pellegrin, Benito Artesi, Ferdinando Murolo, Pietro Torrisi, Giovanni Cianfriglia
Altro melodramma criminale di Squitieri; questa volta è il fenomeno del contrabbando ad essere affrontato, quasi solo un pretesto per costruire una fiammeggiante tragedia in cui la brama del potere, l’onore il destino non danno scampo al protagonista.