40 ANNI SENZA ELVIS PRESLEY: L’UOMO CHE DIVENNE “THE KING”

Foto in bianco e nero di un giovane Elvis con il celebre ciuffo, intento a cantare di fronte a un microfono in sala di registrazione.

 

Il 16 agosto del 1977 il mondo dovette dare l’addio al “Re del rock’n’roll”, il cantante universalmente amato sebbene non si sia mai esibito al di fuori del continente americano. Scomparso ad appena 42 anni, in soli 24 anni di carriera riuscì a segnare per sempre il panorama della musica a livello internazionale.
Rai Easy Web ricorda Elvis Presley, a 40 dall’ultima canzone che abbia mai cantato: il brano country Blue Eyes Crying in the Rain, intonato al piano della sua tenuta di Memphis, la celebre Graceland, poche ore prima di spegnersi.

 

La nascita di un mito

Ancora oggi appare incredibile come la carriera di Elvis Presley, uno dei cantanti più popolari della storia, e la nascita stessa del rock’n’roll, uno dei generi musicali più apprezzati di sempre, siano avvenuti per caso. Eppure è proprio così che è andata.

Nel 1953 a Memphis, nel sud degli Stati Uniti, Elvis lavorava come maschera in un cinema e aveva diciassette anni. Coltivava un amore viscerale per il canto e decise di recarsi presso gli studi di una casa discografica locale, la Sun Records, con l’intenzione di fare una sorpresa alla sua adorata madre Gladys e registrare per pochi dollari una canzone su di un acetato.

Ad accoglierlo fu Marion Keisker, una dipendente dell’etichetta, e fu lei ad annotare su un taccuino le doti vocali del giovane. All’epoca dei fatti l’industria discografica non aveva definito se stessa e la musica popolare era una forma d’arte non ancora esplorata.

La Sun Records era una piccola etichetta guidata da Sam Philips, un giovane discografico ossessionato da una visione personale: quella cioè di trovare un bianco che cantasse come un nero.

In un secondo momento fu proprio la Keisker a fare il nome di Presley a Philips, giacché era rimasta colpita dalle sue potenzialità, e a suggerire al discografico di organizzare un provino dove verificare le attitudini del giovane cantante.

Il primo tentativo non andò bene. Presley parve emozionato, forse non a suo agio con un repertorio di canzoni confidenziali. Ma la sua voce pura, struggente e a tratti malinconica lasciò comunque il segno.

Anche Sam Philips non parve soddisfatto da quella prova ma non si dette per vinto. Più in generale non aveva le idee chiare su quello che stava cercando, però restava convinto che un cambiamento della musica e del costume fosse nell’aria.

Poco tempo dopo il produttore contattò due musicisti del posto, il chitarrista Scotty Moore e il contrabassista Bill Black, con l’obiettivo di organizzare una registrazione dove provare di nuovo a valorizzare le doti di Presley.

La seduta avvenne nel luglio del 1954 e per buona parte della sua durata non portò a nulla di buono, nonostante l’intesa sviluppatasi tra il cantante e i due strumentisti.

Durante l’ennesima pausa, mentre tra i presenti prendeva corpo l’idea di lasciar perdere e riprovarci in una successiva occasione, Elvis cominciò a suonare senza impegno That’s All Right Mama, una canzone del musicista blues Arthur Big Boy Crudup.

Eccitato per il suono della propria chitarra ritmica, Elvis cominciò a dimenarsi e a saltare tutt’attorno allo studio, stando alla testimonianza dello stesso Scotty Moore; mentre Bill Black, che stava sorseggiando una bibita, mollò tutto e cominciò a star dietro al ragazzo. Un istante dopo li seguì il chitarrista.

Sam Philips, impegnato in cabina di regia a sistemare delle bobine, entrò di corsa nello studio e chiese che stessero facendo. Nessuno dei tre seppe dargli una risposta, perché nessuno prima di allora aveva preso una lenta melodia blues e ne aveva alterato il ritmo e l’arrangiamento, facendone un racconto melodico caldo e sensuale. Lui allora li invitò a ricominciare da capo in modo da registrare l’esecuzione. Aveva capito tutto.

Philips aveva riconosciuto il brano sin dalle prime battute e rimase innanzitutto stupito che quel ragazzo così giovane conoscesse il blues perché niente, nelle canzoni che egli aveva interpretato fino a quel momento, aveva svelato quella vena.

Philips era all’oscuro che la musica nera (il blues, il gospel, lo spiritual…) fosse al centro dell’universo musicale di Elvis, giacché alla maggior parte de bianchi il folklore degli afro-americani era del tutto sconosciuto.

E invece nella musica dei neri Elvis trovava un senso di liberazione fisica e di esaltazione. Qualcosa che egli andava cercando da sempre, come prevedendo un’apparizione che evidentemente nessun altro riusciva a condividere: nessun altro ad eccezione di Sam Philips.

That’s All Right Mama suonava ruvida e sporca, ma nello stesso tempo trasmetteva quell’esuberanza e quell’originalità che il produttore cercava da tempo di ottenere attraverso le registrazioni dei precedenti artisti con cui aveva lavorato. Elvis era qualcosa di diverso. Philips comprese subito di avere qualcosa di veramente notevole tra le mani.

