VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Dustin Hoffman in piedi dietro Richard Madden gli pone le mani sulle spalle, sullo sfondo un cielo nuvoloso con uccelli che volano e in basso di fronte a loro il giglio di Firenze in rosso con sopra la scritta: Medici, Master of Florence

I Medici-serial.

Va in onda la seconda serie di Medici e il Rinascimento italiano alimenta la fiction internazionale.

Per questo nuovo appuntamento sale sulla scena Lorenzo il Magnifico, certamente sul piano politico-culturale la personalità più ricca e complessa di quell'epoca tra Quattrocento e Cinquecento. Un periodo che vide l'Italia percorsa dagli eserciti stranieri e Firenze al centro di una partita politica e militare con gli stati - dagli Sforza a Milano alla Repubblica di Venezia, dal Papa agli Aragona a Napoli - che si dividevano la penisola e divenivano laboratorio impareggiabile di una straordinaria fioritura artistica e culturale. Lorenzo, va ricordato, succede al padre Piero nel governo della famiglia più potente di Firenze e, quindi, di una Repubblica gestita sostanzialmente come una Signoria, con un ruolo decisivo nel complicato mosaico dell'Italia di quegli anni e un profilo che ne fa un campione del Rinascimento.

E' una grande produzione - Medici 2 - messa in piedi dalla Rai in collaborazione con la Lux-Vide, Big Light, Wild Bunch e Altice. Nomi che al pubblico non diranno molto, ma che appartengono al livello più alto del mercato internazionale della fiction. Perché di questo si tratta, di una storia costruita pensando non solo al pubblico generalista italiano ma anche all'audience internazionale. Una sfida, quindi, che alza i parametri della qualità e persegue un livello fortemente spettacolare.

Al cuore di questa operazione la professionalità di Frank Spotnitz, uno dei più importanti show-runner americani, curatore - fra le altre - della serie X-Files.

Quella di show-runner è una funzione che mette insieme il tradizionale sceneggiatore e il producer, insomma una sorta di coordinatore della produzione a tutti i livelli, incaricato di soprintendere alla costruzione di un lungo percorso seriale e quindi alla necessità di coordinare la divisione del lavoro senza la quale un progetto così ambizioso per quantità e qualità non potrebbe realizzarsi.

Non parliamo di un film che dura due ore e in cui, dunque, il modo di produzione prevede all'inizio la scrittura e poi l'intervento del regista che si occupa di tradurne le indicazioni in dialoghi e immagini davanti alla macchina da presa. Una serie significa una produzione suddivisa in puntate: ore e ore, quindi, che richiedono un'organizzazione ferrea delle fasi di lavorazione e al tempo stesso la trasversalità di una supervisione che garantisca la coerenza del risultato per atmosfera e stile di racconto.

Medici nasce, nella cornice produttiva raccolta attorno alla Rai e a Lux Vide, con il contributo di Spotniz e con quello delle professionalità e della creatività italiana: costumi, scenografie, musica, fotografia. E mette in valore un ambiente unico come può essere la Firenze medicea con il suo tessuto urbano, i palazzi, i monumenti e il patrimonio artistico. E, da questo punto di vista, è la punta emergente di un lavoro volto a internazionalizzare la fiction nazionale e a portare l'italianità nell'immaginario seriale.

Ma quale storia si racconta? E in che modo Lorenzo il Magnifico alimenta una storia? La scelta editoriale assume un indirizzo preciso: raccontare il Quattrocento e Lorenzo come se fosse oggi, o - per meglio dire - con i sentimenti e le passioni che sono di allora come di oggi: odio e amore, tradimento e fedeltà, la lotta violenta per il potere, le pulsioni potenti del desiderio...

Pubblico e privato si intersecano e il racconto mette in scena l'umanità dei protagonisti, le aspirazioni, i conflitti, le perversioni, i sogni… Un’umanità portata all'estremo, radicalizzata a partire dalla biografia di un uomo che visse intensamente e seppe perseguire una straordinaria vastità di interessi, dalla politica alla cultura.

E' una scelta, d'altronde una fiction - come lo sono un film o un testo letterario - è sempre una scelta, assume un punto di vista sulla base del quale raccoglie gli elementi che possono comporsi in una storia e darle la forza che serve per centrare l'attenzione del pubblico.

E' evidente che, in questa prospettiva, una cosa è il lavoro di uno sceneggiatore, un'altra quello dello storico. Nel primo caso l'obiettivo è una storia-spettacolo, nell'altro una ricostruzione approfondita che non ha per fine di stupire il lettore, ma di restituire la possibile verità di un tempo o di un uomo. Il che non esime lo sceneggiatore e il regista da una responsabilità verso la Storia che si affronta e spiega anche un contenzioso mediatico-culturale che spesso si esprime con prese di posizione pregiudiziali e con steccati di incompatibilità.

Del resto, questa storia - per restare nell'ambito della fiction e di quella italiana in particolare - è lunga e mette in fila precedenti illustri tra gli anni Sessanta e Settanta. Solo per citarne alcuni: Odissea di Franco Rossi, Gesù di Nazareth di Franco Zeffirelli, Marco Polo di Giuliano Montaldo, Mosé di Gianfranco De Bosio… Storie costruite sul formato della (mini)serie che s'imposero nel mondo. Medici 1 e 2 hanno una radice anche lì e la rinverdiscono nel solco mainstream della fiction internazionale.

 

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