1917-2017: CENTO ANNI DELLA RIVOLUZIONE RUSSA CHE CAMBIÒ IL MONDO

Foto dell'incrociatore Aurora, attraccato a un molo su acque parzialmente ghiacciate: da questa nave da guerra partì il colpo che diede inizio alla Rivoluzione d'ottobre.

 

La fine del 1917 – gli ultimi giorni di ottobre per il calendario giuliano, i primi del mese di novembre per quello attuale – fu segnata da un evento storico che sconvolse il profilo politico dell’Europa orientale ed ebbe effetti su scala mondiale: la Rivoluzione bolscevica in Russia, conosciuta anche come Rivoluzione d’ottobre.
Rai Easy Web ripercorre le tappe di questo momento cruciale della storia, fondamentale ancora 100 anni dopo per comprendere il panorama politico, economico e sociale contemporaneo.

 

 

Rivoluzione russa al centro del dibattito

 

L’importanza della Rivoluzione russa nella storia è stata confermata dai numerosi editoriali apparsi sui giornali durante l’anno in corso e che, attraverso la celebrazione del centenario, ne hanno descritto le ripercussioni politiche e sociali.

Da un articolo dello stesso Lenin – apparso nel 1911 sulla rivista “Zvezda” e riproposto da «La Stampa» il 24 febbraio di quest’anno – dove si sminuiva il principio di non-violenza caro allo scrittore Lev Tolstoj, alla denuncia di Davide Brullo – su «Il Giornale» del 28 febbraio scorso – a proposito dei tanti artisti (come Boris Pasternak, l’autore de Il Dottor Zivago) costretti dal regime comunista a una vita di stenti e di privazioni, quando non condannati alla morte.

Ancora, da una lucida ricostruzione di Luciano Pellicani – su «Il Foglio» dello scorso 7 aprile – che smaschera l’idea di partenza della Rivoluzione nella sistematica distruzione dell’individuo, alle osservazioni di Paolo Mieli – su «Il Corriere della Sera» del 6 settembre – riguardo le notevoli capacità comunicative di Stalin, fino all’analisi di Michael Walzer – su «Il Sole 24 Ore» del 24 settembre – sulle menzogne attraverso le quali i leader rivoluzionari conquistarono la fiducia del popolo russo.

Per comprendere la nascita di un fatto storico così importante, i cui risultati si sono proiettati lungo l’intero arco del Novecento tramite la fascinazione culturale prodotta dal Comunismo, bisogna ricordare lo stato di spaventosa arretratezza in cui viveva l’intera Russia nella seconda metà dell’Ottocento.

Fu proprio per far fronte a questa emergenza (male affrontata dallo Zar Alessandro II e dal suo successore Nicola II, il quale represse col sangue le prime manifestazioni di protesta) che molti borghesi e intellettuali dettero vita a un movimento populista con l’obiettivo di migliorare le condizioni di vita delle classi subalterne, a cominciare dal ceto rurale.

In un secondo momento molti esponenti del movimento populista si avvicinarono alle teorie politiche del marxismo, una corrente di pensiero sviluppata in quel periodo dai filosofi tedeschi Karl Marx e Friedrich Engels, che vedevano nel capitalismo e nella rivoluzione industriale un sistema di sfruttamento della popolazione.

I marxisti diffidavano delle masse contadine e volevano piuttosto favorire la formazione di un vasto proletariato, nella prospettiva di allargare la cosiddetta lotta di classe. Da questa visione, di cui Vladimir Lenin fu il principale teorico e ispiratore, nacque il movimento rivoluzionario.

Già nel febbraio del 1917 parecchi militari si unirono ai rivoltosi, occupando le città di Mosca e di Pietrogrado. Secondo alcuni studiosi, l’ascesa dei ribelli fu favorita da una parte dell’aristocrazia, convinta che la famiglia reale avesse ormai perso il contatto con la realtà della Russia e decisa semmai ad allearsi con le nuove forze al fine di mantenere i propri benefici.

A marzo Nicola II abdicò e l’intera famiglia reale venne tratta in arresto, prima di esser passata per le armi. Nel frattempo apparvero sulla scena i bolscevichi, la corrente più estremista del Partito Operaio Socialdemocratico Russo (POSDR) della quale era a capo Lenin, e i soviet, l’organizzazione cui fu affidata invece la gestione della classe operaia.

Lenin, che aveva soggiornato all’estero dopo un fallito tentativo di rivoluzione avvenuto nel 1905, tornò in patria nell’aprile 1917. Fondò il Partito Comunista con una scissione dal POSDR e promise ai contadini l’acquisizione delle terre un tempo appartenute ai latifondisti. Per tutta la primavera del 1917 si inasprì lo scontro tra il governo provvisorio che aveva preso il posto della monarchia, guidato da Aleksandr Kerenskij, e i soviet che invece apparivano sempre più popolari tra i lavoratori.

