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Libri in archivio - Ed. 2013/2014

Tempo di imparare - La caduta

Tempo di imparare - Valeria Parrella

Fare il nodo ai lacci delle scarpe, colorare dentro i contorni, lavare bene i denti, salire scale sempre nuove senza stringere per forza il corrimano. E poi: avere lo sguardo lungo, separare l'ansia dal pericolo vero, vincere, perdere, aspettare, agire, confidarsi, farsi valere, rassegnarsi. A dover imparare tutto ciò, in questo romanzo, sono una donna e il suo bambino. Davanti a loro tutti gli ostacoli possibili, e per fronteggiarli hanno a disposizione molta paura e altrettante armi. La paura è quella di non farcela, e le armi sono le stesse della letteratura: nominare le cose, percorrerle, trasfigurarle, lasciarle andare.  Si muovono tra fisioterapisti e burocrati, insegnanti e compagni di classe, stringendo nel pugno una parola difficile che comincia per «H», e che sembra impossibile far germogliare. Valeria Parrella racconta il momento in cui la relazione tra ogni genitore e ogni figlio si strappa, il binomio si scompone, e ci si guarda da lontano: per intero.

 


La caduta - Diogo Mainardi

Un libro sulla paternità, sulla felicità di essere padri e sull'amore suscitato dalla nascita di un figlio. Tito è nato tredici anni fa con una paralisi cerebrale, a causa del terribile errore di un medico, in un ospedale di Venezia. Quando la disabilità è stata diagnosticata, Diogo ha vissuto una settimana di «angoscia e terrore». Poi è successo qualcosa. Sua moglie Anna è caduta inciampando in un tappeto, Tito si è messo a ridere, Diogo si è messo a ridere, Anna si è messa a ridere. «La comicità slapstick era un linguaggio che capivamo tutti. Tito cade. Mia moglie cade. Io cado. Ciò che ci unisce - che ci unirà sempre - è la caduta». Diogo ha capito che Tito aveva bisogno di essere amato per quello che era, senza patetismi. Ciò che ci accomuna, «disabili» e «abili», è la caduta come categoria dello spirito: siamo nati come esseri in bilico, ognuno instabile a modo suo. Questo libro è dunque anche un'accusa formidabile contro il cliché della «normalità». Diogo ha adattato il suo racconto al linguaggio del figlio. E la storia universale viene letta attraverso la storia di Tito.

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