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Origini storiche e significato dei caroselli

Il festeggiamento dell’anniversario dell’Arma dei Carabinieri è da sempre un momento carico di emozioni, rese ancor più forti quando i reparti, in sfilata, lasciano Piazza di Siena per far spazio alle esecuzioni del Reggimento Carabinieri a cavallo: il Carosello equestre e la Carica. Il Carosello è un alternarsi fluido e ritmico di figure complesse e non prive di un certo rischio, eseguite con grande abilità e perizia, degna di quella tradizione della cavalleria italiana della quale i carabinieri del Reggimento e, più estesamente, l’Arma intera sono fedeli e rigorosi custodi.

La carica, invece, è un turbinare di pennacchi tra il balenio delle sciabole sguainate e lo sventolare dello stendardo, sottolineato dal grido "Pastrengo!" in memoria dell’eroica battaglia di Pastrengo del 30 aprile 1848. Si tratta di esibizioni che esaltano i sentimenti persino dei più disincantati, anche perché sono la celebrazione di un rito, memoria di dedizione, coraggio ed entusiasmo: da sempre valori del carabiniere.

Il Carosello deriva dagli antichi tornei che hanno origine lontana e che assunsero variamente nel tempo significati ed emblemi. La loro frequenza aumentò dopo il ritorno dei cavalieri cristiani dalle Crociate e in particolare per le rivalità esistenti tra gli ordini cavallereschi degli Ospedalieri e dei Templari.

Talvolta nei tornei si misuravano alcune decine di cavalieri. Le regole che governavano la contesa erano molto severe ed avevano soprattutto lo scopo di assicurare la lealtà degli scontri e di evitare possibili conseguenze mortali per ferite inferte dalla lancia o dalla spada.

Più tardi iniziò l’uso che gli araldi leggessero prima dello scontro le norme che dovevano regolare il torneo, sia che questo avesse luogo ad armi cortesi (quelle dell’emulazione, priva di violenza) sia con armi da battaglia.




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