VIVA MARIA: DONNA, CANTANTE, DEA

Primo piano in bianco e nero di una elegante Maria Callas, capelli raccolti sulla nuca e largo cappello in testa, davanti a un microfono delle BBC.

 

A quarant’anni dalla scomparsa di Maria Callas, avvenuta il 16 settembre 1977, Rai Easy Web vuole omaggiare la Divina, indimenticata ambasciatrice nel mondo del bel canto.

 

Storia di una Diva, immensa e fragile

Nessun protagonista della musica classica ha raggiunto la popolarità di Maria Callas, la cantante statunitense di origine greca che meglio di chiunque ha raffigurato la tradizione del bel canto.

Solo Luciano Pavarotti, scomparso nel settembre di dieci anni fa, ha ottenuto una popolarità simile, anche attraverso la cassa di risonanza dei mezzi di comunicazione. Ma la figura della Callas, pure a causa di una vita privata tormentata e infelice, ha raggiunto la dimensione del mito, conferendole un fascino senza fine.

Dotata secondo gli esperti di un timbro unico, di un volume e di un’estensione straordinari, la cantante rese popolare il repertorio operistico italiano di Bellini, Rossini, Donizetti e Verdi. La sua affermazione professionale, maturata a partire dalla seconda metà degli anni Quaranta, andò di pari passo con la sua notorietà pubblica, connotando la stagione del jet-set internazionale a cavallo tra gli anni Cinquanta e gli anni Sessanta.

Le prime lezioni di canto la Callas le ricevette all’età di otto anni, nel 1931. Si dice che quando cantava, sotto la finestra, i passanti si fermavano estasiati. Poco tempo dopo i suoi genitori si separarono e la piccola Maria, insieme alla madre, tornò in Grecia.

La Callas visse ad Atene a partire dal 1937 e, mano a mano, cominciò la carriera, diplomandosi al conservatorio locale e debuttando nel 1939 nella Cavalleria rusticana di Mascagni. Nel 1945 tornò negli Stati Uniti e vi restò due anni, prima di approdare in Italia nel 1947 e debuttare a Verona.

Nel 1949 si sposò con Giovanni Battista Meneghini, molto più grande di lei, e finalmente nel 1951 tenne la sua prima esibizione alla Scala di Milano, che per i successivi sei anni consacrò il suo talento eccezionale – valorizzato da grandi direttori d’orchestra come Herbert von Karajan e Carlo Maria Giulini.

Mentre comparvero le prime importati incisioni discografiche, che alimentarono la sua fama artistica, nel 1954 la Callas ritornò negli Stati Uniti che la acclamarono come Divina. Nel 1962 cantò per il Presidente Kennedy, al culmine della sua popolarità, e nel 1965 si esibì per la Regina Elisabetta.

Quella davanti alla sovrana inglese fu la sua ultima interpretazione di un’intera opera lirica. L’età che avanzava e una condizione fisica provata dagli sbalzi d’umore e dalla scelta di seguire diete assai rigide, ne diminuirono pian piano il talento vocale.

Nel frattempo la decisione di abbandonare il marito e andare a vivere col miliardario Aristotele Onassis non contribuì alla sua felicità personale. Un rapporto mai del tutto equilibrato finì per la donna in modo traumatizzante, quando Onassis nel 1968 decise di sposarsi con Jacqueline Kennedy.

La Callas trovò rifugio nell’arte e nel 1969 accettò, su suggerimento di Roberto Rossellini, di girare il film Medea con la regia di Pier Paolo Pasolini. Nel 1973 infine realizzò un tour d’addio insieme al collega Giuseppe Di Stefano, esprimendo ancora molte qualità interpretative.

Addolorata, secondo i pochi amici che le erano rimasti, dalla scomparsa alla metà degli anni Settanta di tante persone che avevano contato nella sua vita (dallo stesso Onassis a Pasolini, fino a Visconti…) la Callas si spense in solitudine nel suo appartamento parigino nel settembre del 1977.

Ricordata in questi giorni anche dalla stampa italiana – da Paolo Scotti e Giovanni Gavazzeni, su «Il Giornale» del 12 settembre, a Pierachille Dolfini su «L’Avvenire» del 13 settembre – la Callas è oggetto in questo periodo di numerose iniziative in tutto il mondo. In un’occasione ebbe a dire: "Sono abituata a lottare, anche se non mi piace. Ma se non avessi la voce, la mia difesa, non lotterei".

 

L’omaggio dagli archivi Rai

Per ricordare Maria Callas e il mito che ha rappresentato per i colleghi cantanti e artisti, nonché per il pubblico che l’ha ammirata e amata, vi riproponiamo di seguito l’ascolto di alcune delle più belle trasmissioni Rai che l’hanno celebrata.

Viva Maria. Le opere e i giorni di Maria Callas soprano è la trasmissione di Radio1 del 1997 con Fanny Ardant e Rossella Falk, condotta da Jacopo Pellegrini, a cura di Anna Rita Caroli e Pino Saulo per la regia di Giovanna Arena che indagava le ragioni del mito di Maria Callas attraverso le tappe della sua carriera. Riascolta le quindici puntate riproposte da Rai Radio Techeté.

King Kong P.M. di Radio1 ha dedicato uno speciale a Maria Callas in occasione della stampa di Callas Remastered, un’opera di restauro di tutte le registrazioni effettuate tra il 1949 al 1969 e rimasterizzate negli studi di Abbey Road. Riascolta la puntata del 24/09/2014 (durata 43 minuti).

Maria Callas raccontata da Angelo Foletto(durata 29 minuti) su Wikiradio del 02/12/2014 affida al giornalista e critico musicale italiano il ricordo della cantante.

Il 4 dicembre 2015 Dario Fo e Paola Cortellesi hanno portato Callas (durata 128 minuti) in prima serata su RaiUno, l’ultimo spettacolo scritto dallo stesso Fo con la moglie Franca Rame.

Da Radio3 Suite del 17/12/2016 riascoltiamo “Mille e una Callas. Voci e studi(durata 47 minuti).

Anche Ettore di Radio2 ha raccontato la Callas nella puntata dal titolo “Nessuno ha mai avuto pietà di me(durata 86 minuti) del 11/02/2017.

Concludiamo con Wikimusic e il profilo che Andrea Penna ha tracciato di Maria Callas. Ascolta la puntata del 27/08/2017 (durata 32 minuti).

 

 

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