L'AQUILA: 10 ANNI DOPO

Tre ragazzi girano in bici tra le macerie de L'Aquila. Una scena tratta dalla serie 'L'Aquila, Grandi speranze'

 

Il terremoto de L’Aquila, una tragedia e una fiction per ricordarla

Dieci anni fa, poco dopo le 3 e mezzo della notte del 6 aprile, la terra si scuote a L’Aquila e nel territorio circostante, i sismografi rilevano una scossa di 5.9 gradi nella scala Richter. I morti sono 309, i feriti 1600, gli sfollati 65mila. Ferite profonde nella comunità e l’inizio di un calvario che ancora oggi vede registrare ritardi nella ricostruzione e problemi nella gestione di un fenomeno catastrofico, paradossali e inaccettabili in un Paese che per conformazione geologica è da sempre sulla soglia di rischio e che nel tempo ha dovuto confrontarsi con situazioni terribili. Solo per partire dal Novecento, il terremoto tremendo di Messina nel 1908 con più di centomila vittime; quello di Avezzano con oltre trentamila; Gibellina e la Valle del Belice nel 1968 con 370 morti; otto anni dopo Gemona e il Friuli con quasi mille; nel 1980 tra Irpinia e Basilicata con 2.914; fino al dramma di Accumoli e Amatrice con 299 morti nell’agosto di tre anni fa.

Abbiamo citato le situazioni più pesanti per il numero delle vittime, ma tante sono state le ondate sismiche che si sono abbattute sul nostro territorio, anche negli anni Duemila, dal Piemonte al Molise all’Emilia.

L’Aquila viene trafitta dal terremoto, anche nell’identità della sua dimensione urbana e nella ricchezza del patrimonio storico, architettonico e artistico. La zona rossa, tuttora a presidio del centro storico, testimonia la gravità dei danni e del tempo che passa e richiama tutti alle responsabilità di impegni fattivi e decisioni.

Ne va della tenuta e del futuro di una comunità che non ha più un centro di riferimento e rischia di perdere il tessuto su cui crescono e si sviluppano le relazioni che tengono insieme e su cui si costruisce una prospettiva comune.

Abbiamo assistito, come capita in queste occasioni, a molte rievocazioni di quei giorni che furono terribili e a reportage sull’attualità e sulle difficoltà perduranti.

In questo quadro entra una fiction che nel titolo cita L’Aquila e le mette accanto un auspicio, Grandi speranze, prodotta da Rai Fiction con Ideacinema e diretta da Marco Risi su un soggetto di serie di Stefano Grasso, che ha supervisionato le sceneggiature delle sei puntate con Doriana Leondeff.

E’ sempre delicato affrontare un contesto drammatico, segnato dalla morte, dalla distruzione e da una sofferenza che non cessa, sia per chi ha perso i cari in quella notte, sia per chi ha visto in un attimo sconvolta la propria vita, la casa in macerie, l’ambiente della quotidianità devastato, il vuoto improvviso – materiale e spirituale – che non si sa come riempire, nonostante gli aiuti e la partecipazione di chi è venuto a soccorrere.

E’ delicato ancor più quando lo si fa con una fiction e cioè con un lavoro basato sulla finzione e che dunque ricostruisce attraverso l’invenzione di personaggi e trame narrative.

Va subito detto che L’Aquila, Grandi speranze esibisce un elemento oggettivo di aderenza alla realtà delle cose: la fiction è stata infatti girata nel centro storico della città e la zona rossa è diventata il set che incornicia le vicende che vengono raccontate. E’ evidente che un’opera d’immaginazione sposta di per sé dalla realtà delle cose e, tuttavia, questa presenza conferisce al racconto una densità e una pregnanza che non lasciano insensibili. Siamo lì, tra le rovine, i ponteggi, i tubi che sostengono facciate che altrimenti sarebbero venute giù, le case sfigurate, vuote, dove ancora qualche mobile e qualche oggetto dice della vita che ci fu.

Quanto alla fiction si assume il rischio del racconto e lo fa con misura e prudenza. Racconta il dopo, focalizzando su due famiglie, una (Donatella Finocchiaro e Giorgio Marchesi) segnata dalla sparizione di una figlia nella notte del terremoto, l’altra con il marito e padre (Giorgio Tirabassi con la moglie Valentina Lodovini) impegnato con passione e ostinazione nella testimonianza e nello sforzo di tenere alta l’attenzione sul lavoro da fare. Questo punto di vista si raddoppia, accompagnato da uno sguardo sulla generazione dei figli, degli adolescenti che si sono trovati a condividere la brutalità dell’evento e oppongono l’entusiasmo e la forza della loro giovinezza al peso che sembrerebbe insostenibile della tragedia, con uno spirito che ricorda I ragazzi della Via Paal e che li porta a reinventarsi la zona rossa e farne uno spazio della loro immaginazione.

