Ricco di storia e di storie,
Palazzo Labia a Venezia, sede della Rai del Veneto, è un sontuoso edificio barocco, costruito tra il XVII ed il XVIII secolo, celebre per il ciclo di affreschi di
Giambattista Tiepolo. Il Palazzo ha attraversato le epoche storiche fra mille traversie: è stato sede di laboratori tessili, falegnameria, scuola e dormitorio, ma anche dimora nobiliare e palcoscenico di mondanità e feste memorabili.
Voluto dai Labia, una famiglia di ricchi mercanti originari della Catalogna, il Palazzo si trova vicino alla confluenza del Canale di Cannaregio nel Canal Grande: non si conosce con certezza l’autore del progetto, per il quale si ipotizzano i nomi di due ar¬chitetti,
Andrea Cominelli e
Alessandro Tremignon.
Tra gli affreschi realizzati dal Tiepolo c’è il ciclo
Storie di Antonio e Cleopatra (1746-1747), che decora il grande salone da ballo dove i Labia organizzavano feste per ospitare i nobili della Venezia dell’epoca e per sviluppare con loro relazioni e rapporti commerciali; sulla volta splende
Bellerofonte su Pegaso va verso la Gloria e l'Eternità, mentre sulle pareti si trovano
l'Incontro tra Antonio e Cleopatra e il
Banchetto di Antonio e Cleopatra; sul soffitto della Sala degli Specchi splende il
Trionfo di Zefiro e Flora.
Tante le leggende sul Palazzo: ad esempio pare che la
Cleopatra raffigurata negli affreschi e stranamente vestita in abiti veneziani settecenteschi fosse in realtà
Maria Labia, una componente della famiglia, della quale il Tiepolo era segretamente innamorato.
Come si legge in
Palazzo Labia a Venezia di
Terisio Pignatti e
Filippo Perdocco (Eri, 1982), la parabola discendente dei Labia iniziò a metà del Settecento, soprattutto a causa del declino dell’industria tessile che aveva rappresentato una delle fonti della loro ricchezza. Il Palazzo fu prima ceduto al principe viennese
Lobkowitz, poi divenne proprietà della fondazione israelitica
Königsberg che lo divise in appartamenti e lo affittò; ai primi del Novecento vi alloggiavano 27 famiglie e il salone da ballo serviva per stendere il bucato, come testimonierebbero i fori per i chiodi sulle pareti, uno dei quali posto proprio sul naso di Cleopatra.
Dopo altri cambi di proprietà, nel 1948 il Palazzo finì nelle mani del petroliere messicano
Charles de Beistegui, eccentrico collezionista, che provvide a far effettuare i primi lavori di restauro. La parte dominicale del Palazzo tornò a nuova vita il 3 settembre 1951, quando ospitò una festa in costume che i cinegiornali dell’epoca definirono “il party del secolo”, a cui presero parte celebrità del cinema, della cultura e della politica come
Winston Churchill, l’
Aga Kahn III,
Re Faruq,
Salvator Dalì,
Orson Welles,
Christian Dior, oltre ai rappresentanti di famiglie nobiliari di tutta Europa.
Fu l’inizio della fine di un’epoca. Nel corso degli anni il Palazzo si avviò a un ulteriore declino che richiedeva sempre più inderogabili e corposi interventi: così fu messo all’asta insieme con tutti i suoi arredi. Nel 1964 la svolta: Palazzo Labia, per 350 milioni di lire, fu acquistato dalla Rai, che destinò ingenti risorse all’opera di restauro per riportare l’edificio e i suoi capolavori all’originario splendore. Oggi Palazzo Labia è considerato una delle più prestigiose sedi televisive al mondo.
Per una “visita” di Palazzo Labia in 7 minuti e mezzo, vi suggeriamo la visione della rubrica
AR Passioni veneziane a Palazzo Labia, di Rai News 24, con la guida del critico d’arte Costantino D’Orazio.