ESTATE 2019: STORIA E CONSIGLI

Il panorama sulla spiaggia di Conca dei marini, nella Costiera Amalfitana

 

L’estate dell’Esodo

Non si parte più come una volta. L’estate, una volta, appunto, significava un appuntamento obbligato, una scadenza che non si poteva non celebrare, guai a non partecipare. L’estate era il caldo nell’inverno della vita, la gente finalmente sudava e a nessuno veniva in mente del riscaldamento globale o di cicloni tropicali che potevano incombere sulle spiagge e facessero volare via gli ombrelloni. Era caldo e basta, il tempo del Solleone, quello che Dio e la meteorologia comandavano. Era giusto che deflagrassero i quaranta gradi e che le cicale frinissero a più non posso.

L’Esodo, la parola l’avevano presa addirittura dalla Bibbia per indicare la transumanza di massa che tra giugno e luglio e soprattutto luglio e agosto vedeva gli Italiani salire sulle loro utilitarie e, magari per chi se le poteva permettere, le loro berline, rinzeppate di tutta la famiglia, padri e madri, figli e figlie, magari pure i nonni o una suocera, e perché non una zia che non si era sposata ed era buona per tenere i bambini e dare una mano in cucina. E cariche che le sospensioni erano schiantate, come una lumaca in movimento, della casa, pentola, materassi, scolapasta, scope, pacchi di pasta, bottiglioni o fiaschi di vino, l’acqua minerale, no, allora, l’acqua minerale allora non era ancora stata inventata, il sale e il pepe, il sapone, la farina, la pummarola... insomma, tutto quello che era bene portare da casa perché i supermercati erano di là da venire, tutto, comprese le pinne, il fucile e gli occhiali, come cantava Edoardo Vianello. E l’ochetta per non andare a fondo.

Le macchine, allora, negli anni Sessanta, rappresentavano il boom su quattro ruote, l’uscita collettiva dalla prigione annuale del lavoro, da trappola della vita domestica, via, verso il mare e il sole. Il mare e il sole, l’essenzialità di una natura a portata di mano e a buon mercato, bastava una di quelle sdraio di legno e stoffa a colori che a volte per cercare di stenderle uno ci rimaneva imprigionato e dovevano districarlo, e un ombrellone, anche quello portato da casa, e magari un mangiadischi con le canzoni yeyé, A-a-bronzatissimi, i Watussi, Una rotonda sul mare, A Saint-Tropez…

Chi c’era sotto l’ombrellone? Gli operai che con uno stipendio finalmente decente scendevano dal Nord verso Milano Marittima e tutta la costa romagnola, e quella roba che socialmente parlando si chiama ceto medio che allora respirava un’aria che la faceva crescere fino a diventare il grande corpo di tutto un Paese, quello che oggi invece arretra, si restringe da tutte le parti, precipita nella rabbia e nell’insicurezza, assediato dalla paura della crisi e della povertà. E poi i tedeschi – e le tedesche - che il sole italico l’hanno sempre amato (come pure i vitelloni nel caso delle tedesche) e che, invece di strafexpedition, si armavano di Volkswagen, le coccinelle e il combi multiuso che poi avrebbe trasportato i sogni degli hippies in America e dei loro epigoni in tutto il mondo. E poi scendevano giù, verso il Sud, quelli che erano partiti dalla Sicilia e dalla Calabria e dalla Lucania per andare a lavorare al Nord, su su, fino alla Germania e anche più su.

Tutti sulla spiaggia. Prendevano il Sole, con qualche crema, ma non c’erano i salutisti a pontificare e spiegare, chi aveva la pancia non se ne faceva un tormento, mentre non erano pochi i giovanotti aitanti e muscolosi che in quei costumi da bagno-slip sfilavano sulla battigia, petto in fuori e spalle larghe, esibendo il loro profilo statuario alle bellezze che li adocchiavano e magari strizzavano un occhio.

Un’aranciata, una limonata, un ghiacciolo, i chioschi avevano l’essenziale e comunque sembravano un tabernacolo miracoloso, un albero della cuccagna sceso in terra.

E, in attesa di fuori bordo e dei famigerati acquascooter, ci si accontentava di un pattino, la sola forza delle braccia e via, al largo, magari in coppia, lontano dai troppi sguardi dell’arenile.

Messa così, potrebbe sembrare quasi un sogno, un piccolo sogno. E qualcuno potrebbe anche pensare a una nostalgia. Il tempo è passato e passa e tante estati sono trascorse. Ma non è detto che non sia così.

