Aspettando la fase finale

Puntate integrali

RAFFAELLA SILVESTRI

Pranzo di Natale. Prima di sedervi andate in bagno, scivolate e sbattete la testa. Suonano alla porta, andate ad aprire ed entra un fiume di venti persone: sono i vostri invitati, ma non ne riconoscete nemmeno uno. Inserite nel racconto tre elementi: una clessidra, due gemelli, un cd dei Beatles.

 

LA CASA

Il parquet caldo sotto i tuoi piedi nudi.

Ricordi il marmo gelato del pavimento dei tuoi: una delle tante case costruite negli anni ’70.

La mente confusa che ti saluta al mattino. Prendi uno Xanax e lo sciacqui con l’espresso.

Attraversi la sala da pranzo apparecchiata, le candele, la cuoca ha preparato tutto e se n’è andata: sei sola. Ti sfili il pigiama, provi a evitare gli specchi, ma li hai messi ovunque. Poi: doccia. Attendi che tutto faccia effetto: Xanax-caffè-acqua, aspetti.

Il campanello. Acqua fredda sul tuo corpo caduto sulle piastrelle. Ti alzi, ti copri, ti gira la testa. Vai ad aprire, gocciolando sul parquet.

“Sorellina!”, ti dice una donna. Ha il profumo del tuo sapone. È identica a te, solo che – abbassi gli occhi – è incinta. Un uomo sulla sessantina ti bacia sulle guance. E continuano ad arrivare, c’è soltanto un problema: non hai la minima idea di chi siano. Metti su il disco blu: Come Together. Ma niente torna, e loro si moltiplicano, si mettono a tavola, e mangiano il tuo cibo.

E parlate, anche. L’uomo ti regala un pezzo d’antiquariato, una clessidra. Ti guardi intorno. La tua casa è tutta moderna.

E la cosa è questa: che tu non sai chi siano quelli, e per loro non fa differenza. Tu non sei lì, non ci sei, ed è il pranzo di Natale più bello della tua vita.