VITE E FATTI MEMORABILI (ALMENO PER ORA)

Logo del 'Festival della Cultura Paralimpica' formato dalle tre iniziali 'F', 'C' e 'P' in colore rosa e blu. Al di sotto la scritta '20 - 23 novembre 2018 Roma - Stazione Tiburtina'.

Il Festival della Cultura Paralimpica

Alla Stazione Tiburtina di Roma, dal 20 al 23 novembre, un Festival dedicato alla Cultura Paralimpica.

Quattro giorni, accompagnati dalla Rai, per raccontare i personaggi dello sport paralimpico, i loro successi e il loro impegno, e per conoscere in profondità un mondo e il risvolto culturale e sociale che custodisce e offre al Paese.

Sono campioni che conosciamo bene, Bebe Vio e Alex Zanardi, Annalisa Minetti e Martina Caironi. Conosciamo la forza di volontà, la determinazione con cui hanno saputo affrontare una curva dolorosa della vita, e la capacità di trasformarla in un nuovo progetto, in un'occasione e in una testimonianza esemplare che si rivolge a tutti.

"Questo viaggio che parte dalla stazione Tiburtina - ha detto il Presidente del Comitato Paralimpico Italiano Luca Pancalli - vede protagonista questa grande squadra che sta cercando di rivoluzionare il Paese. Quello che il mondo paralimpico rappresenta è il frutto di tutti noi, della nostra responsabilità, e con la Rai abbiamo iniziato tempo fa questo percorso, da Vancouver 2010. Dietro ognuna di queste storie di successi sportivi c'è una storia umana, atleti ed atlete a cui è stata data un'opportunità di dimostrare le proprie abilità, ciò che ci è rimasto e non ciò che abbiamo perso."

Il Festival viene a confermare il lungo cammino di un movimento, dalla separazione all'integrazione, una dimensione sportiva confinata e segregata è riuscita a farsi largo con la potenza della propria energia e si è imposta all'attenzione del Paese, al di là delle medaglie e dei successi.

Non è un caso che Il Vocabolario Treccani abbia accolto proprio in questi giorni il lemma paralimpico come sinonimo di tutto lo sport delle persone con disabilità, non soltanto di chi si presenta sul palcoscenico olimpico. Un aggettivo che sintetizza "un modo di pensare" - sottolinea Pancalli - e lascia alle spalle un atteggiamento sommario e sprezzante nei confronti di quello che veniva sbrigato via come "lo sport degli handicappati".

Se lo sport è comunque cultura, perché concerne temi che riguardano i valori stessi di una società - il corpo, la salute, il confronto con gli altri e il rispetto, il coraggio - quello paralimpico lo è ancora di più, perché investe una condizione che riguarda lo stesso valore comunitario.

Quattro giorni con incontri, mostre, dibattiti, presentazioni di libri, spettacoli, tutti legati trasversalmente da un'ispirazione di solidale condivisione, nel segno di Disabilità in movimento, a sottolineare lo slancio in avanti, il senso di una prospettiva che guarda alla disabilità esaltandone un valore culturale che riguarda il legame stesso che tiene insieme una società e la sua capacità di fare di una difficoltà un'opportunità, nel rispetto dei diritti di ciascuno e di tutti.

"Da uomo tv e spettatore ho sempre avuto chiaro quanto il servizio pubblico possa fornire un contributo essenziale - ha specificato l'ad della Rai, Fabrizio Salini - Gli atleti paralimpici meritano pari trattamento e questo lo si deve vedere anche dal palinsesto. Se il nostro compito è promuovere la coesione sociale, per noi il test paralimpico è decisivo. Rai offre il suo patrocinio e un vigoroso apporto di uomini e donne, per noi è una delle promozioni più belle".

Il Festival sarà anche un importante momento di riflessione sul linguaggio, sulle parole che hanno raccontato e raccontano il mondo della disabilità. Un seminario sarà rivolto ai giornalisti con due sessioni Da handicappati a paralimpici e Mai più figli di uno sport minore.

 

Torna alla Homepage di Rai Easy Web