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Orchestre d'Europa: Orchestra da Camera di Stoccolma

in onda domenica 24 aprile alle ore 16,00

Orchestre d'Europa: Orchestra da Camera di Stoccolma "Voglio far da balia ai compositori di talento" ha confessato il direttore d'orchestra e compositore finlandese Esa-Pekka Salonen quando era ancora all'inizio della sua precocissima carriera. "Voglio aiutarli, dar loro consigli. Fare qualcosa in cui credo".

Con lo stesso spirito, probabilmente, l'attuale direttore principale della Philharmonia Orchestra di Londra ha accompagnato dalla nascita la Stockholm Chamber Orchestra, della quale è stato direttore associato e artistico. Il gruppo si è formato con il nome New Stockholm Chamber Orchestra nel 1981, quando 22 giovani strumentisti si sono incontrati in un corso di perfezionamento musicale.

Da allora la formazione svedese è diventata una delle più apprezzate e richieste sia per programmi di repertorio classico che contemporaneo. Tra le bacchette che l'hanno diretta, si contano quelle di Franz Welser-Möst, Christian Zacharias, George Cleve, Paavo Berglund, Lü Jia e Joseph Swensen.

Esa-Pekka Salonen è sul podio di tutti i brani che ascolteremo, a cominciare dalla Sinfonia n. 82 in do maggiore detta "L'orso", di Franz Joseph Haydn. Eseguita con grande successo nel 1787, la sinfonia deve il suo titolo al tema iniziale dell'ultimo movimento affidato ai bassi, con sette note ripetute, tutte precedute da un'acciaccatura; l'effetto ottenuto ricorda proprio il grugnito di un orso.

Durante i quasi trent'anni passati al servizio della famiglia Esterházy, Haydn compose una mole impressionante di opere. La sua popolarità aumentò gradualmente e cominciò col tempo a scrivere anche al di fuori dall'ambiente di corte. Le sei Sinfonie parigine, che comprendono anche la Sinfonia n. 82, sono tra quei lavori composti su commissioni esterne.

A riprova della fama di Haydn in quel periodo basta considerare il compenso che Concert de la Loge Olympique massonica di Parigi aveva offerto al compositore austriaco per sei Sinfonie parigine: 25 luigi d'oro a sinfonia più 5 luigi per i diritti d'autore. Si trattava di una somma notevole se si pensa che nel 1778, a quanto ci riferisce Mozart, il prezzo pagato correntemente per una sinfonia era di soli 5 luigi.

Il programma dedicato al complesso svedese propone poi Metamorphosen, studio per 23 archi di Richard Strauss. Composto dal Maestro ottantunenne durante la fase finale della Seconda Guerra Mondiale, alla vigilia della resa nazista, Metamorphosen venne proposta per la prima volta nel Gennaio del 1946 da Paul Sacher e dallo "Zürich Collegium Musicum".

Si tratta di un lavoro difficile, doloroso e straordinariamente intenso, dominato dai sentimenti successivi alle distruzioni operate in Germania durante la guerra, in particolare il bombardamento della "Munich Opera House". Il titolo si riferisce a concetti e considerazioni dell'ultimo Goethe, di cui Strauss durante la guerra aveva riletto l'intera opera.

Metamorphosen è la marcia funebre, il testamento e il commiato di un uomo e di un epoca, realizzato con il linguaggio esperto e con l'estrema sapienza contrappuntistica del compositore tedesco, capace di intrecciare a 'parti reali' tutti i 23 strumenti ad arco. Tra i vari materiali tematici spicca quello derivato dalla Marcia Funebre della Sinfonia "Eroica" di Beethoven, il cui tema, accompagnato in partitura dall'epigrafe "In Memoriam", compare citato chiaramente solo alla fine del pezzo.

Il balletto in due quadri per orchestra d'archi Apollon Musagète di Igor Stravinsky, nella versione riveduta del 1947, chiude il programma dedicato all'orchestra svedese.


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