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7 MARZO

Il Santo  del Giorno
 

 sante perpetua e felicita
 
MARZO VII

Perpetua e Felicita (morte a Cartagine il 7 marzo 203) furono due giovani cristiane che subirono il martirio insieme ad altri martiri: Saturo, Revocato, Saturnino e Secondino. Sono venerate come sante sia dalla Chiesa cattolica sia dalla Chiese ortodosse.
Il resoconto del loro martirio scritto in latino, gli Atti di Perpetua e Felicita, fu scoperto da Luca Olstenio e pubblicato da Pierre Poussines.
Nel 1890 Rendel Harris scoprì un altro resoconto scritto in greco, che ha pubblicato in collaborazione con Seth K. Gifford.
Secondo la tradizione, la loro passio fu redatta da Perpetua e Felicita stesse e la sua compilazione definitiva fu opera dell'apologista Tertulliano. In base a questo racconto, Vibia Perpetua, una nobile e colta matrona di Cartagine di ventidue anni, madre di un bambino che ancora allattava, fu arrestata insieme ai suoi servi Revocato, Saturnino, Secondino e Felicita, incinta e in procinto di partorire: erano tutti catecumeni ed erano stati convertiti al Cristianesimo da Saturo.
Nel 202, un decreto dell'imperatore Settimio Severo (193-211) aveva proibito a tutti i cittadini dell'impero di diventare cristiani, e chiunque avesse disobbedito sarebbe stato condannato a pene severe. Il padre di Perpetua era pagano, mentre sua madre e due suoi fratelli erano cristiani.
Dai racconti risulta che Perpetua era molto spaventata dal carcere e particolarmente in ansia per il figlio ma non volle abiurare. Due diaconi, corrompendo il carceriere, riuscirono a far visita ai prigionieri, alleviandone un po' le sofferenze. Anche la madre e il fratello catecumeno fecero visita a Perpetua, che poté riabbracciare e nutrire il suo bambino, tenendolo in cella con sé. Secondo la passio citata, Perpetua ebbe anche una visione, in cui saliva su una scala fino a raggiungere un prato verde, in cui pascolava un gregge di pecore. Da questo capì di essere prossima al martirio. Pochi giorni dopo il padre di Perpetua, avendo saputo che il processo stava per avere luogo, si recò in visita alla prigione, supplicando la figlia di non infangare il suo nome, ma Perpetua restò salda nella fede. Il giorno seguente i sei catecumeni furono processati dinanzi al procuratore Ilariano. Tutti e sei professarono con forza la loro fede cristiana; il padre di Perpetua, portandole il figlio, tentò nuovamente di indurla all'apostasia e perfino il procuratore fece delle rimostranze verso di lei. Perpetua rifiutò di fare sacrifici agli dei per la salute dell'imperatore.
Sempre secondo la "passio", in una visione Perpetua vide il fratellino Dinocrate, morto all'età di 7 anni, dapprima triste e sofferente e subito dopo sano e felice; in un'altra vide se stessa impegnata in una lotta vittoriosa contro un etiope selvaggio: le fu subito chiaro che non avrebbe lottato contro belve feroci, bensì contro il diavolo.
I martiri furono condannati a morire nell’arena in occasione dei festeggiamenti per la nascita del cesare Geta, figlio di Settimio Severo, in occasione della quale i cristiani dovevano lottare contro bestie feroci: a tal fine vennero trasferiti dalla prigione nell'arena di Cartagine.
Il 7 marzo, i cinque catecumeni furono condotti nell'anfiteatro. In seguito alla richiesta della folla, furono dapprima fustigati, poi un cinghiale, un orso e un leopardo furono aizzati contro gli uomini, e una mucca selvaggia contro le donne. Feriti dalle bestie feroci le due amiche Perpetua e Felicita si abbracciarono per l'ultima volta prima di essere uccise.
I loro corpi furono sepolti a Cartagine. Nel 439 le reliquie di santa Perpetua furono trasportate a Roma, successivamente, nell’843, nell’abbazia di Dèvres a Saint Georges sur la Pree.  Dopo che quest'abbazia fu saccheggiata dai Normanni furono trasferite a Vierzon, nel sito dell'attuale municipio. Da lì furono traslate nella chiesa di Notre Dame di Vierzon nel 1807, dove sono conservate tutt’ora. 
 

Nel Martirologio si celebrano anche:
 

S. Eubulio
A Cesarea in Palestina, passione di S. Eubulio, che, compagno di S. Adriano, due giorni dopo di lui venne straziato dai leoni e finito con le spade.

SS. Basilio, Eugenio, Agatodoro, Elpidio, Eterio, Capitone ed Efraim
A Chersoneso ricordo dei SS. Basilio, Eugenio, Agatodoro, Elpidio, Eterio, Capitone ed Efraim, martiri.

S. Giovanni Battista Nam Chong-sam
A Seul in Corea, ricordo di S. Giovanni Battista Nam Chong-sam, martire.

SS. Simeone Berneux, Giusto Ranfer de Bretenières, Ludovico Beaulieu e Pietro Enrico Dorie
Nella località di Sai-Nam-Tho in Corea, ricordo dei SS. martiri Simeone Berneux, vescovo, Giusto Ranfer de Bretenières, Ludovico Beaulieu e Pietro Enrico Dorie. Presbiteri della Società Parigina per le Missioni Estere, i quali furono decapitati per avere confessato con fede intrepida ai loro persecutori di essere venuti in Corea per salvare anime in nome di Cristo.


 I SANTI DEL GIORNO

 
 
 

 

 

 


 

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