Un primo tentativo di insurrezione avvenne a luglio e il suo fallimento spinse Lenin a rifugiarsi in Finlandia. Ma le continue tensioni tra il capo di governo Kerenskij e il generale Kornilov, che a sua volta aveva tentato di imporre un regime militare, finirono per ricompattare i bolscevichi e spingerli ad approvare la linea dell’insurrezione armata sostenuta con forza dai due uomini che avrebbero guidato la Rivoluzione d’ottobre: Lenin e Lev Trotskij, presidente dell’importante soviet di Pietrogrado.

Di fatto il 25 ottobre Lenin annunciò la presa del potere. Dapprima nelle principali città del paese, poi man mano nei vasti territori interni. Tuttavia il clima non si acquietò, specie a causa delle promesse non mantenute dei rivoluzionari riguardo una più equa distribuzione del lavoro, e una sanguinosa guerra civile divise il paese fino al 1923 mettendo in evidenza, per via di delicati compiti politico-militari, un giovane Iosif Stalin – colui che prenderà il posto di Lenin come capo del governo russo dopo aver eliminato il suo principale antagonista Trotsky.

Lenin sosteneva che la strategia dei bolscevichi sarebbe risultata vincente se fosse stata in grado di esportare come modello quello dell’esperienza del proletariato in Germania (che pure era una nazione molto più avanzata della Russia…); se questo non fosse accaduto la Rivoluzione russa avrebbe al contrario corso il rischio di portare il capitalismo in Asia, come effettivamente avvenne nel corso dei decenni successivi.

Nella stagione in corso l’anniversario della Rivoluzione russa è stato oggetto di molti interessanti volumi. Tra questi Impero e rivoluzione di Vittorio Strada [Marsilio] offre una sintesi storica esaustiva, mentre Le magnifiche ribelli di Lorenzo Pezzica [Elèuthera] esalta il contributo delle donne al movimento rivoluzionario.

 

 

Rai per conoscere la Rivoluzione russa

 

La storia della Rivoluzione

La ricorrenza del centenario della Rivoluzione d’ottobre è stata ricordata in molte trasmissioni Rai dedicate alla cultura e all’informazione andate in onda negli ultimi giorni. In particolare, un ampio spazio le è stato dedicato nell’edizione di prima serata del Tg2 del 5 novembre.
Nadia Zicoschi ha riassunto nel suo servizio (durata 2 minuti) i concitati avvenimenti di quel periodo.
Il giornalista in studio Maurizio Martinelli ha poi intervistato Ezio Mauro (durata 2 minuti), già corrispondente da Mosca e direttore prima de «La Stampa» e poi di «Repubblica», che ha da poco pubblicato per Feltrinelli L’anno del ferro e del fuoco. Cronache di una rivoluzione e realizzato un ciclo di puntate in onda su Rai Storia dopo essere ritornato nei luoghi in cui la Rivoluzione russa si è consumata.
Andrea Covotta ha, invece, intervistato l’editore Carmine Donzelli (durata 2 minuti) sull’influenza che il Comunismo ha esercitato sulla cultura occidentale.
Infine, Maria Leitner ha indagato cosa sanno i giovani universitari di oggi (durata 2 minuti) degli eventi accaduti cento anni fa in Russia, evidenziando ancora una volta un’importante carenza di memoria storica.

Il network di Rai Cultura, da sempre impegnato a conservare il ricordo della storia passata, ha dedicato in molte occasioni i suoi approfondimenti alla Rivoluzione bolscevica del 1917. Vi riproponiamo qui l’ascolto di una selezione dei più interessanti.

La professoressa Simona Colarizi, docente di Storia Contemporanea all’Università “La Sapienza” di Roma, ha spiegato in cento secondi “La Rivoluzione russa” (durata 2 minuti).

Più ampiamente il tema è stato trattato nelle otto puntate del già citato ciclo Cronache di una rivoluzione firmato da Ezio Mauro, realizzate proprio in occasione del centenario: la storia di tutti gli eventi che portarono alla fine dell’impero russo e alla presa del potere da parte dei rivoluzionari. In attesa della programmazione degli ultimi appuntamenti su Rai Storia e sulla pagina web dedicata, vi invitiamo a riascoltare le puntate già andate in onda:
Rasputin: il diavolo santo (durata 27 minuti)
La Rivoluzione di febbraio (durata 26 minuti)
L’abdicazione dello Zar (durata 26 minuti)
Il treno piombato (durata 27 minuti)
L’avventura di Kerenskij (durata 26 minuti)

Anche la trasmissione Passato e presente di Paolo Mieli ha rivolto la sua attenzione alla Rivoluzione russa dell’ottobre 1917, indagando a fondo la figura di uno dei suoi padri: Trotskij. La rivoluzione impossibile (durata 40 minuti).

