8-14 ottobre 2018

Settegiorni

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copertina Un salto nel Rinascimento: gli arazzi di Viale Mazzini
In arte Rai

Un salto nel Rinascimento: gli arazzi di Viale Mazzini

Fanno da cornice agli eventi più importanti che si svolgono in Viale Mazzini, eppure chi solitamente partecipa a convegni, conferenze stampa, presentazioni, è talmente abituato alla loro presenza che i tre arazzi quasi non li considera.

E invece quei tre “panni”, come li chiamano gli storici dell’arte, sono opere antiche e pregiate, ricche di storia e di storie, testimoni silenziosi di lunghe ed esperte manifatture, viaggi avventurosi, fasti della Roma rinascimentale.

Ma cosa rappresentano, a quando risalgono, da dove vengono e come sono arrivati alla Sala degli Arazzi di Viale Mazzini? Le informazioni principali le abbiamo, ma alcuni aspetti sono ancora oggetto di studio; anzi di indagine, più da detective che da storico dell’arte, con nuove e suggestive ipotesi, di prossima pubblicazione a cura di Ennio Matano in Gli arazzi antichi della Rai. Sulle tracce del committente.

Secondo lo studio, grazie anche al monogramma dell’autore che “firma” le opere, è quasi certo che i tre arazzi di Viale Mazzini siano stati realizzati in una bottega fiamminga, probabilmente tra il 1565 e il 1585: il loro autore sarebbe il maestro tessitore Frans Geubels, nato intorno al 1520 ad Anversa e vissuto a Bruxelles, capitale dell’arazzeria europea.

Le opere rappresentano tre scene della vita e delle gesta di Alessandro Magno: la Battaglia di Isso, una delle sue imprese più famose; la Magnanimità di Alessandro Magno nei confronti dei familiari di Dario, suo nemico sconfitto; le Nozze di Alessandro e Statira (particolare nella foto).

Altrettanto certo è che le opere sono giunte in Rai nel 1967, quando una “casa patrizia romana” - come riporta il critico Marziano Bernardi in Un edificio per la Rai, pubblicato lo stesso anno - le mise in vendita. 

Cosa è accaduto prima di quell’epoca è ancora oggetto di indagine, anche se il citato studio di prossima uscita lavora su un’ipotesi di grande suggestione: si parte dalla popolarità di Alessandro Magno presso i nobili del tempo e dal dato verosimile che gli arazzi fossero di proprietà della nobile famiglia romana dei Chigi, di cui faceva parte il banchiere Agostino Chigi Della Rovere, confidente dei Papi e mecenate, che volle avere nella sua stanza un ciclo pittorico dedicato all’imperatore macedone.

La sua “Stanza delle nozze” si trovava all’interno di Villa Farnesina a Roma, dimora nobiliare, centro della mondanità e salotto politico della Roma del Cinquecento ed aveva esposte alle pareti tre opere pittoriche del ciclo di Alessandro: una battaglia, le nozze e la magnanimità. 

Da qui l’indagine ci porterebbe alla committenza: l’ipotesi è che gli arazzi siano stati commissionati da Lorenzo Leone Chigi a metà del Cinquecento, sul modello dei tre affreschi di proprietà di suo padre per celebrare, attraverso le gesta di Alessandro, la storia dinastica del suo nobile casato e per ricreare, attraverso quegli arazzi, il ricordo e il calore della casa di cui aveva perso il possesso.

Quelli di Viale Mazzini non sono gli unici arazzi all’interno della Rai: un pregevole ciclo di sei “panni” sulle Storie di Scipione, opera dei tessitori fiamminghi Heinry Reydams, Everaert Leyniers, Gerard Van Der Strecken e Jan van Leefdael, risalenti alla prima metà del XVII secolo, si trova a Palazzo Labia a Venezia, sede della Rai del Veneto.

Per approfondire: Passepartout con Philippe Daverio, Storia dell’arazzo (2009)

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