Quella notte Philips, sconvolto da quanto accaduto, restò in studio fino a tarda ora. Poco tempo dopo That’s All Right Mama fu pubblicata su 45 giri e immediatamente ottenne un successo inimmaginabile, dapprima nel sud del paese e poi in tutta la nazione, fino a quando la Rca sottopose al giovane debuttante un contratto molto importante. Era nato il rock’n’roll ed Elvis Presley ne sarebbe diventato il Re. E ne è tuttora il Re.

 

L’omaggio dagli archivi Rai

L’affascinante storia de “La nascita di Elvis(durata 19 minuti) è stata raccontata con commenti e anche dalla storica trasmissione Radio1 Music Club del 19/06/2017.
Nel corso degli anni, il conduttore John Vignola ha avuto modo di delineare più volte e in diverse occasioni la figura di Elvis e ciò che essa ha rappresentato per tutto il mondo della musica. Di seguito un excursus, a ritroso nel tempo, delle trasmissioni dedicate al Re del rock’n’roll.
Radio1 Music Club del 08/01/2017 - Elvis, Bowie e le molte declinazioni del r'n'r (durata 24 minuti)
Radio1 Music Club del 05/07/2016 - Elvis Presley in America (durata 21 minuti)
Radio1 Music Club del 28/03/2016 - Viva Elvis! (durata 65 minuti)
Radio1 Music Club del 08/01/2016 - Elvis e le canzoni degli altri (durata 20 minuti)
Radio1 Music Club del 02/08/2015 - Elvis, forzato del rock (durata 27 minuti)
Radio1 Music Club del 26/06/2015 - Elvis va alle Hawaii (durata 18 minuti)
Radio1 Music Club del 13/01/2015 - Elvis nelle canzoni degli altri (durata 47 minuti)
Radio1 Music Club del 08/01/2015 - Buon compleanno Elvis (durata 24 minuti)
Radio1 Music Club del 05/01/2015 - Elvis Presley: Menphis, andata e ritorno (durata 27 minuti)
Radio1 Music Club del 17/08/2014 - Il giovane Elvis (durata 61 minuti)
Radio1 Music Club del 07/08/2014 - Viva Elvis! (durata 50 minuti)

E’ ancora John Vignola, questa volta per la trasmissione Ritratti di Radio2, a tracciare il profilo del “primo bianco a cantare come un nero”, come il suo primo discografico definiva Elvis, partendo dal primo singolo fino ad arrivare al commiato nel 1977. Ascolta (durata 31 minuti).

Anche Latitudine Soul, la trasmissione di Radio1 che racconta tramite testi e musica di Luca Sapio e la voce di Luca Ward le storie dei grandi personaggi della musica black, si è occupata del fenomeno Elvis Presley. Vi riproponiamo l’ascolto di alcune puntate andate in onda nel corso di quest’anno:
Latitudine Soul del 10/03/2017 - Elvis Presley - Prima puntata (durata 16 minuti), con la cover di I wont back down.
Latitudine Soul del 10/03/2017 - Elvis Presley - Seconda puntata (durata 16 minuti), con la cover di The bottle.
Latitudine Soul del 11/06/2017 - Elvis Presley e il blues (durata 19 minuti), con la cover di Tobacco road.
Latitudine Soul del 18/07/2017 - Elvis Presley (durata 19 minuti), con la cover di The world is a ghetto.

Rai Teche, tramite il proprio sito, ha raccolto dal patrimonio dell’archivio Rai tre estratti di pregio per omaggiare il cantante che ha l’appellativo di “The King”.
Innanzitutto brani dell’intervista a Elvis (durata 2 minuti), estratta dall’archivio storico dei giornali Radio Rai, realizzata nell’autunno del 1958 alla conferenza stampa tenuta dal cantante in Germania, durante il servizio militare.
Dopo la lontananza dalle scene musicali di due anni per far fronte agli obblighi di leva, esce l’album Elvis is back che contiene la famosissima canzone Fever. Il documentario di Leggende rock (durata 4 minuti) ripercorre, grazie anche a quel momento, le ragioni del successo del cantante.
Infine, in una sequenza della puntata di TecheTecheTè andata in onda il 10/06/2013 e intitolata S Come Sanremo il cantante Elvis Presley canta la versione inglese di Io che non vivo (senza te) (durata 23 secondi) estratta da Tg2 Dossier del 2005.

L’omaggio a Elvis non può prescindere dal fare riferimento alla città che lo ha visto nascere discograficamente ed è rimasta costantemente al centro della sua vita, nonché di quella di tutta la musica a stelle e strisce: Memphis, in Tennessee.
Attraverso i viaggi musicali di File Urbani di Radio3 vogliamo farvela conoscere meglio: Prima puntata (durata 29 minuti)Seconda puntata (durata 29 minuti).

Radio2 ha celebrato il Re del rock’n’roll dedicando a lui e alla sua incredibile storia uno sceneggiato radiofonico di grande valore, andato in onda nel 2004. Riascolta le 20 puntate di Elvis.

 

 

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