1968-2018: SOGNARE ANCORA CON MARTIN LUTHER KING, 50 ANNI DOPO

Foto del memoriale di Martin Luther King sulle rive del Tidal Basin, vicino Washington, aperto al pubblico nell'agosto 2011. (Per una descrizione più dettagliata prosegui la lettura del testo alternativo) Il monumento è composto da una statua, alta 9 metri, realizzata in un unico blocco di marmo bianco dal quale il personaggio pare si stia distaccando progressivamente. King è rappresentato in piedi, con le braccia conserte, e tiene nella mano sinistra dei fogli arrotolati. Dietro la figura del pastore protestante, su una pietra nera posta a semicerchio, sono scolpite alcune delle sue frasi più famose.

 

Mezzo secolo è trascorso da quel 4 aprile 1968, quando un colpo di fucile mise fine alla vita dell’attivista afroamericano più celebre al mondo. Nei soli 39 anni della sua esistenza riuscì a tramutare il sogno dell’uguaglianza tra bianchi e neri in un contagio di idee e speranze destinate a segnare la storia.
Il premio Nobel per la Pace di cui Martin Luther King fu insignito il 14 ottobre 1964 per la guida della resistenza non-violenta impegnata a favore della fine del pregiudizio razziale negli Usa lo rese il più giovane tra i premiati dall’Academy fino ad allora e un esempio a cui guardare per contemporanei e posteri.

 

L’uomo che cambiò l’America

Che il sogno di Martin Luther King (in riferimento alla sua celebre dichiarazione “I have a dream!”, pronunziata a Washington il 28 agosto 1963, durante la marcia per la libertà organizzata dal movimento per i diritti civili che rappresentò il suo capolavoro politico) sia ancora lontano dalla sua completa realizzazione, lo hanno dimostrato i numerosi e recenti episodi di cronaca provenienti dagli Stati Uniti.

Per esempio, le polemiche causate dall’inaugurazione del Museo nazionale della storia e della cultura afroamericana (avvenuta a Washington nell’autunno 2016) giacché molti oppositori hanno contestato che una struttura a forte connotazione razziale avrebbe attirato un pubblico troppo ristretto e, inoltre, avrebbe dato vita a un’ondata di richieste simili da parte di altre minoranze.

Eguali episodi sono accaduti anche nell’ambito della cultura e dello spettacolo. Il controverso successo de Lo schiavista, un romanzo di Paul Betty imperniato sul personaggio di un afroamericano che, paradossalmente, vuole tornare alla segregazione. Il documentario di Raoul Peck I am not your negro, dedicato allo scrittore nero James Baldwin. Il film Moonlight di Barry Jenkins, basato sul percorso di formazione di un ragazzo di colore omosessuale. Infine, le confessioni di John Landis, il regista dei video di Michael Jackson, che all’ultimo Festival di Venezia del 2017 ha ammesso come ancora negli anni Ottanta il canale televisivo Mtv, per via di un regolamento interno, non trasmetteva filmati di artisti di colore.

Gli schiavi neri erano stati acquisiti in Africa a partire dal 1619, prima nella parte occidentale del continente e più tardi in quella orientale. Essi erano prelevati in cambio di polvere da sparo, di cariche di armi e di beni manifatturieri, che le navi negriere imbarcavano in Gran Bretagna, Francia e Portogallo.

Gli schiavi erano a loro volta scambiati in America al posto di materie prime come lo zucchero o il tabacco, rivendute poi in Europa con profitti tre volte superiori. Secondo gli storici attraverso questa compravendita, dove una vita valeva una merce, furono deportati circa 14 milioni di persone.

Nel tempo il dramma della schiavitù divenne un fattore di scontro e causò la Guerra di Secessione, che dal 1861 al 1865 insanguinò il paese, provocando la sconfitta della Confederazione degli Stati del Sud ad opera degli Stati Uniti d’America e ottenendo l’eliminazione dello schiavismo in tutta la nazione – come ha documentato nel 2012 il film Lincoln di Steven Spielberg, dedicato al presidente che per primo mise al centro del proprio impegno la libertà di tutti i cittadini.

Questa è solo una parte della ampia cornice storica che ha connotato la biografia di Martin Luther King – dai suoi primi passi come pastore, nel Sud degli Stati Uniti, fino alla morte, causata da un attentato sul quale dopo mezzo secolo persistono molti dubbi.

Ispiratosi al Mahatma Ghandi, l’uomo che attraverso la disobbedienza civile portò l’India all’indipendenza nel 1947, Martin Luther King affrontò la sua intera parabola facendo appello alla resistenza non violenta (secondo un canone di impegno civile che in Italia ha guidato le azioni di figure come Aldo Capitini e Danilo Dolci, fino a Marco Pannella).

Se Malcom X, a sua volta ucciso nel 1965, perseguiva una via più radicale nel tentativo di abbattere il segregazionismo (condividendo questa visione con il giovane campione dei pesi massimi Cassius Clay, poi divenuto Muhammad Ali…) Martin Luther King cercò costantemente il dialogo con le istituzioni, provando a far breccia nell’opinione pubblica americana, fino a ottenere l’appoggio del presidente Kennedy.

