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Fidelio

Fidelio, opera in due atti di Ludwig van Beethoven su libretto di Joseph Sonnleithner e Georg Friedrich Treitschke, da Léonore di Jean-Nicolas Bouilly

Prima rappresentazione: Vienna, Theater an der Wien, 20 novembre 1805

Personaggi: Don Fernando, ministro ; Don Pizarro, governatore di una prigione di Stato ; Florestan, un prigioniero ; Leonore, sua moglie, sotto il nome di Fidelio ; Rocco, carceriere ; Marzelline, sua figlia ; Jaquino, portiere ; prigionieri, ufficiali, guardie, popolo

Marzelline, figlia di Rocco, carceriere delle prigioni di stato, è corteggiata da Jaquino il quale è addolorato dell'improvviso mutare dei sentimenti della giovane. Nel carcere è infatti arrivato un nuovo giovane, Fidelio, del quale Marzelline è invaghita. In realtà Fidelio non è altri che Leonore, moglie di Florestan, la quale per salvare il marito, incarcerato dal suo nemico Pizarro, si è introdotta nella prigione sotto mentite spoglie.
Rocco, padre di Marzelline, vedendo il giovane Fidelio pieno di zelo, interpreta il suo comportamento come amore nei confronti di sua figlia e raccomanda ai due giovani che considera già promessi sposi di badare anche al denaro. Leonore dunque finge di accollarsi anche lavori pesanti per seguire Rocco fin nei sotterranei, con l'intento finalmente di ritrovare il marito.
Sopraggiunge Pizarro. Egli riceve una lettera che gli comunica un'imminente ispezione. Per cancellare l'opera dei suoi misfatti, ordina a Rocco di liberarsi del prigioniero carcerato senza altro motivo che quello personale. Il carceriere tuttavia si rifiuta di obbedire e Pizarro è costretto a decidere di compiere il misfatto con le proprie mani. Leonore ha ascoltato di nascosto, è preoccupata, ma riesce a convincere Rocco a donare un'ora d'aria a tutti i prigionieri.

Florestan, incarcerato ingiustamente, dopo aver considerato la propria coscienza limpida, si addormenta per il dolore. Sopraggiungono Rocco e Fidelio/Leonore, dialogano con il prigioniero e mentre Leonore non può rivelare la propria identità ella riconosce però il marito. Ottiene il permesso di porgergli del pane e del vino ottenendo un commosso ringraziamento del prigioniero.

Pizarro scende nei sotterranei della prigione per compiere il definitivo misfatto. Leonore però si interpone e svela la sua identità minacciando il torturatore con un'arma. Fortunatamente squilli di trombe annunciano l'arrivo del ministro per l'ispezione. Pizarro costretto alle formalità del cerimoniale, rinvia l'omicidio. Ai proclami di libertà e fratellanza del ministro, Rocco ricorda la sorte del prigioniero Florestan che, tratto, viene riconosciuto dal ministro. Pizarro il torturatore tiranno è arrestato, mentre Leonore toglie le catene e restituisce la libertà al marito.

Cfr. Dizionario dell'Opera, a cura di Piero Gelli, Milano, Baldini&Castoldi, c2002, p. 462-465
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