1-7 aprile 2019

Settegiorni

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Scenari media

Servizi pubblici con lo sguardo al futuro. Come intercettare i giovanissimi?

È stato un luogo simbolico come Venezia, la “porta” tra Occidente ed Oriente, la sede scelta dalla Rai per la seconda edizione del Forum ABU - Rai Days. In qualità di membro associato della Asia-Pacific Broadcasting Union la Rai ha ospitato, nella splendida sede di Palazzo Labia, due giorni - voluti e organizzati dalla Direzione Creii - di discussioni, presentazioni ed incontri dal titolo Verso una nuova era di collaborazione: promuovere la creatività e l’innovazione nelle trasmissioni. Insieme una direzione e una sfida.

In un panorama televisivo in continua evoluzione, infatti, i servizi pubblici di tutti i paesi si trovano ad affrontare quotidianamente nuove difficoltà, dall’ingresso dei colossi come Netflix, Apple ed Amazon alla frammentazione degli ascolti, fino al cambiamento delle modalità di fruizione dei programmi televisivi.

Per questo, come ha detto aprendo i lavori il presidente della Rai Marcello Foa, “i servizi pubblici radiotelevisivi non devono essere in competizione tra loro, ma amici, per continuare a rappresentare un modello di buona informazione”. In particolare Foa ha sottolineato come il terreno più importante sul quale si gioca il futuro prossimo dell’azienda radiotelevisiva pubblica italiana sia quello della innovazione tecnologica e, di conseguenza, l’attenzione alle nuove generazioni: “Il successo di RaiPlay è la certificazione di un fenomeno destinato inevitabilmente a crescere: le previsioni ci portano ad ipotizzare che nel prossimo futuro il nostro pubblico sarà composto per il 50% da utenti digitali, in maggioranza giovani e giovanissimi. È da questo punto che dobbiamo partire per continuare ad innovarci e rinnovarci, dal punto di vista tecnologico, proprio per intercettare le nuove generazioni, che ormai fruiscono del palinsesto televisivo in maniera non lineare e attraverso app e devices non tradizionali”.

Per questo, come ha sottolineato Eleonora Andreatta, direttrice di RaiFiction, la Rai sta studiando nuovi formati di serie e di fiction destinati alla fruizione di un pubblico più giovane e sofisticato: “Rai Fiction si è dimostrata capace di competere a livello del mercato globale, per qualità ideativa e produttiva dei suoi progetti che le hanno procurato rispetto e attenzione dai grandi players pubblici e privati. Il nome della rosa, L’amica geniale, I Medici (ma anche Rocco Schiavone, Il Cacciatore, La porta rossa, Maltese) sono coprodotti e venduti in giro per il mondo, biglietti da visita in 3D che hanno iscritto la Rai nella major league della fiction internazionale. Tutti questi progetti hanno una fortissima identità nazionale, sono prodotti e girati nel nostro paese, utilizzano il meglio delle nostre forze artistiche, sono ambientati nella bellezza e nell’eccellenza del nostro paese.”

La testimonianza è proprio rappresentata da L’amica geniale, la serie tratta dalla quadrilogia di Elena Ferrante e che è stata in assoluto la prima produzione di HBO (coproduttore con la Rai) non in lingua inglese. La fiction, infatti, è stata girata interamente in italiano e negli Stati Uniti è andata in onda con i dialoghi originali, in napoletano, e sottotitolata in inglese.

La seconda e ultima giornata del Forum, invece, è stata un vero e proprio salto nel futuro. Un’altra delle sfide più impegnative che attende i broadcaster pubblici, infatti, è quella di intercettare il pubblico più giovane: sia la fascia dei piccoli e piccolissimi (5-11 anni), sia quella degli adolescenti (11-16). In questa missione un ruolo preminente hanno cominciato ad assumerlo la tecnologia e la realtà virtuale. Capita sempre più spesso, infatti, di imbattersi in programmi televisivi con protagonisti robot, o nei quali si fa un largo uso di virtual reality, sia per intrattenimento sia per informazione: per esempio nelle simulazioni meteo o nelle ricostruzioni di scenari, oppure nelle trasmissioni sportive, che utilizzano la realtà virtuale tanto nelle presentazioni degli eventi quanto nei commenti al termine degli stessi.

La Rai da questo punto di vista, in particolare con Rai Ragazzi, ha iniziato da tempo la sperimentazione di nuovi modelli di intrattenimento dedicati al pubblico più giovane.

“Quello che dobbiamo tenere in considerazione - ha detto Luca Milano, direttore di Rai Ragazzi - è la fruizione dei programmi televisivi da parte dei più giovani, che è sempre meno lineare, grazie alla diffusione dei diversi devices attraverso i quali è possibile vedere i contenuti che noi produciamo: basti pensare che in Italia, con una popolazione di 60 milioni di persone, funzionano circa 110 milioni di schermi (tv, smartphones, Pc, eccetera…). Per questo i nostri contenuti devono essere disponibili su tutte le piattaforme, ma questo è solo un aspetto della nostra programmazione”.

Anche la ricerca di nuovi linguaggi e di nuovi talenti, infatti, rientra in questo compito: “Il nostro è un obiettivo duplice - ha detto ancora Milano - perché da un lato abbiamo la necessità di incontrare il gradimento del pubblico più giovane, dall’altro quello di produrre programmi che contribuiscano alla loro crescita. Vanno in questa direzione, per esempio, La Stella di Andra e Tati, con la quale abbiamo raccontato, primi al mondo, la Shoah in versione animata; oppure Jams, tuttora in programmazione su RaiGulp, con il quale affrontiamo il dramma delle molestie sessuali, visto però con gli occhi di quattro adolescenti. Dal 29 aprile, infine, sempre su RaiGulp, prenderà il via Rob-o-Cod, il primo quiz dedicato al coding, il pensiero computazionale e creativo, che fa parte ormai del programma di studio di diverse scuole italiane, attraverso il quale i bambini delle elementari e delle medie imparano la basi della programmazione. In Rob-o-Cod, infatti, in ogni puntata (gli episodi sono 28, da 30 minuti l’uno) si sfidano quattro team di giovani e giovanissimi programmatori, ai quali viene fornito un kit per l’assemblaggio di un piccolo robot, che dovranno ‘istruire’ per fargli compiere un percorso ad ostacoli, per esempio, o fargli raccogliere piccoli oggetti, e così via”.

In chiusura del Forum, poi, la Rai ha presentato per la prima volta al pubblico un prodotto in 8K - il massimo della qualità televisiva attualmente disponibile - dedicato a Leonardo da Vinci. Il filmato, una avant premiere straordinaria, ha incantato la platea, con la visione quasi reale di alcuni dei capolavori di uno dei massimi geni del Rinascimento, del quale ricorre quest’anno il cinquecentenario della scomparsa.   

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