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A Pier Matteo Renzani

la lettera di lunedì 26 novembre

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    Complimenti signor Renzani,

    non so se lei sia già un potenziale premier, ma di sicuro è diventato un format televisivo. La sfida fra il giovane che vuole mandare a casa la nomenclatura e l’erede dell’unico modello di comunismo di successo, quello delle coop, ha avuto il merito di restituire ai cittadini la voglia di guardare i dibattiti politici, ma soprattutto di uscire di casa per andare a compiere il gesto fondante di ogni democrazia: il voto. Grazie a lei, signor Renzani, in queste settimane abbiamo imparato a conoscere il significato della parola rottamazione e qualche nuova, ardita metafora sullo smacchiamento dei giaguari. Ci siamo fatti una cultura sulle regole per iscriversi alle primarie, sui finanziamenti delle campagne elettorali, su chi aveva amici alle Cayman e su quante legislature hanno fatto la Bindi e Massimo D’Alema. Ora però è arrivato il momento di parlare d’altro. Di politica. Di dire dove, e come, lei intende spostare questo Paese irrigidito dalla paura e immobilizzato dai conservatorismi. Questa settimana vorrei sentirla parlare di cose ideali ma concrete, dei suoi sogni e del modo di tradurli in realtà. Vorrei sapere cosa intende fare dei soldi delle nostre tasse. Li userà, come sempre è avvenuto in passato, per distribuire un po’ di finto benessere alle tante corporazioni che mugugnano alle sue spalle? Oppure utilizzerà quei denari per dotare tutto il territorio italiano della banda larga, per dare incentivi agli insegnanti più bravi, per finanziare la ricerca, per sostenere l’innovazione, per istituire un fondo per la bellezza che consenta l’accesso al credito a tutti quei giovani che si impegnino a lavorare nel turismo, nell’ambiente, nella cultura, nella messa in sicurezza del territorio? Insomma, Renzani, lei penserà solo al piccolo cabotaggio del presente o avrà il coraggio di coniugare i verbi al futuro? E nella sua opera di rinnovamento saprà essere così sicuro di sé da rinunciare alla facile tentazione di circondarsi di mediocri obbedienti per chiamare invece al suo fianco delle persone indipendenti ma piene di talento? Signor Renzani, se lei parlerà anche solo di alcune di queste cose, la politica in Italia ricomincerà a sembrare una cosa seria e persino una cosa bella. E, forse, avrà anche il mio voto.
    Buonasera.

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