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Progetto Wagner: Die Meistersinger von Nürnberg

in onda martedì 29 ottobre alle ore 19,20

Progetto Wagner: Die Meistersinger von Nürnberg

Quando un musicista pone la musica a soggetto esplicito di un proprio lavoro c’è da aspettarsi qualcosa di speciale; a conforto di questa affermazione basterebbe disturbare il “divino Claudio” (Monteverdi naturalmente), che proprio alla Musica fatta personaggio affidò il Prologo del suo “Orfeo”, aprendo ufficialmente l’era dell’Opera in Musica con una sorta di esauriente quanto splendido manifesto programmatico.

Per I maestri cantori di Norimberga Richard Wagner guarda non a mito o leggende ma alla storia germanica, risalendo al Rinascimento, quando la musica e il canto si affermano come arti ufficiali all’interno della società tedesca; dalla fine XIV secolo in Germania erano sorte in diverse città le corporazioni artigiane di musicisti-poeti – i Meistersinger appunto -  associazioni ufficialmente riconosciute con proprie regole e tradizioni che accoglievano gli eredi spirituali dei più antichi Minnesänger.

Mentre quelli erano però cantori dell’amor lirico e cortese, spesso di nobili origini, i Maestri cantori del ‘500 erano borghesi ed artigiani inseriti in una nuova struttura sociale; nelle loro scuole la musica era vista come una delle attività artigiane (i musicisti erano poeti ma spesso anche sarti, tessitori o – come nel caso del protagonista dell’opera wagneriana, calzolai); l’ars musica veniva insegnata secondo i principi severi del contrappunto e della polifonia e molto importanti erano le regole della forma e della metrica musicale e poetica.

Wagner dedica la sua opera - rappresentata per la prima volta a Monaco nel 1868 - all’antica scuola di Norimberga, che era stata tra le più importanti insieme a Worms, Magonza e Friburgo; come sua consuetudine il musicista si documenta puntualmente su storia e tradizioni specifiche, e sceglie come protagonista Hans Sachs, figura realmente esistita (Norimberga 1494-1576), che impersona un anziano maestro, saggio e sensibile ad un’arte musicale del tutto nuova.

Il giovane Walther, altro protagonista, rappresenta a sua volta proprio quell’arte che non accetta più le rigide costrizioni dei dettami teorici, nuova creazione che esprima a tutti i costi con suoni e parole le più intime istanze dell’artista, che canti d’amore e di bellezza liberamente, con tutto l’afflato della sua giovanile e romantica ispirazione.

Nulla di strano naturalmente che sia in Sachs che in Walther si celi Wagner stesso, ora impegnato in profonde considerazioni sull’arte e sulla vita (“Ogni arte poetica, ogni poesia, è solo interpretazione di verità sognate … Follia! Follia! Ovunque follia!”), ora lanciato in impetuosi ardori che lo contrappongono come rivale in musica e in amore all’ottuso Beckmesser; la figura del pedante scrivano è un efficace strale che Wagner lancia contro la critica contemporanea, e in particolare contro Eduard Hanslick, celebre critico musicale che in nome di un formalismo avverso ai romantici era stato assai polemico sulla musica e sulle idee di Schumann prima, e strenuo oppositore delle teorie wagneriane poi.

Commedia e non dramma, “Die Meistersinger” si pone, tra “Tristano” e “L’Oro del Reno”, come un’isola meravigliosa nella produzione di Wagner; in bilico tra passato e presente egli supera se stesso in un linguaggio che affianca Bach e Mendelssohn al lirismo miniaturistico di gusto schumanniano; ben sintetizza questa particolarissima commistione il corale che apre il primo atto, in perfetta tradizione luterana con tanto di canonico organo, ma modernamente “sporcato” dagli interventi lirici e quanto mai liberi degli strumenti solistici.

L’opera è un susseguirsi di scene comiche e liriche di uguale formidabile efficacia, godibilissima pur nella sua ampiezza e ben lontana da quella successione quasi immobile degli eventi, da quell’evanescente, incorporeo e continuo trasformarsi sonoro cui Wagner ci aveva finora abituato; su questi passi egli non tornerà più, segno ulteriore dell’unicità di quest’opera nella storia del teatro in musica.

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