 

Un estate in nostra compagnia

Anche d’estate la programmazione rai non vi lascia sola. Tra i tanti programmi che vi terranno compagnia in questa calda estate troviamo Un disco per l’esteta, in onda su Radio1 dal lunedì al venerdì alle 15.35. Ideato e condotto da Dario Salvatori insieme a Sara Piselli propone un'informazione leggera in tema con l'estate. tra i temi: Balli, mare, Tipi da spiaggia, estate inconsapevole, Tormentoni, Archetipo latino, Disperazione estiva, Abbronzatura, Bagnino, Sole, Hit delle località, Hit delle bevande, Barche, Oggettistica da spiaggia, Gadget e giochi da spiaggia, Modalità estive, Flirt. Il tutto condito dalle musiche selezionate da Dario Salvatori. Regia di Leonardo Gragnoli.

Tuttavia sarà Radio2 la Radio di Agosto 2019. L’estate di Rai Radio2 è iniziata ufficialmente lunedì 5 agosto, con Cateragosto, storie e racconti dal territorio del critico d’arte Costantino D’Orazio e della giornalista Diletta Parlangeli. Dalle 6 alle 7.30 del mattino, dal lunedì alla domenica, l’inedita coppia accompagna il risveglio di Rai Radio2 con un rapido sguardo ai principali titoli dei giornali, prima di tuffarsi nelle cronache che sfuggono all’attenzione, ma che regalano la necessaria leggerezza dell’intrattenimento d’agosto. Immancabili i consigli sui luoghi più belli da visitare, per chi è in vacanza e per chi resta in città.

A seguire, il Ruggito del Coniglio già dal 15 luglio si è trasformato in Soggetti Smarriti, con Marco Marzocca e Francesco Vercillo: un programma che mette al centro gli ascoltatori, i giochi e l’ironia, in onda per tutta l’estate dalle 7.45 alle 10.30, dal lunedì al venerdì. Fino alle 12 poi ci sarà il “Best Of” del Radio2 Social Club di Luca Barbarossa e Andrea Perroni, per approdare ad una versione “alternativa” al consueto Non è un paese per giovani: già partito da qualche giorno, a sperimentare nuovi modi di raccontare l’attualità, il cinema e l’Italia, a fianco di Max Cervelli è arrivato il giornalista Tommaso Labate, fino alle 14. Curiosare ovunque in modo “POP” è l’obiettivo di Paola Gallo, con Radio2 di tutto un pop, che regala agli ascoltatori, parafrasando il re della Pop art Andy Warhol, 1 minuto di celebrità al giorno, dalle 14 alle 16, dal lunedì al venerdì.

Fino alle 18 è in arrivo Siesta, il magazine unisex che trasforma in cultura le piccole cose del quotidiano: stile, buone maniere, soldi, salute, economia domestica, tecnologie. Condotto da Matteo Osso e Chiara Papanicolaou, la loro missione sarà quella di sfatare falsi miti e riscrivere le istruzioni per vivere meglio ogni giorno: Siesta ha infatti raccolto una “task force” di esperti. Immancabili l’oroscopo da ridere e i Messaggi in Bottiglia degli ascoltatori, dal lunedì al venerdì.

Dalle 18 alle 20 arrivano I Rimandati Davide D’Addato, Luca Restivo e Federico Vozzi, “bloccati a Radio2 ad agosto perché rimandati a settembre in tutte le materie”. Si tratterà di un programma di intrattenimento brillante, che al commento ironico su alcune notizie della giornata unisce il racconto del mondo “popolare” attraverso ospiti e contributi dei più originali. Sono “le pagelle di Rai Radio2”, per eleggere i promossi e i bocciati dell’estate.

Fino alle 21, poi, spazio ad un’ora di buona musica, che farà da spartiacque tra il giorno e la notte, aprendo le porte a Sere D’Estate, con Andrea Santonastaso, fino a mezzanotte. Dato il successo di questa prima stagione, che ha visto costruirsi e crescere una vera e propria community, anche in estate I Lunatici Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio non lasceranno le frequenze di Rai Radio2, grazie ad una selezione delle puntate più belle, fino alle 6. La domenica alle 22 va in scena Let’s Dance, il meglio delle playlist a tema create da Max Cervelli: abbandonato il terreno dei 70/80 si lancerà in compilation di ogni genere, fino alle 24. Il fine settimana di Rai Radio2 si completerà ancora con il meglio de I Lunatici, ad illuminare le notti di tutto il popolo della rete, dalla mezzanotte – come per il resto della settimana - fino alle prime luci dell’alba.