21 dicembre 2018 - 6 gennaio 2019

Settegiorni

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copertina Manzu', Greco, Minguzzi. Lavorare tra le opere dei grandi maestri
In arte Rai

Manzu', Greco, Minguzzi. Lavorare tra le opere dei grandi maestri

Le opere vengono destinate in primo luogo ai due nuovi edifici di via Cernaia a Torino e di viale Mazzini. 

A Roma, dopo essere stati idealmente accolti dal Cavallo di Francesco Messina - che presidia l’ingresso della Direzione Generale dal 6 novembre 1966 e di cui abbiamo parlato diffusamente nel numero scorso - ospiti e dipendenti possono ammirare, ancor prima di varcare i tornelli e accedere all’interno degli uffici, le soffittature a riquadri modulari in zinco, rame e alluminio dello scultore Gino Marotta, che si estendono in una vasta area del piano terra.

Il critico Marziano Bernardi, che ha avuto un ruolo-guida nella scelta delle opere d’arte della collezione, in Un edificio per la Rai (Alfieri, 1966), dedicato alla storia di viale Mazzini, descrive le soffittature evidenziandone le “ombreggiature incise all’acido che suggeriscono l’idea di un tremolio di fronde nel tralucere del sole fra gli alberi di un bosco”. Sempre di Marotta sono anche i sottili rilievi in bronzo che decorano il banco della reception all’ingresso del palazzo.

Giunti nell’atrio della Direzione Generale, si aprono le porte di una piccola, ma artisticamente rilevante esposizione di opere scultoree in bronzo realizzate da grandi maestri: Passo di Danza di Giacomo Manzù, modellata dall’artista bergamasco appositamente per la Rai nel 1966; la Grande figura accoccolata (1965) di Emilio Greco, autore de L’ascolto, un’altra opera in bronzo della collezione; le Due ombre colorate (1958) di Luciano Minguzzi e Sviluppo verticale di Luigi Gheno e il Nudo di Attilio Torresini del 1942.

Sulla figura realizzata da Greco, questo il giudizio del celebre scultore inglese Henry Moore: “ha il sentimento della bellezza e possiede il dono innato della forma e del volume: una combinazione veramente rara…”.

Alcune delle sculture citate sono magistralmente presentate nel segmento del documentario allegato Le grandi mostre, con i testi della critica e storica dell’arte Pia Vivarelli. Nella mostra itinerante del 1994, cui fa riferimento il programma, erano esposte anche altre opere come la surreale Due figure in poltrona di Minguzzi, del 1972, che oggi si trova nella sede Rai di Bologna; Il pesce di Umberto Mastroianni, uno tra gli artisti italiani più esposti all’estero e il rilievo di Alik Cavaliere appartenente a un ciclo di sculture ispirate al De rerum natura di Lucrezio, oggi entrambe nella sede Rai di via Cavalli a Torino.

Tante altre sono le sculture della collezione sulle quali torneremo prossimamente, dal Pegaso di Saxa Rubra, opera di Mario Ceroli, alla statuetta di Santa Chiara, patrona della televisione, scolpita da Vico Consorti e testimone di tante riunioni nella saletta a lei dedicata al piano terra di Viale Mazzini; dalla vicina scultura/fontana Macchina spaziale, realizzata dallo scultore argentino Federico Bernardo Brook (1966), a quella del Guarracino, creata per il Centro di Napoli da Lello Scorzelli (1961), alle opere da scoprire e riscoprire nelle Sedi e negli edifici Rai.

Per conoscere meglio alcuni degli autori delle sculture citate vi proponiamo tre documenti, tratti dal portale Arte di Rai Cultura, con profili e interviste ai grandi artisti:

Giacomo Manzù forgia con la creta il ritratto del figlio da Come nasce un’opera d’arte (1975)

Il lirismo plastico di Emilio Greco realizzato in occasione della mostra I segni e le forme (2013)

Luciano Minguzzi: realizzare una scultura da Incontri, un’ora con Luciano Minguzzi (1971).

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