In Usa, pochi giorni fa, la morte di Linda Brown (un’importante attivista che da bambina, nel 1951, si vide rifiutato l’accesso a una scuola per soli bianchi) ha riportato l’attenzione generale sulla questione della piena parità dei diritti.

Il particolare che questo episodio – il decesso della Brown e le conseguenti reazioni della stampa e dell’opinione pubblica – sia accaduto alla vigilia dell’anniversario della morte di Martin Luther King forse è da intendersi come un rivelatore segno del destino, nella prospettiva che quel sogno possa un giorno realizzarsi per davvero.

 

Gli archivi Rai per ricordare Martin Luther King

In occasione dei 50 anni dall’assassinio di Martin Luther King, La Grande Radio di Radio 3 gli ha dedicato una puntata: "Il sogno della non violenza di Martin Luther King" del 01/04/2018 (durata 45 minuti). Dall’archivio di Radio Rai sono state recuperate le analisi degli storici Paolo Naso e Giuseppe Mammarella riguardanti lo sfondo storico in cui si colloca l'opera di King ma anche brani di interviste e frammenti dei discorsi del leader dei diritti civili.

In quanto figura fondamentale della cultura afroamericana, Martin Luther King è stato anche il protagonista della storia di Latitudine Soul del 25/05/2017 (durata 19 minuti) su Radio1, scritta da Luca Sapio e letta da Luca Ward. Tra parole e musica, autore e attore ci hanno fatto conoscere la figura del pacifista e le situazioni contro cui condusse le sue battaglie non-violente: le discriminazioni verso i cittadini afroamericani nel sud degli Stati Uniti, le violenze del Ku Klux Klan, le centinaia di omicidi a sfondo razziale protetti dai politici eletti da soli bianchi. Il 7 marzo 1965 la marcia da Selma a Montgomery per i diritti nello stato dell'Alabama.

Un excursus della vita del pastore protestante, leader del movimento per i diritti civili dei neri in America, è stato presentato anche da Radio2 in Pezzi da 90 del 16/01/2017 (durata 10 minuti), tra brani musicali e documenti sonori.

Un significativo momento fu rappresentato dalla marcia dei bambini di Birmingham del 2 aprile 1963 dove i dimostranti, al massimo diciottenni che marciavano pacificamente cantando Whe shall overcome (riusciremo a superarlo), furono caricati con gli idranti e contro di loro furono aizzati i cani poliziotto. Due giorni dopo sul New York Times comparve in prima pagina una fotografia che mostrava un ragazzo nero attaccato dai cani della polizia e che scosse l’opinione pubblica mondiale. Quest’ultimo fatto fece decidere finalmente al governo americano di dichiarare illegale la segregazione e di parificare le assunzioni tra neri e bianchi. L’evento è stato raccontato da Wikiradio del 04/05/2015 (durata 30 minuti) su Radio3.

Nonostante le azioni non-violente come quella appena raccontata, pianificate con il Progetto C da King insieme al Reverendo Wyatt Tee Walker, fossero destinate a cambiare la vita civile degli afroamericani, Birmingham mantenne ancora per diverso tempo la fama di «città più segregata d'America», come dimostrò la strage avvenuta nella capitale dell’Alabama il 15 settembre 1963, ad opera del Ku-Klux-Klan, che ebbe per vittime quattro bambine nere. Ripercorriamo la storia con Wikiradio del 15/09/2015 (durata 30 minuti).

Molti furono i musicisti che ebbero contatto con Martin Luther King durante il periodo del suo impegno per il riconoscimento dei diritti degli afroamericani e altrettanti quelli che gli dedicarono un brano o un passaggio di una canzone…
L’idealista del 10/09/2017 (durata 28 minuti) ha proposto su Radio3 cinque brani musicali ispirati alla figura del pastore protestante e attivista statunitense, del quale ha ripercorso vita e attività.

Ancora attraverso la musica si sviluppa il ricordo del Reverendo fatto da King Kong A.M. di Radio1 per due anni successivi, in occasione dell’anniversario della sua nascita avvenuta il 15 gennaio 1929 ad Atlanta.
Riascoltiamo di seguito le puntate dedicate:
King Kong A.M. del 15/01/2015 (durata 25 minuti)
King Kong A.M. del 15/01/2016 (durata 25 minuti)

Anche in campo letterario il leader della lotta non-violenta dei neri ha lasciato un’eredità. Fahrenheit di Radio3 ha analizzato la questione nella puntata “Martin Luther King e la nuova letteratura afroamericana” del 15/03/2018 (durata 121 minuti).

Vi lasciamo con l’invito ad ascoltare il documentario sonoro in tre puntate di Tre Soldi dal titolo “Cinquant’anni senza Martin Luther King”, trasmesso da Radio3 il 4,5 e 6 aprile alle 19.50.

 

 

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