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L'eterna armonia: Frédéric Chopin (1810 - 1849)

in onda venerdì 2 aprile alle ore 20,00

L'eterna armonia: Frédéric Chopin (1810 - 1849) "...sono schizzi, principi di studio o, se si vuole, rovine, penne d'aquila, tutto disposto selvaggiamente e alla rinfusa. Ma in ciascuno dei pezzi sta scritto con delicata miniatura perlacea: lo scrisse Chopin; lo si riconosce dalle pause e dal respiro impetuoso. Egli è e rimane il genio più ardito e più fiero del nostro tempo." (Robert Schumann)

I Preludi dell'op. 28 non sono brani destinati ad essere suonati come introduzione ad altre composizioni, non servono all'interprete per familiarizzare con lo strumento. Sono piuttosto delle composizioni che godono di vita propria, che si esaurisce nel breve lasso di tempo della loro esecuzione. Formalmente perfetti e miniature di raro equilibrio, Listz parlerà di essi come di "preludi poetici, che cullano l'anima, attimi di intensa soggettività".

Quando l'editore Camille Pleyel propose al compositore di presentargli una raccolta di brani pianistici per una pubblicazione, Chopin decise di dar forma ad una serie pianistica di brani di breve durata. Nacquero i 24 Preludi op. 28, la cui serie, secondo l'uso di Chopin, raccoglie dei brani quasi tutti nati da idee musicali avute in passato durante improvvisazioni pianistiche, o fiorite contemporaneamente ad altre composizioni, e per questo motivo lasciate nel cassetto, o non entrati a far parte di precedenti pubblicazioni, come quelli espunti dagli Studi op. 10 e op. 25. Ultimati a cavallo del 1839 a Valldemosa (è l'anno della Sonata n. 2 in si bemolle min. op. 35) furono pubblicati a gennaio dello stesso anno.

I 24 Preludi op. 28 sono scritti nelle ventiquattro tonalità maggiori e minori (il modo maggiore e il modo minore possono essere applicati a partire da ciascuna delle dodici note della scala cromatica, generando così ventiquattro tonalità diverse), e organizzati in modo che ciascuna coppia di preludi (il primo in una delle tonalità maggiori e il secondo nella sua relativa minore) è seguita a distanza di una quinta da una seconda coppia di preludi. Il primo è così in do maggiore, il secondo in la minore (tonalità relativa minore di do), il terzo in sol maggiore, il quarto in mi minore (tonalità relativa minore di sol), e cosi via (do maggiore e sol maggiore sono a distanza di una quinta). Il numero di preludi, e l'utilizzo di tutte le tonalità maggiori e minori, sono un chiaro omaggio a Bach e al suo Clavicembalo ben temperato.

Non tutti i Preludi hanno goduto di popolarità sin dalla loro comparsa. E' il caso del secondo, in la minore, il più discusso da sempre. Schumann osservò che avesse "qualcosa di malato", Listz invece notava, in modo meno diretto, quanto di selvaggio e di aspro vi fosse in "alcuni" dei Preludi. Ma fu l'accompagnamento a suscitare maggiore polemiche in quegli anni, per l'ostinata ripetizione di formule ossessive, e per le armonie notevolmente dissonanti.

E' anche vero però, che alcuni dei Preludi hanno la grazia e la leggerezza di un volo di uccelli, come il preludio n. 3 in sol maggiore, o un tono fiero e solenne come il n. 9 in mi maggiore, o un'austera religiosità come il n. 20 in do minore. Non ci si può dimenticare del preludio n. 4 in mi minore, una toccante elegia in cui una melodia che insiste quasi sempre sugli stessi suoni è accompagnata da accordi ribattuti, funerei.

Dopo una esecuzione integrale dell'op. 28 da parte dell'autore stesso nel 1841, Liszt scriverà nella sua recensione: "ammirevoli nella loro diversità. Tutto vi sembra di getto, di slancio, di improvvisazione. Hanno la libera e grande andature che caratterizza le opere di genio".

Frédéric Chopin (Wikipedia)

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