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Il passo sospeso della poesia

Ricordo di Tonino Guerra, scomparso il 21 marzo

Uno dei capitoli fondamentali della storia letteraria e poetica novecentesca in Italia è senza dubbio costituito dalla produzione in versi di autori dialettali che, nonostante la scelta di uno strumento linguistico “regionale”, circoscritto, hanno saputo renderlo capace di dar voce espressiva ed originale agli interrogativi che da sempre la vera poesia sa porre e suscitare nei lettori. Autori, insomma, che hanno fatto del dialetto, di una lingua locale, un linguaggio letterario assolutamente autorevole ed autorizzato a descrivere il mondo.
Fra i nomi più importanti di questa particolare sezione della storia letteraria italiana dell’ultimo secolo, accanto a Tessa, Pascarella, Trilussa, Di Giacomo, Pierro, va senza dubbio annoverato quello di Tonino Guerra, nato a Sant’Arcangelo di Romagna nel 1920, che nell’immediato dopoguerra, dopo l’esperienza di reclusione in un campo di concentramento tedesco, ha iniziato la propria attività letteraria proprio scrivendo versi nel dialetto del suo paese.

Il sito RSI.ch offre un approfondimento sulle opere dell’artista e il video di un’intervista a lui dedicata.
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