Non mancano, poi, i documentari di Rai Scuola per spiegare ai ragazzi la rivoluzione avvenuta cento anni fa in Russia, dai primi moti fino al culmine.
Due interessanti contributi sono quelli realizzati dal giornalista Arrigo Levi che, servendosi di materiale documentario proveniente dagli archivi sovietici, ha ricostruito le vicende di quel periodo:
La Rivoluzione di febbraio (durata 10 minuti)
La Rivoluzione di ottobre (durata 9 minuti)

Altre due puntate realizzate sul tema hanno ripercorso i momenti salienti di quella concitata fase della storia:
L’insurrezione di febbraio (durata 10 minuti)
La preparazione alla rivolta di ottobre (durata 8 minuti)

Anche la radio ha esplorato la fase storica della Rivoluzione russa del ’17, per esempio in occasione del ciclo La Grande Guerra di Radio 3, guardando a questo evento come un prodotto della Prima guerra mondiale. Ascolta “Guerra e rivoluzione(durata 45 minuti).

Non solo la politica ha subito le ripercussioni di questo fondamentale momento del Ventesimo secolo: anche le chiese, in particolare quella ortodossa, hanno dovuto misurarsi con l’inizio di un potere che sarebbe durato fino al 1989-1991. Uomini e profeti di Radio 3 ha riflettuto sul significato del 1917 – e sui riflessi che ha avuto per la chiesa ortodossa russa – con un dialogo tra il conduttore Alberto Guasco e Adalberto Mainardi (Comunità di Bose), Simona Merlo (docente di Storia Contemporanea presso il Dipartimento Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell'Università degli Studi di Roma Tre) e Antonella Salomoni (docente di Storia Contemporanea all'Università di Bologna). Ascolta “La Rivoluzione e il grande Concilio di Mosca 1917-1918(durata 43 minuti).

 

La Rivoluzione e le arti

Come ogni grande evento che ha cambiato la storia e, dunque, ha stravolto le vite degli uomini che l’hanno vissuto, la Rivoluzione bolscevica ha dominato la letteratura russa del primo Novecento. Ad alta voce di Radio 3 ha affidato a voci illustri la lettura dei più importanti titoli del periodo, che vi riproponiamo di ascoltare qui di seguito:
La morte di Ivan Ilich di Lev Tolstoj
Il naso di Nicolaj Gogol
Il mantello di Nicolaj Gogol
Diario di un pazzo di Nicolaj Gogol
Il ritratto di Nicolaj Gogol
Prospettiva Nevskij di Nicolaj Gogol

Anche Fahrenheit di Radio 3 si è occupato di “Scrittori russi e Rivoluzione(durata 34 minuti), oltre ad aver presentato nella rubrica “Il libro del giorno” del 06/10/2017 (durata 23 minuti) Mio padre la rivoluzione [Ed. minimum fax] di Davide Orecchio, una raccolta di racconti, ritratti, biografie impossibili e reportage di viaggio attorno alla storia e al mito della Rivoluzione russa.

La Grande Radio di Radio 3 ha riproposto, invece, una riflessione su “Blok, Majakovskij, Pasternak: poesia e Rivoluzione(durata 45 minuti) con lo slavista Vittorio Strada e l’attore Carmelo Bene.

Pure l’arte russa ha vissuto un momento di forte fermento in concomitanza con la rivoluzione del 1917. A3 Il formato dell’arte di Radio3 ha commentato la mostra svoltasi a Nuoro, dal 1 giugno al 1 ottobre di quest’anno, dal titolo “Amore e Rivoluzione. Coppie di artisti dell’avanguardia russa(durata 42 minuti) che ha adottato un punto di vista innovativo – le coppie di artisti – per rileggere le vicende dell’avanguardia visiva russa: protagonisti sei autori della prima generazione, uniti nella ricerca di nuovi linguaggi espressivi così come nella vita comune: Natalia Goncharova (1881–1962) e Mikhail Larionov (1881–1964), Varvara Stepanova (1894–1958) e Alexander Rodchenko (1891–1956), Lyubov Popova (1889–1924) e Alexander Vesnin (1883–1959).

 

Il dibattito impossibile

Tutta l’umanità ne parla di Radio 3 ha ricordato i 100 anni della Rivoluzione d’ottobre in maniera del tutto particolare: un talk impossibile tra Lenin (alias Valerio Giannetti), Mao (alias Fabio Vitta), Che Guevara (alias Fabio Ferrari) e Simone Weil (alias Antonella Attili), che mettono a confronto alcuni punti nodali della storia che hanno volontariamente o inevitabilmente portato sulle spalle. Infine interviene Marx (alias Umberto Curi), invitato a giudicare teoria e prassi degli altri ospiti che, pur nelle enormi differenze, hanno voluto mettere in pratica il suo pensiero. Ascolta la puntata (durata 29 minuti).

 

 

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