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L'operetta: Lo Zarevic

in onda venerdì 20 dicembre alle ore 21,00

L'operetta: Lo ZarevicMolti sono i personaggi di stirpe regale che, quasi a prescindere dalla storia, per la loro personalità o per i fatti veri o presunti della loro vita hanno offerto spunti anche all'arte e alla letteratura; nella saga delle grandi famiglie russe i Romanov sono tra le più "quotate"; tra il 1613 al 1917 (cioè praticamente dalle origini ad Anastasia) i nomi di Pietro, Caterina, Nicola - con i vari numeri d'ordine - si ritrovano al centro di molte opere letterarie.

Protagonista di "Lo Zarevic", operetta di Franz Lehàr, è Alessio, primo figlio di Pietro il Grande, vissuto a cavallo tra il XVII e il XVIII secolo; molti elementi della sua biografia ben si prestavano ad essere fantasiosamente elaborati: l'odio - ricambiato - verso il padre, le congiure politiche (con tanto di arresto e torture), il matrimonio infelice e la relazione con un'amante finlandese.

Il libretto de "Il figlio dello zar", desunto dal testo teatrale dell'artista polacca Gabryela Zapolska che Lehàr aveva visto rappresentare nel 1917, fu inizialmente rifiutato dal musicista ed offerto ad altri due compositori, Eduard Künneke e Pietro Mascagni; anch'essi rifiutarono e qualche anno più tardi l'ungherese decise di mettere in musica il lavoro.

Altre volte Lehar volle dipingere nei suoi lavori luoghi e culture "altre" e lontane: la Spagna (in "Frasquita"), la Cina ("Il Paese del sorriso"), l'Italia ("Paganini"), il Montenegro ("La Vedova allegra"); tra le oltre 30 operette composte da Franz Lehar "Il figlio dello Zar" è una delle più vicine alla categoria dell'opera seria, sia per il suo ricorso frequente al linguaggio sinfonico che per la sua vocalità, molto vicina al lirismo di stampo pucciniano.

Anche per questo lavoro (come già per "Frasquita" e "Paganini"), Lehar si giovò della presenza di un grande cantante proveniente dal repertorio operistico tradizionale, il tenore Richard Tauber; per lui compose appositamente alcune arie che - similmente al costume settecentesco - venivano poi sempre inserite nelle rappresentazioni, e furono dette per questo "Tauberlieder".


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