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La King Kong Five di Oliviero Toscani

Venerdì 10 marzo alle 16.30

“La vita ha senso solo se si vive “contro”. Il conformismo uccide la creatività e finisce per annientare l’uomo”.
“La televisione è come la cacca. Si fa ma non si guarda”. 

“La fotografia è diventato il mezzo di comunicazione più importante che c’è. Il 98 per cento di quello che conosciamo lo abbiamo appreso dalle immagini e su queste immagini abbiamo formato le nostre opinioni, la nostra cultura, le nostre decisioni. La realtà è ciò che vediamo della realtà”.

“La fotografia deve rubare l’anima, ritrarre qualcosa di intangibile.  La mia ricerca consiste nel togliere dalla fotografia tutto il virtuosismo. Photoshop è il massimo del degrado. Voglio togliere l’estetica dell’immagine per arrivare a ciò che c’è dentro l’essere umano”.
(Oliviero Toscani)

Prosegue fino al 27 aprile alla Whitelight Art Gallery di Milano, la mostra “Più di 50 anni di magnifici fallimenti”, un'esposizione che mette in scena la potenza creativa e la carriera del fotografo, attraverso le sue immagini più note che hanno fatto discutere il mondo su temi come il razzismo, la pena di morte, l’AIDS e la guerra. 

Oliviero Toscani porta a King Kong le sue 5 canzoni preferite, da Lou Reed a Lucio Dalla passando per i suoni primordiali africani, e ci racconta una vita di progetti e incontri straordinari.

Radicale e provocatorio, Oliviero Toscani nasce a Milano nel 1942 ed è figlio d’arte: suo padre, Fedele, è stato il primo fotoreporter del Corriere della Sera.

Si diploma a Zurigo nel maggio del 1965 e finalmente può cominciare quella che si sarebbe rivelata una carriera scintillante.

Agli inizi degli anni ’70 decide di trasferirsi a New York, frequenta la Factory di Andy Warhol e fotografa tutti i protagonisti della scena musicale e creativa di allora: Mick Jagger, Joe Cocker, Alice Cooper, Lou Reed.

Il suo primo grande scandalo è del 1973: fotografa in primissimo piano il fondoschiena di Donna Jordan con su i jeans della marca Jesus e ci piazza sopra lo slogan “Chi mi ama, mi segua”.

Nel 1982 avviene invece l’incontro che cambia il mondo della comunicazione: Toscani inizia a realizzare le campagne per Benetton e a usare il mezzo pubblicitario per parlare dei problemi del mondo.
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