Siamo, insomma, dentro una conduzione di sradicamento e un intervallo incerto e sospeso, con tutto il ventaglio psicologico che si porta dietro, dalla rassegnazione al coraggio, dal rimpianto alla speranza.

C’è anche spazio per un costruttore (Luca Barbareschi) che permette alla storia di guardare anche negli interessi – spesso vischiosi e cinici – che si intrecciano nella ricostruzione.

 

La Rai non dimentica…

Per ricordare questo triste evento, la Rai ha dedicato buona parte dei programmi radio e tv per raccontare cosa è cambiato dopo la scossa che ha devastato il capoluogo abruzzese e di come i suoi abitanti siano riusciti, nonostante molte ad andare avanti.

Su Radio1 i primi a ricordare il terremoto dell’Aquila del 2009 è stata la puntata del 5 aprile di Tra poco in Edicola (217 minuti), la rassegna stampa notturna, condotto da Stefano Mensurati, che ha dedicato l’intera trasmissione. Anche Radio Anch'io ha dedicato la puntata del 6 aprile (69 minuti) in ricordo dell’evento.

Molto ampio è stato il contributo dei programmi di Radio3 che hanno trattato il tema del terremoto dell’Aquila. In particolare la trasmissione Tre Soldi, che dal 1 al 5 aprile ha dedicato uno speciale dal titolo L'Aquila, storie di straordinaria ordinarietà, in cui vengono raccontate le storie di alcuni abitanti del luogo che hanno raccontato di come sia cambiata la loro vita dopo la scossa di terremoto e di come siano riusciti ad andare avanti.

Lo Speciale del 5 aprile di Tutta la città ne parla (54 minuti) racconta come sia cambiata la città aquilana a 10 anni dalla scossa, con le testimonianze dei protagonisti e le analisi di chi si occupa della ricostruzione per cercare di capire come risorgere dalle macerie e ricostruire non solo le case ma anche le vite delle persone. Partiamo dalla suggestione del volontario Tony, tornato lì dopo tanti anni.

Una puntata speciale l’ha dedicata anche la rubrica Radio3Scienza. Nella puntata del 5 aprile (31 minuti) ha ascoltato geologi ed esperti d’architettura per capire, oltre a dover ricostruire gli edifici distrutti, come creare un nuovo sistema di prevenzione.

Anche la trasmissione di approfondimento letterario Fahrenheit ha dedicato la puntata del 5 aprile (103 minuti) al terremoto dell’Aquila, leggendo i racconti dei ragazzi delle scuole aquilane e di numerosi scrittori della città.

Anche il programma Piazza Verdi ha dedicato buona parte della puntata del 6 aprile (173 minuti) alla narrazione delle vicissitudini, del dolore, della lotta e della resistenza della popolazione, oltre al faticoso cammino di una ricostruzione materiale, sociale, artistica e culturale. Infine Radio3Suite ha intervistato, durante la puntata del 6 aprile (25 minuti), il compositore Nicola Piovani che ha presentato ‘La Sinfonia delle Stagioni’ l’opera che il direttore d’orchestra romano ha voluto dedicare al capoluogo abruzzese e che è stata presentata per la prima volta il 7 aprile alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio.

Il ricordo del terremoto proseguirà anche nei giorni successivi. Infatti il 16 aprile su Raiuno, andrà in onda la fiction diretta da Marco Risi L’Aquila, grandi speranze, che in 6 puntate racconterà la storia di due famiglie aquilane a un anno e mezzo dal terremoto. Nel cast troviamo Donatella Finocchiaro, Giorgio Marchesi, Giorgio Tirabassi, Luca Barbareschi, Francesca Inaudi, Carlotta Natoli e Valentina Lodovini. Ma un ruolo importante lo copriranno i giovani, interpretati da Rosa Enginoli, Gabriele Fiore e Andrea Pittorino, che raccontano la loro vita in una città distrutta dal terremoto. Le puntate saranno disponibili anche con le audiodescrizioni di RaiEasyWeb.

 

 

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