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Protagoniste: Akiko Suwanai

in onda venerdì 10 settembre alle ore 14,30

Protagoniste: Akiko SuwanaiSuona un preziosissimo Stradivari (il "Delfino", affidatole dalla Nippon Music Foundation) che era appartenuto al grande violinista Jascha Heifetz; con esso Akiko Suwanai esprime al meglio le sue grandi doti di giovane interprete.

Akiko è nata nel 1972 e per i suoi studi iniziati in Giappone viaggia molto (Columbia University, Juilliard School, Hochschule di Berlino); nel 1990 entra nella storia del Concorso Internazionale Ciajkovskij come la più giovane vincitrice, e da allora i suoi viaggi non sono più quelli di una studentessa che si perfeziona, ma quelli di una professionista che gira il mondo in una brillante carriera solistica; leggiamo il suo nome accanto a quelli di Boulez, Maazel, Mehta, Ozawa, Sawallisch, Gergiev e Ashkenazy; Akiko ha suonato con i Berliner Philharmoniker, le orchestre di New York, Los Angeles, Boston, Washington, Philadelphia, Sydney, Melbourne e Cincinnati, Seattle, Amsterdam nonché in molti festival americani ed europei.

La bellezza della giovane musicista, mostrata sulle copertine dei suoi dischi, ci riporta alle preziosità delle lacche giapponesi, alla brillantezza dei colori, alla caratterizzazione della forma, al gusto per le sfumature, tutte qualità che la stampa ha ritrovato e sottolineato nel suo apprezzato modo di suonare.

Nel dicembre del 2005 Akiko ha compiuto una tournée in Giappone con la Chamber Orchestra of Europe; in questa occasione ha inciso alcuni concerti di Johann Sebastian Bach in cui la Suwanai oltre che solista figura anche come direttore; ne ascolteremo due, entrambi in re minore; il primo è il Concerto per violino, oboe, archi e continuo BWV 1060, in cui accanto alla violinista giapponese c'è l'oboista francese François Leleux; nel secondo invece, il Concerto per due violini, archi e continuo BWV 1043, l'altro solista è il violinista Volkhard Stende, primo violino dei Wiener Philharmoniker.

A Felix Mendelssohn Bartholdy la prima idea del Concerto per violino e orchestra op. 64 venne nel 1838, quando scrisse all'amico Ferdinand David, primo violino dell'orchestra del Gewandhaus di Lipsia di cui egli era direttore: "Potrei anche comporre per te nel prossimo inverno un concerto per violino; ne ho in mente uno, in mi minore, il cui principio non mi lascia tranquillo"; David ne sarà il pr [Akiko Suwanai] imo interprete nel 1845; una gestazione così lunga fu probabilmente dovuta al travaglio di un lavoro in cui Mendelssohn condensa tutti i presupposti formali più innovativi (strutturazione interna, ruolo dello strumento solistico non semplicemente giustapposto all'orchestra ma organicamente integrato ad essa nella resa espressiva di temi e motivi) e li concilia "classicamente" con la sua visione della tradizione, in quel magico e miracoloso equilibrio che caratterizza il grande compositore; il Concerto è qui eseguito da Akiko Suwanai con la Czech Philharmonic Orchestra diretta da Vladimir Ashkenazy.

Il brano che segue, ugualmente celebre, è noto ad ogni violinista che si rispetti, ma il suo autore, che non gode della popolarità di Mendelssohn, è massimamente eseguito e ricordato per questa composizione; si tratta di Max Bruch e del suo Concerto per violino e orchestra op. 26; nella produzione del musicista tedesco si trovano anche Sinfonie, Lieder, un Oratorio, pezzi corali e musica da camera, ma il contemporaneo di Brahms - che non volle seguirlo nel percorso evolutivo della musica sinfonica ma che nemmeno si lasciò conquistare dalle istanze wagneriane - rimane, tra i musicisti del tardo Romanticismo, uno dei meno frequentati.

L'incisione che ascoltiamo è stata realizzata a Londra nel 1996, ed oltre ad Akiko Suwanai, che in questo concerto effonde grande lirismo e vigore espressivo, l'esecuzione di affidata alla Academy of St. Martin-in-the-fields diretta dal suo fondatore e direttore storico, Sir Neville Marriner.

Wikipedia, biografia di Aikiko

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