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Area marina protetta Porto Cesareo

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    • Regione: Puglia
    • Provincia: Lecce
    • Comuni: Nardò, Porto Cesareo
    • Estensione: 16.654 ettari
    • Istituzione: D.M. 12/12/1997
    • Ente gestore: Consorzio di gestione con Provincia di Lecce, Comuni di Porto Cesareo e Comune di Nardò


    L'area marina protetta Porto Cesareo si trova nella parte orientale del Golfo di Taranto, a nord di Gallipoli, ed è compresa tra Punta Prosciutto e Torre dell’Inserraglio. Porto Cesareo, il suo centro principale, è riconoscibile da lontano per la grande masseria e per la chiara Torre Chianca, una delle sette torri fortificate fatte costruire verso la metà del XVI secolo dall'Imperatore Carlo V d’Asburgo lungo la costa a difesa dagli assalti dei pirati. L'origine del nome attuale è controversa: per il Galateo è legato a S.Cesarea, mentre secondo notizie riferite dallo storico Girolamo Marciano, l'attuale nome deriva dal suo edificatore Cesare Ottaviano.

    In seguito alla bonifica del territorio, ultimata nel 1935, si sono create le premesse per il grande sviluppo di Porto Cesareo, che oggi è un importante centro turistico: considerato sino a pochi anni fa solo un borgo di pescatori, attualmente esso è infatti una rinomata località balneare, dotata di ottime attrezzature alberghiere e residenziali, che offre molteplici possibilità di svago (dagli sport acquatici al pescaturismo) ed una facile esplorazione dei suoi fondali, ricchi di vita anche a pochi metri dalla superficie. Il litorale di Porto Cesareo (che si estende dalla Torre di S.Isidoro a Sud fino a Torre Chianca e Torre Lapillo a Nord), presenta un andamento lineare e sabbioso tra Punta Prosciutto e Porto Cesareo. Fino ai caseggiati di Torre Lapillo si estende il Lido Degli Angeli, una delle spiagge più lunghe e belle della Penisola salentina, al cui interno si elevano dune fino a 6-7 m di altezza.

     

    Da Porto Cesareo a Torre dell’Inserraglio la costa è rocciosa e si alza gradualmente fino a 5-6 m s.l.m., con l’eccezione della lunga spiaggia che si apre a Sant’Isidoro. Numerosi sono gli isolotti e gli scogli che affiorano dalle acque, fra i quali degna di nota è l'Isola Grande, anche detta Isola dei Conigli, che fronteggia l'abitato. Una particolarità del territorio sono le "spunnulate" (dall’espressione dialettale "spunnare", che sta per "sprofondare"), doline originate dal crollo di cavità sotterranee formatesi per attività carsica che talvolta si riempiono d’acqua, come nel caso della Palude del Capitano. Frequenti sono le grotte sommerse, tra cui la Grotta delle Corvine, uno spacco nella parete a 16 m di profondità, nella quale si possono ammirare molte specie di spugne, nudibranchi, saraghi, piccole cernie e ovviamente le corvine che le danno il nome.

     La parte più interna della baia de La Strea è caratterizzata da profondità molto modeste e dalla prevalenza di substrati mobili, rappresentati soprattutto da sabbie fini frammiste a substrati duri sparsi. L' idrodinamismo molto ridotto e la bassa profondità, nel periodo estivo causano valori di temperatura dell'acqua superiori di alcuni gradi rispetto a quelli del mare aperto. Coerentemente con le condizioni sopra descritte, l'area risulta caratterizzata da popolamenti bentonici termofili. A dispetto della denominazione di "laguna" spesso usata per l'insenatura de La Strea, vi è l'assenza di specie tipiche di ambiente salmastro, in quanto la salinità si mantiene nella baia su valori tipicamente marini.

     

     Spostandosi verso l'imboccatura della baia, l'aumento dell’idrodinamismo e sedimenti più grossolani determinano la presenza di un popolamento zoobentico caratterizzato da elementi maggiormente reofili. I popolamenti vegetali sono costituiti, oltre che da elementi termofili, da una prateria mista di Caulerpa e Cymodocea. L'area compresa fra l'Isola Grande e la costa non sembra presentare differenze sostanziali rispetto alla Baia de La Strea. La componente vegetale dell'area si differenzia dagli ambienti interni della baia per la presenza di una prateria di Cymodocea nodosa.

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