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Opus monumentalis

in onda domenica 10 novembre alle ore 15,30

Opus monumentalisIl nome ufficiale non tradisce affatto la sua provenienza, ma Kaikhosru Shapurji Sorabji nasce come Leon Dudley nel 1892 in Inghilterra; la madre era un soprano con lontane origini in Spagna e in Sicilia, mentre il padre, ingegnere proveniente da Bombay, era un Parsi, cioè appartenente all'antica religione dello Zoroastrismo (come personaggi a noi più noti quali Zubin Mehta o Freddie Mercury)

Schivo personaggio dal carattere sfuggente ma acutissimo osservatore, Sorabji scrisse interessanti articoli e trattati sulla musica, come il libro del 1947 "MI contra FA: Immoralisings of a Machiavellian Musican" da cui estraiamo un interessante frammento: "Si è spesso fuorviati nel pensare che perché un uomo o una donna hanno intrapreso una carriera come quella della musica....questi debba essere per questo una persona di interessi più che ordinari, di forza di carattere più che comune, individualità di prospettive ed autonomia di giudizio. Vana delusione! Nella maggior parte dei casi, a parte essere musicista egli potrebbe essere chiunque, con idee qualunque su qualunque cosa....senza alcuna qualità intellettuale o personalità ...".

Nella sua lunghissima esistenza (è scomparso nel 1988) Sorabji è stato un compositore enormemente prolifico, per quanto non precocissimo: avido di imparare e conoscere, assorbì in gioventù tutti gli stimoli della cultura del suo tempo, elaborandoli solo dal 1920 in un linguaggio proprio, che si è poi espresso nell'arco completo di ben 60 anni (l'ultima sua composizione è datata 1980).

Per quanto musicalmente fecondo, Sorabji non è altrettanto conosciuto, e ciò fu causato in parte dal musicista stesso che, nel 1936, ritirandosi da teatri e sale da concerto impedì l'esecuzione delle sue musiche senza il suo consenso ufficiale, relegandole al silenzio per circa 40 anni; approfitteremo oggi della vostra curiosità e pazienza per proporre uno - o meglio, una parte - dei lunghi lavori di questo musicista.

Tra le sue opere (di cui parecchie rimaste per molto tempo manoscritte) un ingente numero è dedicato al pianoforte, ed è proprio al suo mastodontico Opus Clavicembalisticum per pianoforte solo che ci avvicineremo oggi.

Il lavoro, risalente al 1929-30, è considerato di assai ardua esecuzione: strutturato in tre parti ha una durata totale si aggira tra le 4 e le 5 ore (e non è nemmeno il suo lavoro più lungo...); vi proporremo la parte seconda, che - rispettando una consuetudine arrisa a molti compositori europei di quel periodo - nelle definizioni e didascalie si rifà alle strutture compositive proprie del mondo antico.

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