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Chiara Banchini e l'Ensemble 415

in onda giovedì 13 dicembre alle ore 6,00 (quinta puntata)

Chiara Banchini e l'Ensemble 415 Del suo gruppo Chiara Banchini dice: "L'Ensemble 415" è fatto di musicisti che sono stati tutti miei allievi, e penso di non sbagliarmi se dico che Sigiswald Kuijken fa più o meno la stessa cosa con La Petite Bande; in questo modo si può ottenere un'orchestra con grande coesione di suono e carattere".

Questo è il nostro ultimo appuntamento con il gruppo strumentale svizzero e con il suo direttore-fondatore-primo violino, quindi - rimandando per le annotazioni su gruppo e direttore alle schede precedenti - ci limiteremo a ricordare ancora una volta la motivazione del numerico nome del gruppo: 415 indica le vibrazioni al secondo che corrispondono al LA, suono di riferimento per tutti i musicisti, nell'accordatura usata per la musica antica (mentre negli altri repertori, quando l'oboe dà il la all'orchestra per accordarsi, quel suono ha 440 vibrazioni al secondo); il 415 simboleggia così intonazione, suono, modalità proprie della musica antica.

Il primo autore che l'Ensemble ci presenta è Francesco Geminiani, oggi non proprio tra i musicisti più celebri; nella prima metà del '700 la sua fama invece, soprattutto in Inghilterra, era addirittura alla stregua di quella di Corelli (di cui Geminiani era stato allievo) e di Haendel (che solo riusciva, nelle esecuzioni a corte, a star dietro con la tastiera al brillantissimo virtuosismo del suo violino).

Del compositore lucchese ascolteremo il Concerto grosso n. 5 in cui Geminiani rielabora secondo il linguaggio del concerto grosso - contrapponendo al Tutti orchestrale un ristretto gruppo detto Concertino - una sonata del suo maestro Corelli; in questo caso Chiara Banchini mantiene la direzione e cede l'archetto ai violinisti David Plantier e Olivia Centurioni.

Sulla gestione delle parti solistiche nell'ensemble la Banchini dice: "Perché non dovrei distribuire i ruoli, lasciando nei concerti le parti solistiche anche agli altri? Tutti questi musicisti sono miei allievi e suonano meglio di me. Forse io ho un po' più di esperienza. Ma questo è tutto. Tutti loro sono solisti, e non vi è certo penuria di concerti nel Barocco italiano. Nei programmi che prepariamo penso che ognuno dei musicisti avrà il suo turno".

Proprio a proposito di David Plantier, giovane violinista solista in Geminiani, la Banchini rivela un altro elemento interessante sulla sorvegliata forma di democrazia che vige nel suo gruppo: "Preparando il suo Diploma, David ha trovato un concerto per violino di Valentini (Giuseppe, 1680 - 1746, n.d.r.) alla Biblioteca Universitaria di Basilea. Lo eseguirà lui in uno dei nostri futuri programmi. Questo è un'altra delle nostre abitudini all'interno dell'Ensemble. Il musicista che trova un brano di musica sconosciuta e ce lo porta ha il diritto - se pensiamo ne valga la pena, ovviamente - di suonarlo e dirigerlo".

Nella sterminata produzione di Luigi Boccherini (l'opera omnia si articola in 90 tomi distribuiti in 32 volumi) la musica vocale, per quanto ingente, è generalmente messa in ombra dalle oltre 50 composizioni orchestrali e dalle numerosissime opere cameristiche; ascolteremo oggi lo Stabat Mater nella prima versione del 1781 per soprano, due violini, viola e due violoncelli; in questa incisione del 1991 con l'Ensemble 415 troviamo una delle interpreti più raffinate del repertorio barocco, la cantante francese Agnès Mellon.

Nel suo Armonico Tributo pubblicato a Salisburgo nel 1682 Georg Muffat, come già abbiamo visto, omaggiava l'Italia con una raccolta di Sonate strumentali aperte a diverse possibilità esecutive; dal celebre florilegio del musicista savoiardo ascolteremo il n. 3 in la maggiore eseguito dall'Ensemble 415 in forma di Concerto grosso con un Concertino formato dai violini di Chiara Banchini ed Enrico Gatti ed il violoncello di Gaetano Nasillo.

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