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Ritratto d'autore: Alberto Ginastera

in onda mercoledì 15 settembre alle ore 13,00

Ritratto d'autore: Alberto GinasteraSembra quasi che prima di lui l'Argentina non esista - se non nei percorsi barocchi e settecenteschi della colonizzazione religiosa e musicale promossa dai gesuiti - e che dopo di lui solo Astor Piazzolla incarni veramente la musica del suo paese, altrimenti un poco aridamente sintetizzata sotto il segno del tango: Alberto Ginastera è il massimo compositore argentino, e a lui dedichiamo il ritratto odierno.

Nato a Beunos Aires nel 1916, Ginastera svolse interamente in patria i suoi studi musicali e nel 1941 tornò al Conservatorio come insegnante di composizione; le sue prime opere risalgono a oltre 10 anni prima, ma gran parte del corpus giovanile venne distrutto da lui stesso, per essere certo che i posteri avrebbero ricordate solo le sue opere migliori.

Nel '45 Ginastera, giudicato not politically correct dalle autorità militari, venne deposto dal suo incarico per la sua opposizione alla nuova politica di Peron; gli Stati Uniti lo accolsero fino al 1947, e in quel periodo Ginastera studiò con Aaron Copland a Tanglewood, noto centro di istruzione musicale del Massachusets (dal 1936 residenza estiva della Boston Symphony Orchestra, in cui sono oggi tra l'altro la Seiji Ozawa Hall ed il Leonard Bernstein Campus).

Ginastera viaggiò in America e in tutta Europa, e al suo ritorno in Argentina (avvenuto nel '55 alla caduta di Peron) promosse attivamente l'educazione musicale nel suo paese: fondò il Conservatorio di La Plata, fu preside della Facoltà delle Arti e Scienze dell'Università Argentina e membro illustre di Istituti ed Accademie; nel 1968 tornò negli USA e dal 1970 si stabilì a Ginevra, dove morirà nell'83.

Una netta suddivisione dell'opera di Ginastera (fornita, pare, da lui stesso con tanto di definizioni) tripartisce i suoi periodi creativi, collocando fino al 1948 il cosiddetto Nazionalismo oggettivo"; questa prima fase si svolge sotto il segno della musica di matrice popolare; gli elementi più caratteristici delle culture precolombiane, i ritmi di danza, i temi folkloristici della tradizione sono da Ginastera elaborati alla luce delle analoghe ricerche fatte da Bartok, Falla e Stravinsky, che hanno su di lui forte influenza.

Durerà fino al '58 invece quel "Nazionalismo soggettivo" in cui Ginastera, sulla scorta delle esperienze americane, rielaborerà in maniera più profondamente innovativa e personale i presupposti della tradizione.

"Neo Espressionismo" è il nome usato da Ginastera per definire la propria arte dell'ultimo periodo, ecletticamente aperta ai più vari stimoli tecnici e stilistici, dove compaiono micro-toni e momenti aleatori, in cui la tradizione argentina si accompagna ad un alto grado di astrazione e ritmi e temi del folklore, sempre presenti nell'ispirazione dell'argentino, divengono più che mai simbolici, come allontanati e dissolti nell'immediatezza della percezione.

A questi presupposti fa riferimento la Sonata per chitarra, composta da Ginastera nel 1976; compare qui, tratto caratteristico del musicista, l'uso del cosiddetto "accordo naturale" (ottenuto cioè suonando simultaneamente le corde vuote); il Concerto per arpa risale al '56 e in esso cogliamo sia richiami alla cultura europea - soprattutto francese - di inizio secolo che sensibili riferimenti, di natura soprattutto ritmica e orchestrale, agli impulsi innovativi del secondo dopoguerra.

Le Cinque canzoni popolari spagnole per voce e pianoforte del 1943 ben rispecchiano le caratteristiche del primo periodo; la suite orchestrale Popol vuh è invece del '75, mentre le Danze argentine per pianoforte op. 2 sono una delle poche testimonianze del primo periodo compositivo di Ginastera che, giova ricordarlo, non rifiutò a quel "diavolo d'un pianista" (parole sue) di Keith Emerson il suo placet per una allucinata rielaborazione rock del suo concerto per pianoforte.

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