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Ulisse, mito della cultura occidentale

il mito ripreso dall'opera di Luigi Dallapiccola, fondamentale tappa operistica del Novecento

Ulisse, mito della cultura occidentaleUlisse, tra gli eroi più famosi della mitologia, forse il più famoso. Concorre senza dubbio Omero a la mito del re di Itaca che, dopo lunghe peripezie torna in patria, utilizzando in pace le astuzie di guerra. Ma nella visione moderna, si stratifica anche la concezione dantesca, dell'Ulisse alla ricerca di tutto ciò che può venire in contrasto anche con il divino. Da qui la ripresa della narrazione omerica per aggiungere i celebri versi che accompagnano Ulisse oltre le Colonne d'Ercole, il confine lecito e conosciuto del sapere umano oltre il quale colui che è uomo soccombe, la sua esperienza si ricongiunge con il divino, e dunque diviene sconosciuta all'uomo. E simbolo di un percorso interiore diviene con Joyce, quasi che l'infinitamente grande del creato compensi (come d'altronde oggi la fisica si accinge a dimostrare) l'infinitamente piccolo che è la minima parcellizzazione dell'inconscio.

Dallapiccola: un maestro, una sintesi composita di filoni di pensiero, una stratificazione di linee guida filosofiche e artistiche, piani che si intrecciano e si fondono. Ecco dunque l'importanza della Dodecafonia, unita alla linea neoclassica, la modernità e le angosce dell'uomo moderno, la sfida e la coscienza della sfida. "Guardare, meravigliarsi, e tornare a guardare."

Opera composta come risultato di una vita, l'Ulisse vide le scene nel 1968: erano passate due guerre mondiali, i totalitarismi, la cultura di inizio secolo, le rivoluzioni moderne. In dodici episodi Dallapiccola ricostruisce i simboli della propria angoscia e del suo superamento. Continuando ad usare la struttura narrativa dell'Odissea con indubbio fascino, il musicista istriano, maestro italiano ed europeo, contempla le contraddizioni: la solitudine, la sete di conoscenza, la memoria del tempo, la coscienza del futuro, la coscienza di sé, andando cercare il logos, il "verbum" biblico, il sacro, ciò che unico può dare tutte le risposte e la pace.

Opera dodecafonica, di grande intensità melodica, compatta nonostante l'intreccio di episodi ed atti, sintesi formale di forme ed esperimenti di rottura formale, l'Ulisse è essa stessa un simbolo, come poche opere del Novecento.

La Filodiffusione trasmette la registrazione della prima dell'opera, avvenuta a Berlino, in lingua tedesca, il 27 novembre 1968, diretta da uno dei più importanti estimatori ed amici di Dallapiccola, il direttore, violinista e compositore Lorin Maazel. L'evento è anticipato da una prolusione di Leonardo Pinzauti, tratta dall'Archivio storico della RAI, a corredo di una esecuzione dell'opera nel 1974.

Venerdì 5 marzo, ore 21, per La memoria e l'invenzione


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