1-7 aprile 2019

Settegiorni

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copertina Nella Rai3 di Guglielmi una linea produttiva per esordienti. E nacque "Americano Rosso"
Cineam e tv

Nella Rai3 di Guglielmi una linea produttiva per esordienti. E nacque "Americano Rosso"

Inizialmente Americano rosso sembrava una faccenda fra gente del nordest. Il romanzo era di Gino Pugnetti, friulano di nascita e veneto di adozione, che negli anni ’40 era stato autore teatrale e radiofonico per poi lavorare alla Gazzetta Veneta e a La Stampa fino a dirigere varie testate della Mondadori; successivamente Pugnetti firmò libri sui cani tradotti in diverse lingue. Uscito postumo nel 1983, Americano rosso, ambientato fra Veneto e Friuli, piacque al padovano Sandro Parenzo, capo della Videa, che nel 1991 volle farne un film.

Per la sceneggiatura Parenzo chiamò il suo concittadino Enzo Monteleone, reduce dalla stesura di quella di Mediterraneo. Per Monteleone fu abbastanza facile buttar giù lo script perché lo stile di Pugnetti era diretto, caratterizzato da bei dialoghi, da personaggi ottimamente definiti e da indovinati colpi di scena. La sceneggiatura fu inviata a Gabriella Carosio, dirigente di Rai3, la quale aveva il non facile compito di leggere tutti i manoscritti che le arrivavano sulla scrivania. In Rai dal 1969 con un contratto di collaborazione, per molti anni fu ricercatrice per il programma Sapere, la rubrica culturale di Rai1 in onda alle 19, con una media di sette milioni di spettatori a puntata. Il direttore di Rai3 Angelo Guglielmi (a lui i nostri auguri per i suoi 90 anni che compie il 2 aprile), con il suo capo struttura Stefano Munafò e la stessa Carosio, decise di inaugurare una linea produttiva per registi esordienti. Le sceneggiature selezionate dalla Carosio venivano rilette da lei stessa e da Munafò e, una volta passato questo secondo esame, arrivavano al vaglio di Guglielmi il quale non si pronunciava prima di aver letto l’ultima riga.

La scelta di Guglielmi di puntare sui giovani era dovuta anche al budget che la sua rete aveva a disposizione per il cinema, inferiore a quello degli altri due canali. Rai3 sosteneva il 40% circa dei costi per i suoi film, impresa impossibile se questi fossero stati diretti da registi affermati. Per Guglielmi fondamentale era trovare co-produttori affidabili e che i film avessero caratteristiche non esclusivamente televisive.

Conquistata dalla sceneggiatura, soltanto dopo la Carosio lesse il romanzo di Pugnetti trovando conferma che il lavoro di Monteleone era talmente eccellente da non cambiarne un virgola. D’altra parte Monteleone, successivamente anche regista, è sempre a suo agio quando c’è da raccontare vicende del nostro passato, reale o di finzione. Alla regia l’esordiente Alessandro D’Alatri, proveniente dal mondo della pubblicità. Con Monteleone a fare da anfitrione per le strade di campagna del nordest, D’Alatri scelse Feltre e la spiaggia di Jesolo come location principali del film. A D’Alatri fu messo a disposizione un cast di stelle: oltre a Sabrina Ferilli e Fabrizio Bentivoglio, ci sono anche Massimo Ghini nella parte del questore Santesso ed Eros Pagni in quella di Oscar Benvegnù, lo zio di Vittorio. La star internazionale è Burt Young, uno dei più bravi caratteristi del cinema americano. Nato a New York, di origini italiane, prima di D’Alatri Young aveva lavorato fra gli altri con Roman Polanski, Robert Aldrich, Sam Peckinpah, Sergio Leone; ma il personaggio che ha reso celebre Young è quello di Paulie, interpretato in tutti gli episodi di Rocky, per il primo dei quali fu candidato all’Oscar come miglior attore non protagonista. Di Americano rosso la Carosio ricorda divertita la fatica per attenuare lo stato d’ansia di D’Alatri, caparbio nel volersi smarcare dallo stile di regia di spot a favore di una ricerca di autorialità, in quel caso forse eccessiva. Le cose andarono per il verso giusto, con D’Alatri premiato al David di Donatello quale miglior regista esordiente.
Il film è attualmente visibile su RaiPlay.

Scheda del film

Americano Rosso di Alessandro D’Alatri - 1991 - 95’
Con Burt Young, Fabrizio Bentivoglio, Sabrina Ferilli, Valeria Milillo

Veneto, 1934. Impiegato nell’agenzia matrimoniale di suo zio, Vittorio Benvegnù (Bentivoglio) viene licenziato da quest’ultimo dopo che lo ha scoperto amante di sua moglie. Vittorio non si preoccupa per l’accaduto: dopo tutto il suo sogno resta quello di sfondare nel mondo del cinema, puntando sulla somiglianza che ha con Clark Gable. Ma cineprese e registi non se ne vedono e per Vittorio arriva l’angoscia su come sbarcare il lunario. L’occasione per racimolare un bel gruzzoletto giunge dagli Stati Uniti grazie a George Maniago (Young), italoamericano di mezza età, tornato nel paese d’origine per trovare una brava e bella donna da sposare, a patto che sia illibata. Messosi alla ricerca per conto di Maniago, Vittorio scova Zaira Vittorini (Ferilli), reatina biondo platino, con tutte le carte in regola tranne la più importante. Le cose sembrano andare meglio con Antonietta (Milillo), cameriera di un’osteria, la quale accetta la proposta di matrimonio combinato. Partiti verso Udine a espletare le formalità per l’espatrio, durante il viaggio Vittorio si innamora di Antonietta che però è troppo attratta dalla prospettiva americana da accettare una relazione con uno spiantato come lui; a Vittorio tuttavia Antonietta rivela di non possedere la patente di “integrità fisica”. Incurante della cosa, Vittorio affida Antonietta a Maniago che felice lascia l’Italia. Per Vittorio la truffa sembra riuscita, ma non è così. 

Produzione Rai3-Videa. Distribuzione Warner Bros. Prima al cinema 18 aprile 1991; prima in tv Rai3 8 novembre 1993. David di Donatello 1991 al miglior regista esordiente.  


Fonti

Alberto Barbera (a cura di) Cavalcarono insieme, Electa 2004

Conversazione con Gabriella Carosio, 24 marzo 2019

Corrispondenza con Enzo Monteleone, 25 marzo 2019

Conversazione con Guido Pugnetti, 27 marzo 2019

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