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Eduardo Mata a Dallas

in onda giovedì 29 ottobre alle ore 21,00

Eduardo Mata a Dallas Ci sono personaggi nel mondo dello spettacolo cui non è stato concesso dal destino modo di esprimere tutta la loro arte, perché ci vengono tolti troppo presto, e talvolta violentemente; è il caso di Eduardo Mata, il direttore d'orchestra messicano nato nel 1942 e scomparso in un incidente aereo mentre pilotava il suo Piper nel 1995.

Mata inizia i suoi studi musicali nella natale Mexico City suonando la chitarra, e ancora molto giovane diviene direttore di svariate orchestre locali; tra i suoi maestri avrà il compositore Carlos Chàvez e il direttore Erich Leinsdorf, e si affermerà come valido musicista sia nella direzione che nella composizione: il catalogo delle sue opere annovera tre Sinfonie, due Balletti e musica da camera.

In Messico dirige l'Orchestra Sinfonica di Guadalajara, quella del Festival di Berkshire, e stabilmente (dal 1966 al 1974) l'Orchestra Sinfonica Universitaria (poi denominata Orchestra Filarmonica dell'UNAM, Università Autonoma Nationale del Messico); lascerà il suo Paese nel 1972 per diventare Direttore Principale dell'Orchestra Sinfonica di Phoenix.

Nella sua carriera Mata è stato direttore ospite di molte orchestre importanti in Germania, Svezia, Danimarca, Italia, Spagna, Olanda e Stati Uniti; nella sua discografia troviamo una cinquantina di incisioni, in molte delle quali Mata propone la musica del suo paese.
Dal 1977 al 1993 l'attività americana di Eduardo Mata si concentrerà nella città di Dallas, e proprio la sua collaborazione con la Dallas Symphony Orchestra viene documentata dalla trasmissione di oggi, in cui il direttore messicano si cimenta in un repertorio interamente novecentesco.

I nostri ascolti iniziano con la Suite Scita op. 20 di Sergei Prokofiev; questa composizione venne commissionata all'autore da Diaghilev, incontrato nel 1914 a Londra, che gli chiese di scrivere un balletto ispirato ai temi Russi; il balletto intitolato Ala e Lolly fu composto ma rifiutato dal committente e poi trasformato in una suite orchestrale.

Prokofiev sperava che con questa composizione avrebbe potuto scatenare lo stesso scalpore del Sacre du printemps di Stravinsky e nel 1916, prima della prima, scriveva ad un amico: "Il concerto sta per cominciare. Sai che a S. Pietroburgo il prezzo delle uova marce e delle mele è salito? È quello che mi tireranno addosso!"; quello scalpore non ci fu, e il concerto fu un fiasco, stroncato dalla critica in Russia, Francia e America ("...divinità infernali, Krakatoa, mostri marini... Incomprensibile? Così è Prokofiev" scrive impietosamente un giornalista di Musical America).

Il secondo brano in programma sono le Impressioni Brasiliane, composizione del 1928 di Ottorino Respighi che, nel breve periodo in cui aveva frequentato a S. Pietroburgo il grande Nicolai Rimski Korsakov, ebbe modo di carpire i segreti della sua orchestrazione; il compositore bolognese mise poi abbondantemente a frutto quanto appreso dal maestro, e la sua notorietà è oggi legata soprattutto a lavori sinfonici; quest'opera di ispirazione esotica è stata incisa a Dallas nel 1993 da Eduardo Mata, che appare decisamente a suo agio nel linguaggio immaginoso e narrativo di Respighi.

La musica di Aaron Copland si considera in genere come innegabilmente legata all'America, per quanto Stravinsky non fosse proprio d'accordo ("Perché definiscono Copland un grande compositore americano? Egli è un grande compositore"); ascolteremo la Suite tratta dal balletto Billy the Kid incisa da Eduardo Mata con l'orchestra texana nel 1992.

Dallo stesso disco, che include tutta musica americana, ascolteremo infine On the Waterfront (Fronte del porto), Suite Sinfonica tratta dalle musiche composte da Leonard Bernstein per il premiatissimo film di Elia Kazan del 1954 con Marlon Brando.
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